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Gli ominini arrivarono in Europa 2 milioni di anni fa circa?

Le ricerche in generale mostrano che, meno di 2 milioni di anni fa circa, i primi ominini attribuiti al genere 𝙃𝙤𝙢𝙤 incominciarono a lasciare l'Africa. probabilmente, bisogna retrodatare questo fenomeno.

OMININI INCERTAE SEDIS: POPOLAMENTI E POPOLAZIONI

11/16/20253 min leggere

Capire quando la nostra specie o altri ominini sono arrivati in Europa è importante sotto molti punti di vista, ma dal punto di vista paleontologico è essenziale per comprendere le dinamiche biogeografiche e popolazionistiche del passato. A livello biogeografico, però, grazie alla scoperta nella penisola iberica di alcuni reperti, non sembra così improbabile la presenza, per esempio, del sapiens nei pressi della Francia circa 54.000 anni fa, e questo argomento l’ho già trattato qualche settimana fa.

Questa volta i ricercatori provano ad andare oltre la nostra specie, analizzando il sito di Grăunceanu, in Romania, per identificare evidenze di attività di ominini tramite ossa con segni di taglio. Lo scopo è quello di capire se questi fossili appartengono a popolazioni di ominini antichi di 2 milioni di anni fa o più, retrodatando così l’arrivo degli ominini ben prima anche del genere Homo (forse).

Ma andiamo con ordine. Esistono un sacco di prove che indicano quando i primi ominini iniziarono a uscire dal continente africano, il cosiddetto Out of Africa. A Dmanisi, in Georgia, ci sono evidenze fossili datate a 1,85–1,77 Ma circa, ed esistono altre prove frammentarie in Eurasia che pre-datano l'uscita degli ominini dall 'Africa.

In Romania esiste un sito molto interessante: Grăunceanu, nei Carpazi meridionali. Si trova nel bacino sedimentario Dacian, nella Tetoiu Formation, ed è caratterizzato da depositi fluvio-lacustri ricchi di fossili datati tra circa 2,2 e 1,9 milioni di anni. Sono stati identificati almeno 31 taxa, tra cui bovidi, mammut, giraffidi, cervidi, carnivori, pangolini e una cercopitecina, Paradolichopithecus, che in questa storia non c’entra molto.

Le ossa esaminate sono circa 4.500 (su quasi 5.000 ritrovate), e si tratta di reperti che sono stati poco esposti superficialmente. Una buona percentuale, circa il 9,5%, è stata “modificata” da carnivori; altre ossa hanno subito modifiche lineari come calpestio o azione di denti. Interessante, per questa storia, è che sono state trovate 20 ossa che presentano segni di taglio o cut marks che indicano macellazione intenzionale. In generale, i dati isotopici indicano un ambiente particolare, caratterizzato da steppe boscose con una stagionalità marcata, con estati secche e inverni umidi.

Un ambiente quindi popolato sicuramente da antichi ominini più di 1,95 milioni di anni fa in Europa orientale, in quanto la composizione dei cut marks su omero, mandibole, tibie e su altri frammenti lunghi, perlopiù appartenenti ad artiodattili, mostra una situazione molto simile ad altri siti simili o più “recenti”.

Di conseguenza, la dispersione degli ominini in Eurasia potrebbe essere stata episodica o comunque discontinua, ed è stata limitata a certe latitudini o comunque avvenuta quando le condizioni lo permettevano, come nei periodi interglaciali. Questo conferma che è ancora più difficile che le dispersioni siano avvenute attraverso Gibilterra, mentre quelle più probabili sono via Mar Nero e Medio Oriente.

Inoltre, la presenza di vertebrati adattati a contesti caldi, come pangolini, struzzi e Paradolichopithecus, indica che gli inverni fossero comunque relativamente miti, e ciò mette in evidenza la grande flessibilità degli ominini, che erano in grado di sopravvivere a climi più stagionali e temperati circa 2 milioni di anni fa. Di conseguenza, ciò dimostra la loro capacità di adattamento a nuovi ambienti prima del previsto: ambienti caratterizzati da climi stagionali e temperati, un po’ diversi da quelli della savana.

Qualche dettaglio in più:

  • I siti in Eurasia e in Nord Africa antichi più di 1 milione di anni sono circa 49, e 16 di essi potrebbero essere più antichi di Dmanisi, offrendo potenzialmente altre informazioni interessanti sulla dispersione umana e degli ominini, così come le località più antiche di circa 2 milioni di anni, distribuite tra Medio Oriente, Russia occidentale, Asia centrale e Cina. A Longgudong (2,01–1,87 Ma), in Cina, per esempio, sono presenti resti di antichi ominini (6 denti più industria litica).

  • Grăunceanu aggiunge una prova europea superiore a 1,95 milioni di anni circa ed è coerente con un’espansione precoce degli ominini in Europa e fuori dall’Africa.

  • Grăunceanu suggerisce una presenza intermittente e diffusa di ominini in Eurasia superiore quindi a 2 milioni di anni fa circa, e le possibili rotte di dispersione potrebbero essere state dal Medio Oriente, passando per il Caucaso e lungo il Mar Nero fino ad arrivare in Romania. Oppure via Anatolia–Balcani, attraverso un ponte terrestre. Infatti, la scarsità di tracce è legata probabilmente a popolazioni episodiche e localizzate, associate a fasi interglaciali, come suggerito dalla presenza di specie termofile (Paradolichopithecus, pangolino, struzzo), indicatori di un clima non glaciale.

  • Il sito è contemporaneo alla comparsa di Homo erectus sensu lato in Africa (2,0 Ma circa), ma non è escluso che si trattasse di forme pre-erectus o di altri ominini non appartenenti al genere Homo.

Fonte: Curran, S. C., Drăgușin, V., Pobiner, B., Pante, M., Hellstrom, J., Woodhead, J., Croitor, R., Doboș, A., Gogol, S. E., Ersek, V., Keevil, T. L., Petculescu, A., Popescu, A., Robinson, C., Werdelin, L., & Terhune, C. E. (2025). Hominin presence in Eurasia by at least 1.95 million years ago. Nature Communications, 16(1), 836.