Evolution never sTOPS!

Le carcasse di dinosauri giganti? Una probabile ed importante fonte di cibo per i predatori giurassici

Le persone immaginano i dinosauri carnivori come delle macchine da guerra pronte a sbranare qualsiasi cosa. Beh, alcune volte non si rifiuta un pasto facile e che non comporti un gran dispendio di energie.

PALEOBIOLOGIA DEI DINOSAURI

Mattia papàro

10/3/20243 min leggere

Non parlo spesso di dinosauri, anche perché esistono persone più preparate di me che ne parlano molto bene e nel dettaglio (come Zoosparkle o Theropoda.blog), ma certi aspetti paleobiologici (e non solo!) mi incuriosiscono, sono importanti a livello evoluzionistico e si inseriscono benissimo anche in altre dinamiche naturalistiche. Per esempio, ho pubblicato tempo fa un articolo nel quale si parlava della probabile "lotta" tra antichi umani e iene giganti con lo scopo di accaparrarsi facili prede: le carcasse degli animali predati dai grandi predatori.

Questo è un fenomeno molto frequente in natura, più di quanto possiate immaginare, questo perché pensiamo che i predatori siano delle sorte di "macchine da guerra" che cacciano continuamente, come se non ci fosse un domani. Ma, a volte, la spiegazione è semplice: bisogna abbandonare l'idea che l'attività di spazzino sia una pratica poco complessa in quanto avrebbe potuto richiedere comportamenti e comunicazioni piuttosto complessi e sofisticate capacità cognitive non di poco conto. Insomma, è meglio che qualcuno "uccida per te" che correre rischi durante la caccia.

Bene, dopo questa premessa facciamo un passo indietro nel tempo ed immergiamoci nel mondo dei dinosauri. Esiste, per esempio, questa sorta di diatriba anche per quanto riguarda le abitudini del predatore per eccellenza, almeno nella cultura popolare: 𝙏𝙮𝙧𝙖𝙣𝙣𝙤𝙨𝙖𝙪𝙧𝙪𝙨 𝙧𝙚𝙭. Infatti, per alcuni è impensabile che un bestione con uno dei morsi più potenti nel regno animale, possa essersi nutrito di carcasse, eppure questa recente ricerca farà un po' più luce su un aspetto.

I ricercatori affermano che potrebbero essere stati selezionati predatori capaci di trarre vantaggio dalle gigantesche carcasse degli erbivori, questo perché gli ecosistemi erano proprio ricchi sia di prede vive che morte. I sauropodi, caratterizzati perlopiù da individui dotati da un collo lungo, sono i candidati principali per quanto riguarda questa pratica perché sono stati tra gli animali terrestri più grandi che abbiano mai messo piede sul pianeta, e un solo individuo poteva sfamare (anche abbondantemente) un gruppo di predatori. Per testare quest'ipotesi, i ricercatori hanno sviluppato una simulazione (simile a quella che ha visto come protagonisti iene giganti degli antichi umani) basata sul numero di individui (e di specie) provenienti dalla formazione Morrison, datata al Giurassico, che comprendeva grandi predatori allosauroidi e un gran numero di prede come i già citati sauropodi e gli stegosauridi potenzialmente "cacciabili". Tutto questo ha avuto come scopo quello di capire se un gran numero di prede abbia potuto fornire agli allosauroidi un aiuto per quanto riguarda l'ottenimento dell'energia, sia come cacciatore che spazzino. Infatti, sarebbero stati selezionati e favoriti dalle condizioni ambientali quei teropodi (già) in possesso di tratti ereditari favorevoli al successo nella caccia o al successo nello spazzino. Se vogliamo, è stata la pressione selettiva esercitata dall'ambiente e dal numero di individui (sia vivi che morti) a condizionare l'evoluzione di questi gruppi selezionando individui capaci di acquisire la maggior parte delle calorie dalle carogne. Chi era in grado di nutrirsi di carogne, aveva maggiori possibilità di riprodursi rispetto a chi non era in grado, e tra i tanti caratteri selezionati parrebbe esserci la coda, una struttura voluminosa capace di immagazzinare grasso per lunghi periodi. È probabile che questo carattere si sia fissato già nei primi arcosauri non aviani.

Vediamo brevemente i risultati:

  • Quando erano presenti grandi quantità di carogne, la pratica dello scavenging era più redditizia della caccia attiva. Anche quando erano disponibili prede cacciabili, la pressione selettiva favoriva gli spazzini, anche e soprattutto quando i predatori non erano al top della condizione fisica. insomma, anche un allosauroide con qualche acciacco aveva buone probabilità di nutrirsi;

  • Sono stati selezionati allosauroidi con tratti specializzati atti al consumo e allo sfruttamento di grandi carcasse, utilizzandole come risorsa primaria. C'è anche da considerare che questa pratica permise a questo gruppo di teropodi di occupare una nicchia vacante, priva di altri competitori ma ricchissima di prede. Un contesto ambientale del genere sarebbe potuto essere caratterizzato dalla presenza di fonti inaccessibili e quasi impossibili da sfruttare con la sola caccia attiva. Esistono esempi "classico" in natura, per esempio i lupi evitano di cacciare bisonti (a differenza delle alci);

  • ricollegandoci con la parte finale del punto 2, gli allosauroidi probabilmente aspettavano la morte di un gruppo di sauropodi durante la stagione secca. In questo modo avevano modo di banchettare con una certa "tranquillità", immagazzinando il grasso nelle loro code e aspettando la stagione successiva per ripetere questa pratica. I ricercatori affermano che un singolo sauropode fornisse abbastanza calorie tali da "mantenere" anche una ventina si allosauroidi per alcune settimane (o anche mesi, dipendentemente dalla quantità ingurgitata).

Il modello, comunque, rappresenta una sorta di riassunto di un sistema complesso ed è normale che si possano (e si debbano) tenere in considerazione più variabili, come il numero di specie di prede e predatori, ma ciò non nasconde che questa tipologia di studio migliora la comprensione di come l'evoluzione dei predatori possa essere influenzata dalla disponibilità di carogne. Questa è la prima ricerca a testare modelli di pressione selettivi nei dinosauri e la prima a stimare la massa dei teropodi sulla base di vincoli metabolici.

Fonte: Pahl CC, Ruedas LA (2023) Big boned: How fat storage and other adaptations influenced large theropod foraging ecology. PLoS ONE 18(11): e0290459.