Evolution never sTOPS!

𝙃𝙤𝙢𝙤 𝙡𝙪𝙯𝙤𝙣𝙚𝙣𝙨𝙞𝙨 (67.000 (?) - 50.000 anni circa)

E' una specie umana scoperta sull'isola di Luzon nelle Filippine ed è caratterizzata da una combinazione di tratti moderni e arcaici, presenta denti di piccole dimensioni e ossa dei piedi che suggeriscono adattamenti alla vita insulare

OMININI INSULARI: HOMO LUZONENSIS

Mattia Papàro

10/28/20243 min leggere

Questa specie è stata scoperta di recente, e ciò ci fa capire quanto lo studio dell’evoluzione umana possa risultare complesso, soprattutto quando vengono trovati individui difficili da collocare nell’intricato albero filogenetico, come nel caso di Homo naledi, Homo floresiensis o, appunto, il recente Homo luzonensis.

H. luzonensis è stato rinvenuto nella grotta calcarea di Callao, nelle Filippine; il primo reperto, un metatarso, è stato scoperto nel 2007 (la pubblicazione è del 2019) e datato a circa 67.000 anni fa (Pleistocene superiore). Un dato straordinario di questa scoperta è che questo metatarso rappresenta la prima testimonianza della presenza del nostro genere nelle Filippine, ben prima dell’arrivo della nostra specie, avvenuto circa 35.000 anni più tardi.

Illustrazione nella quale sono rappresentate le varie coste da cui potrebbero essere arrivati gli antenati di questa specie (Détroit, F et al., 2019)

I resti rinvenuti sono numerosi: sette denti tra premolari e molari, due falangi della mano e del piede, e una diafisi (o "albero femorale"). Tutti questi resti appartengono ad almeno tre individui (due adulti e un giovane) e sono i cosiddetti "paratipi", cioè resti trovati o classificati dopo l’olotipo (il primo reperto classificato come "nuova specie"). Quest’ultimo è rappresentato solo da premolari e molari. Grazie alle analisi morfometriche, è stato possibile associare questi resti a una nuova specie del genere Homo. Inizialmente, l’osso del piede era stato attribuito al genere Homo senza conoscerne la specie (in questi casi si usa la dicitura Homo sp.); tuttavia, i successivi ritrovamenti di altri resti nello stesso strato stratigrafico della grotta di Callao indicano che si tratta di una specie nuova, grazie a un mix di caratteri primitivi e derivati, simili ma anche distinti rispetto a H. sapiens e al "vicino" H. floresiensis (Flores è un’isola dell’Indonesia).

Ad esempio, i denti di H. luzonensis sono simili per dimensione e forma a quelli di H. sapiens (molari piccoli con poche crenulazioni, caratteristica affine alla nostra specie), di H. neanderthalensis, di H. erectus e, in parte, del genere Paranthropus, per quanto riguarda la forma della corona e la giunzione dentina-smalto. Le ossa del piede e della mano, soprattutto le falangi, sono invece simili a quelle delle australopitecine. Tuttavia, al momento le informazioni disponibili non consentono di stabilire con precisione il tipo di locomozione di questa specie. H. luzonensis, dunque, è caratterizzato da un mosaico evolutivo unico, con morfologie arcaiche e derivate. I reperti forniscono inoltre altre affascinanti informazioni:

  • Le dimensioni dei molari suggeriscono che fosse una specie di piccola taglia, probabilmente un caso di nanismo insulare (come per H. floresiensis), con un’altezza di circa un metro.

  • H. luzonensis è la seconda specie del genere Homo trovata a est della Linea di Wallace e vissuta nel Pleistocene superiore. Questo indica il ruolo chiave delle isole del sud-est asiatico per l’evoluzione umana.

  • Nella grotta sono state trovate ossa di rinoceronte macellate, suggerendo che questi piccoli umani potessero essere cacciatori.

  • Viveva in un ambiente boscoso. Forse poteva arrampicarsi? Le prossime ricerche ci diranno di più sulla sua locomozione.

Illustrazione dei resti rinvenuti sull'isola (Détroit, F. et al., 2019)

La datazione colloca questa specie nel Tardo Pleistocene, tra i 50.000 e i 67.000 anni fa; tuttavia, saranno necessari ulteriori studi per ottenere una datazione più precisa. Accettando questo intervallo temporale, possiamo dire che questa specie visse in un periodo relativamente ricco di ominini: H. floresiensis era presente sull’isola di Flores (un vero e proprio “vicino di casa”), gli ultimi esemplari di H. erectus erano prossimi all’estinzione, e H. neanderthalensis assieme a H. sapiens e all’Uomo di Denisova si incrociavano tra Europa, Asia e sud-est asiatico. Con così tante popolazioni in circolazione, è difficile stabilire una parentela precisa e improbabile che H. luzonensis abbia una storia evolutiva simile a quella di H. floresiensis, che si pensa derivi da un'antica popolazione di ominini risalente a circa 2 milioni di anni fa o da una popolazione arcaica (non derivata) di H. erectus. Pertanto, con i dati attuali, è prudente evitare conclusioni affrettate.

È certo che si tratta di una specie insulare, di dimensioni ridotte rispetto ad altre specie del genere Homo, e con caratteristiche simili a quelle di un'australopitecina. Come il “vicino di casa” di Luzon, questa specie (o almeno il suo lignaggio) si sarebbe dispersa dal continente attraverso corridoi geografici, per poi rimanere “intrappolata” con l’innalzamento del livello del mare, dato che si tratta di un periodo con significative fluttuazioni climatiche e marine.

Le isole, come vedremo in seguito, sono cruciali per fenomeni evolutivi come l’effetto fondatore, la deriva genetica, la speciazione e il "rimpicciolimento" di grandi specie (o viceversa, con il "gigantismo insulare"). La questione paleobiogeografica è ancora dibattuta: alcuni ipotizzano una migrazione dalle Filippine, mentre altri suggeriscono che durante l’ultima era glaciale i ponti tra il Passaggio di Sibutu e lo Stretto del Mindoro non fossero completamente chiusi. H. luzonensis potrebbe quindi derivare da una popolazione molto antica, senza essere arrivata di recente sull'isola di Luzon.