Evolution never sTOPS!
Una "fossilizzazione di massa" del Triassico
Un particolare "bonebed" mostra la particolare fossilizzazione di un bel po' di individui di anfibi.
TAFONOMIA: I VERTEBRATITEMNOSPONDYLI
11/16/20252 min leggere
Il Triassico, a livello geologico, è molto affascinante perché il Mesozoico in generale è caratterizzato da una notevole diversificazione tassonomica e biologica, soprattutto se si tratta di anfibi. Alcune volte si tratta di tracce di pochi individui, mentre questa volta la situazione è diversa.
Ci troviamo nel giacimento di Nobby Knob, nella Formazione Popo Agie del Triassico superiore, datato a circa 230 Ma, in Wyoming. È stato scoperto un grande accumulo di fossili composto da più di 19 individui di un anfibio temnospondilo, Buettnererpeton bakeri, un metoposauride che poteva superare anche i due metri e che, per certi versi, era molto simile a un grande predatore acquatico.
Il primo dato interessante è che questo accumulo ha permesso di studiare elementi anatomici che in genere non fossilizzano, come per esempio le placche palatali dentarie ancora articolate. Ma oltre a ciò, questo sito documenta una morte di massa avvenuta simultaneamente, più o meno.
Si tratta di resti monospecifici, cioè attribuiti a una sola specie (B. bakeri), e si tratta di scheletri ancora articolati o in parte. La cosa interessante, dal punto di vista tafonomico, è che non sono stati trasportati: infatti non sono presenti segni di orientazione preferenziale delle ossa lunghe, e sono assenti anche tracce di abrasioni, quindi assenza di correnti. Infatti, in certi casi sono anche disposti verticalmente, e ciò comunque può indicare che questi individui siano in qualche modo affondati in sedimenti fangosi, permettendo ad alcuni elementi di preservarsi, come anche le falangi distali (oltre alle placche citate in precedenza). Quindi, in un modo o nell’altro, il contesto tafonomico è quello di un ambiente relativamente stagnante, povero di fenomeni quali correnti.
Questo “bonebed”, cioè letteralmente “letto di ossa” (è un termine utilizzato quando si parla di particolari accumuli ossei, come in questo caso), è collocato in depositi alluvionali caratterizzati da diversi punti interessanti, come la presenza di bassa sedimentazione. Cosa ha potuto quindi causare la morte di questi individui? I ricercatori prendono in considerazione due strade, o meglio due cause: biotiche, che includono l’eutrofizzazione (che porta a carenza di ossigeno nell’acqua) e varie malattie che colpiscono gli organismi; e cause abiotiche, come siccità estrema e prosciugamento stagionale.
L’assemblaggio, essendo monospecifico e anche per via del contesto geologico-sedimentologico, si può interpretare come una riunione stagionale, per esempio legata alla riproduzione, o come un’aggregazione legata proprio alla siccità, che ha diminuito le fonti d’acqua portando gli individui “tutti in uno stesso punto”. Sicuramente questi individui mostrano dei limiti fisiologici e anatomici che in qualche modo non hanno permesso loro di sopravvivere o di spostarsi altrove con un bacino prosciugato. E allo stesso tempo mancano segni di predazione, quindi non sono stati nemmeno trasportati o collocati in quel posto da carnivori.
Fonte testo: Kufner, A. M., Deckman, M. E., Miller, H. R., So, C., Price, B. R., & Lovelace, D. M. (2025). A new metoposaurid (Temnospondyli) bonebed from the lower Popo Agie Formation (Carnian, Triassic) and an assessment of skeletal sorting. PLOS ONE, 20(4), e0317325.
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