Evolution never sTOPS!
๐๐๐๐๐ก๐๐ฃ๐ฉ๐๐ง๐ค๐ฅ๐ช๐จ ๐ฉ๐๐๐๐๐๐ฃ๐จ๐๐จ (7-6 milioni di anni circa)
Il genere ๐๐๐๐๐ก๐๐ฃ๐ฉ๐๐ง๐ค๐ฅ๐ช๐จ รจ attualmente il primo, a livello geologico, ad essere comparso e vissuto dopo l'antenato comune Pan-Homo. Ma รจ questo genere l'antenato comune tra i due lignaggi? Non esattamente. La presenza di caratteristiche arcaiche, insieme a tratti tipici del lignaggio "umano", suggerisce una situazione piรน complessa.
I PRIMI OMININI: SAHELANTHROPUS TCHADENSIS
Mattia Papร ro
10/21/202422 min leggere
Sahelanthropus รจ il piรน antico genere di ominino appartenente al lignaggio umano, scoperto da Brunet nel 2001. Attraverso metodi di datazione biocronologici, questโominino risulta essere antico di circa 7-6 milioni di anni. A questo genere รจ associata solo una specie, Sahelanthropus tchadensis, un taxon di importanza fondamentale rinvenuto in Chad, nel sito di Toros-Menalla nellโAfrica centro-occidentale. Quest'area, situata subito a sud del Sahara, in epoche antiche era caratterizzata da un habitat complesso, con fiumi costeggiati da foreste, boscaglie erbose e una serie di laghi. I sedimenti depositati lungo queste antiche spiagge o nei laghi hanno preservato una ricca varietร di organismi, tra cui pesci dโacqua dolce e erbivori tipici della boscaglia o delle foreste, testimonianza della ricchezza di questo ambiente. ร importante sottolineare che di questa specie รจ stato trovato un cranio, sebbene deformato. Grazie alla paleontologia, รจ possibile correggere queste deformazioni di origine tafonomica. Sono stati rinvenuti anche un paio di mandibole che forniscono informazioni cruciali. Ad esempio, il cranio indica che questa specie possedeva un cervello simile a quello di uno scimpanzรฉ. La parte superiore della faccia e i rilievi sopraorbitali sono tipici degli ominini, mentre la mandibola risulta essere piรน spessa di quella di uno scimpanzรฉ moderno. Inoltre, รจ interessante notare che i canini sono consumati solo nella parte superiore, a differenza degli scimpanzรฉ, i cui canini presentano consumo anche lateralmente. Esistono ancora scetticismi, principalmente dovuti all'esiguo numero di fossili, che non consente di delineare un identikit soddisfacente di questa specie. In passato, alcuni ritenevano potesse trattarsi di un antico gorilla, o addirittura dellโantenato comune dello scimpanzรฉ e dellโuomo. Tuttavia, alcune ricerche recenti concordano sul fatto che si trattasse di un ominino appartenente al lignaggio umano. Al momento, S. tchadensis รจ considerato uno dei primi ominini rinvenuti in Africa centro-occidentale, suggerendo che essi occupassero unโarea piรน ampia di quanto precedentemente ipotizzato.
In generale, le dimensioni del cervello, la postura eretta e lโandatura bipede (seppur con diverse sfaccettature) indicano se ci troviamo davanti a un ominino. Altri caratteri, seppur diversificati, vengono presi in considerazione, delineando un insieme di caratteristiche arcaiche e derivate acquisite dal lignaggio umano nel corso del tempo, configurando cosรฌ unโevoluzione a mosaico. In parole povere, alcuni di questi tratti antichi possono anche comparire in individui piรน recenti, specialmente nelle cosiddette โspecie insulariโ, insieme a tratti appena sviluppati. Questo sottolinea che lโevoluzione non segue un percorso lineare; nel corso del tempo, alcune caratteristiche possono scomparire, mentre altre possono emergere e stabilirsi allโinterno delle popolazioni, oppure scomparire e riapparire in generazioni successive. Esistono prove, sia dirette che indirette, che suggeriscono che Sahelanthropus fosse bipede. Ad esempio, la presenza di un foro occipitale in posizione avanzata รจ associata a una locomozione bipede, poichรฉ il cranio รจ posizionato su una colonna vertebrale relativamente perpendicolare al terreno. Inoltre, come accennato in precedenza, le caratteristiche dei denti indicano che non si tratta nรฉ di uno scimpanzรฉ nรฉ di un gorilla, ma di un ominino. Questo รจ evidenziato dalle ridotte dimensioni del canino e da uno smalto dei molari piรน spesso, rispetto a quelli di Gorilla e Pan. Tuttavia, c'รจ incertezza sul fatto che Sahelanthropus fosse un ominino o un ominide. Ad esempio, nello stesso sito รจ stato ritrovato un femore, descritto nel 2020, la cui morfologia sembra non corrispondere a quella di un ominino con una locomozione bipede abituale, sollevando dubbi sulla sua associazione con Sahelanthropus. In breve, il dibattito รจ in parte aperto, ma la presenza di un'andatura bipede non necessariamente rappresenta un confine netto.
Una recente ricerca ha cercato di gettare luce sul periodo temporale in cui vissero S. tchadensis e Australopithecus bahrelghazali, un ominino che compare successivamente e che abitรฒ gli stessi luoghi di Sahelanthropus. Questo aspetto รจ particolarmente interessante data la posizione geografica del Ciad. Attraverso la datazione con nuclidi cosmogenici di queste specie, รจ stato possibile, in primo luogo, datare i luoghi di rinvenimento delle stesse (deserto di Djurab nel Ciad settentrionale). Questa datazione รจ stata agevolata anche grazie ai fossili di mammiferi presenti, i quali hanno permesso di stimare la (bio)cronologia di questi resti di ominini. La traccia di 10 Be/ 9 Be rinvenuta in una pelite indica che lo strato in cui รจ stata scoperta A. bahrelghazali ha un'etร di 3,58 ยฑ 0,27 milioni di anni, suggerendo che questa specie fosse contemporanea dell'Australopithecus afarensis (Lucy). Per quanto riguarda il sito in cui รจ stata ritrovata S. tchadensis, sempre mediante lo stesso metodo di studio basato su 10 Be/ 9 Be, le analisi condotte sull'unitร di antracoteridi contenente la staffa dell'ominino indicano che lo strato possiede un'etร compresa tra 6,8 e 7,2 milioni di anni.
In generale, i dati dimostrano innanzitutto l'accuratezza dell'etร autigenica ottenuta tramite il rapporto 10 Be/9 Be, confermata dal confronto con le stime biocronologiche basate sull'evoluzione dei lignaggi fossili dei mammiferi. Questo dimostra che l'ambiente ha svolto un ruolo fondamentale nella conservazione di questi nuclidi cosmogenici. L'ambiente circostante era caratterizzato da periodi aridi intervallati da periodi umidi, durante i quali si formรฒ un grande lago poco profondo. Questo lago ha fornito sedimenti olocenici che hanno permesso di determinare la quantitร iniziale di 10 Be/9 Be, preservando i sedimenti piรน antichi in una sorta di sistema chiuso, simile a un termos. Inoltre, la presenza di peliti autigeniche, datate anch'esse tramite il rapporto 10 Be/9 Be e conservate nell'arenaria argillosa contenente la mandibola di A. bahrelghazali, indica che la localitร di Toro Koro ha almeno 3,3 milioni di anni. Questo non solo permette di calibrare gli strumenti utilizzati per la datazione, ma fornisce anche informazioni rilevanti per l'orologio molecolare. Indica infatti che S. tchadensis รจ sicuramente un ominino piรน giovane di 8 milioni di anni e che la divergenza tra i lignaggi di Pan e Homo risale a almeno 8 milioni di anni fa. Ciรฒ รจ supportato anche dal ritrovamento di Chororapithecus abyssinicus, un "paleogorillidae" antico di 10 milioni di anni (Suwa et al., 2007). Il mosaico di caratteri plesiomorfi e apomorfi di S. tchadensis รจ probabilmente molto vicino al tempo di divergenza tra Pan e Homo, e non supporta l'idea che questi lignaggi si siano separati attorno ai 6,3 milioni di anni, nรฉ che la presenza di un mosaico di morfologie sia dovuta a un'ibridazione tra individui appena separati di Pan e Homo, prima di separarsi definitivamente (Patterson et al., 2006).
La fauna dell'antico Chad รจ estremamente variegata e comprende una vasta gamma di habitat, inclusi quelli lacustri. Le fonti d'acqua presenti ospitano diverse specie di pesci. Tra queste, la famiglia Latidae (Perciformes), attualmente presente in Australia, Giappone e nei grandi laghi africani, รจ particolarmente affascinante. Questi pesci sono noti per la loro capacitร di sopravvivere in ambienti sia salmastri che dolci e marini, ma nel caso del ritrovamento in Chad, รจ probabile che gli individui siano rimasti intrappolati a seguito di abbassamenti piรน o meno rapidi del livello dell'acqua, necessitando di acque ricche di ossigeno. Un'altra famiglia di pesci presente รจ la Ariidae (Siluriformes), adattata a condizioni prevalentemente anossiche. ร interessante notare anche la presenza di Hydrocynus (pesce tigre), un predatore che caccia a vista nelle acque profonde e ben ossigenate. La diversitร di specie e adattamenti evidenzia la ricchezza e la complessitร degli habitat acquatici presenti nell'antico Chad.
La presenza di legno silicizzato con un grande diametro suggerisce una somiglianza con le liane attuali, indicando la presenza di gallerie di foreste lungo i laghi. Questi habitat erano popolati da una vasta varietร di animali, tra cui Python sebae, noto anche come pitone delle rocce africane. Questo grosso animale, che puรฒ raggiungere una lunghezza media di 3-4 metri, era in grado di muoversi sia tra le piante vicino alle fonti d'acqua che di nuotare, potendo rimanere immerso anche per lungo tempo. ร interessante notare che si nutriva anche di coccodrilli. Crocodylia mostra una grande biodiversitร , con Codrocylus lloydii cche risulta essere il piรน rappresentativo, mentre Gavialidae era caratterizzata dalla presenza di predatori generalisti. Inoltre, c'erano specie come il semi-acquatico Varanus niloticus, tartarughe, lucertole, che caratterizzavano la parte superiore della sezione di Toros-Menalla. Questi ambienti erano abitati da grandi animali che raggiungevano almeno il metro di lunghezza, principalmente pescivori, indicando la presenza di bacini idrici estesi e prominenti, con aree paludose e ben vegetate. La presenza del pesce Polypterus, che tollera ambienti poveri di ossigeno, e di Gymnarchus, che vive in acque paludose e torbide, dove un sistema sensoriale elettrico รจ vantaggioso, suggerisce ulteriormente la natura variegata e ricca di questi ambienti. Infine, non dobbiamo dimenticare che queste "coste" erano anche abitate da grandi ippopotami, completando il quadro di una fauna diversificata e adattata agli habitat acquatici e paludosi dell'antico Chad.
Per quanto riguarda i mammiferi, l'elenco รจ davvero lungo. Sono presenti esemplari di Lagomorpha, di dimensioni piรน piccole rispetto a quelli rinvenuti a Laetoli, oltre a equidi simili ad Hipparion, giraffidi, proboscidati e carnivori (in gran parte iene di grandi dimensioni), soprattutto iene di varie dimensioni, mustelidi(in particolar modo la lontra). Per quanto riguarda i primati, escludendo Sahelanthropus, vi รจ la presenza anche di alcune colobine non ben definite. Di particolare interesse รจ la scoperta del primo scheletro del Neogene africano associato a un mammifero tubulidentato, un insettivoro caratterizzato anche dalla presenza di termitai. L'unitร stratigrafica in cui รจ stato rinvenuto Sahelanthropus รจ informalmente chiamata "unitร degli antracoteridi", a causa dell'abbondanza di fossili associati a questa famiglia di artiodattili imparentati sia con gli ippopotamidi sia con i suidi, in particolare riferiti a Libycosaurus petrocchii. I bovidi rappresentano circa il 55% dei resti di mammiferi della localitร , mentre i mammiferi anfibi costituiscono circa il 28%. I denti a corona relativamente alta di tutti i bovidi e l'assenza di tragelaphine e boselaphine (anch'essi bovidi) sono chiare evidenze della presenza di praterie aperte. Questo insieme faunistico del sito degli ominini รจ compatibile con una diversitร di habitat, tra cui praterie aperte (bovidi), savane boschive (proboscidati e giraffidi), ambienti di acqua dolce (pesci, tartarughe, serpenti, coccodrilli, antracoteridi, ippopotami e lontre) e probabilmente foreste a galleria (primati). Gli ominini piรน antichi come Orrorin e Ardipithecus sono contemporanei a faune legate ad ambienti boscosi, mentre le prime australopitecine hanno vissuto in una vasta gamma di habitat. Al contrario, la fauna di Toros-Menalla suggerisce la presenza di un ambiente a mosaico che va dalla foresta a galleria ai margini dei bacini lacustri fino alla presenza di un grande ambiente di savana e prateria. Determinare l'habitat preciso in cui visse Sahelanthropus รจ difficile, e la scarsitร di informazioni sulla locomozione non aiuta. ร possibile che abbia vissuto vicino a un lago, non lontano da un deserto sabbioso. La parte centrale della sezione corrisponde a un ambiente perilacustre poco profondo, soggetto a frequenti inondazioni. In questa fascia vegetata sono presenti numerosi ambienti vicino a un deserto sabbioso, ma le tracce di paleocorrenti che si sviluppano in tutte le direzioni indicano la presenza di un sistema tortuoso e complesso. I sedimenti del bacino suggeriscono che al tempo non fossero presenti sistemi fluviali perenni.
Le piรน antiche tracce di bipedismo?
La questione del bipedismo รจ sempre stata oggetto di dibattito poichรฉ inizialmente si riteneva essere una caratteristica esclusiva del genere Homo. Tuttavia, รจ emerso che il bipedismo รจ stato un tratto significativo per numerosi ominini, incluse le australopitecine, cosรฌ come per il nostro "parente molto alla lontana" Oreopithecus bambolii. Questo non รจ stato un fenomeno graduale e il bipedismo era giร presente in un ominino che tradizionalmente era considerato principalmente arboricolo, ovvero Sahelanthropus. Le prove di ciรฒ provengono sempre dal Ciad (Toros-Mรฉnalla) e sono datate circa 7,2-6,8 milioni di anni fa (Miocene). Queste prove derivano dallo studio di componenti postcraniali come il femore e l'ulna (Daver, 2022), indicando che questo ominino era in grado sia di camminare in posizione eretta che di arrampicarsi sugli alberi, utilizzando la locomozione piรน adatta a seconda del contesto.
Il femore di S. tchadensis indica che questo ominino era caratterizzato da una locomozione bipede regolare. Questo รจ evidente dai contorni della sezione trasversale del femore, dalla distribuzione dell'osso corticale lungo e dalla struttura femorale relativamente attorcigliata. Queste caratteristiche favorirebbero la dissipazione dei carichi di compressione causati dal bipedismo. Come per altri ominini, vi era una protolinea aspera ben definita, che aumenta la robustezza dell'osso e fornisce un punto solido di attacco per i muscoli. La presenza della tuberositร glutea laterale e della platimeria sottotrocanterica, senza la presenza della fossa ipotrocanterica o inferolaterale, sono in genere caratteristiche associate a una maggiore flessione-estensione dell'anca. Queste caratteristiche sono tipiche di un ominino arcaico, ma funzionalmente indicano comunque una capacitร di locomozione bipede abituale su substrati terrestri. Ora prendiamo in considerazione l'ulna, sempre proveniente dal Ciad, che mostra una serie di caratteristiche morfologiche associabili a un comportamento perlopiรน arboreo, simile a quello di A. ramidus, di O. tugenensis e di Ardipithecus kadabba. ร importante notare, tuttavia, che lo stile di vita arboreo di molti primati non รจ uniforme in termini di locomozione. Infatti, l'ulna di S. tchadensis indica che questa specie รจ stata caratterizzata da un arrampicamento di tipo pronogrado e ortogrado, che comportava comunque una presa sicura degli arti. In generale, non si osservano nell'osso attivitร sospensive abituali come l'oscillazione e/o la sospensione dell'avambraccio. Quindi, per riassumere, i dati del femore suggeriscono che l'arrampicata ortograda nel contesto arboreo facesse parte del repertorio di comportamento di questa specie, e che svolgesse una funzione di "carico" per gli arti posteriori (come descritto per A. ramidus e, probabilmente, O. tugenensis). Quindi, Sahelanthropus conserva le prime prove di bipedismo abituale nel lignaggio umano (ominini), confermando i precedenti dati ottenuti dal materiale cranico basati sull'orientamento del piano orbitale, del forame magno e sulla morfologia del piano nucale. Il bipedismo รจ una forma di locomozione che caratterizza anche primati non-ominini, come O. bambolii; tuttavia, in questo caso possiamo dire che questo adattamento su substrati terrestri possa essere comparso poco tempo dopo la divergenza tra i lignaggi dell'uomo e dello scimpanzรฉ, probabilmente in concomitanza con adattamenti arborei. Anche le australopitecine erano in grado, in generale, di scegliere la tipologia di locomozione (bipede o arborea) in base al contesto ambientale, e anche le prime specie umane come Homo habilis e Homo rudolfensis non sono da meno. Senza contare che anche specie piรน recenti o derivate come Homo naledi erano in grado di adattarsi e scegliere la tipologia di locomozione in base alle circostanze ambientali.
Va fatta una piccola considerazione anche sugli altri ominini. Orrorin รจ associato ad aree boschive aperte con significativa copertura arborea; Ar. kadabba (5,2 milioni di anni circa) รจ associata a un ambiente caratterizzato sia dalla presenza di boschi che di praterie umide; Ar. ramidus (4,4 milioni di anni circa) abitava, molto probabilmente, in un bosco erboso alimentato da acque sotterranee (probabilmente palmeti). I primi ominini dell'Africa orientale vivevano generalmente in un contesto arboreo, ma il sito di Toros-Mรฉnalla era caratterizzato da foreste chiuse, palmeti e ambienti erbosi misti, condividendo una componente arborea nel loro ambiente. Per quanto riguarda l'area fossilifera, i dati suggeriscono un paesaggio eterogeneo che comprende foreste chiuse (probabilmente foreste ripariali), palmeti e ambienti erbosi misti. Si poteva passare dai boschi alle savane e praterie acquatiche in pochi chilometri. Quindi, una specie come S. tchadensis (e anche gli altri ominini del Ciad) era in grado di sfruttare sia ambienti arborei che terrestri, sia per procurarsi il cibo che per accedere a risorse idriche. Un repertorio locomotore cosรฌ diversificato, e la presenza di habitat boschivi in un range temporale che abbraccia circa 2,5 milioni di anni, suggerisce che la nicchia ecologica di questi primi ominini non era necessariamente legata all'espansione delle aree aperte e relativamente secche; pertanto, si tratterebbe di una specie opportunistica che dipendeva sia dalle risorse terrestri che arboree.
Possiamo concluderla qui? Il lavoro di cui ho appena parlato รจ stato oggetto di intense critiche a causa della presunta inconsistenza dei dati, con molti ricercatori che mostrano quanto siano piรน consistenti i dati del 2020. Vediamo cosa dicono. Si tratta di un femore parziale sinistro e, da un'analisi tafonomica, sembra che la diafisi femorale possa appartenere a una specie di primate sconosciuta, in generale a un "ominide" che non mostrava abitudini bipedi. Tuttavia, in base al principio di parsimonia, potrebbe essere ragionevole supporre che appartenga a S. tchadensis, soprattutto considerando un'analisi comparativa con il femore di O. tugenensis, datato al tardo Miocene e proveniente dal Kenya, che suggerisce una specie distinta. Potrebbe essere plausibile considerare S. tchadensis come un "ominide" in senso lato, un possibile "antenato" degli ominini che non ha attualmente alcun rappresentante vivente. Tuttavia, analisi piรน approfondite potrebbero portare a una maggiore comprensione di questa specie e determinare se sia un ominino in senso stretto. Dato che il lignaggio umano presenta una vasta diversitร tassonomica, รจ difficile stabilire con certezza le sue relazioni filogenetiche. ร possibile che ci siano stati fenomeni evolutivi, come la deriva genetica, che hanno portato i discendenti di un antico ominino bipede a sviluppare una locomozione bipede non abituale. In definitiva, S. tchadensis rimane in una sorta di limbo per alcuni ricercatori, ma si spera che ulteriori ricerche possano fornire maggiori chiarimenti sulla sua posizione filogenetica e sul suo ruolo nell'evoluzione umana, che potrebbe essere un ominino in senso stretto, un antico parente degli scimpanzรฉ o persino un antenato comune del lignaggio Pan-Homo.
Ora, passiamo agli arti superiori e al cranio, perchรฉ, volente o nolente, sono stati forniti un sacco di dettagli interessanti che rendono il cranio di Sahelanthropus, se considerato un ominino, il piรน antico associato al lignaggio umano. Questo ha permesso ai ricercatori di fare una prima analisi "parentale" con gli ominini successivi, i gorilla e gli scimpanzรฉ. Quanto complicano le cose! I risultati indicano innanzitutto che Sahelanthropus รจ sicuramente un "ominide" che condivide molte caratteristiche primitive con gli scimpanzรฉ, ma nel complesso รจ molto simile all'Australopithecus, soprattutto per quanto riguarda il basicranio. Inoltre, Sahelanthropus si distingue dalle australopitecine per la combinazione di una breve regione sottosfenoidea associata a una faccia superiore verticale che sporge davanti al neurocranio. ร stato un lavoro in parte difficile perchรฉ il campione mostra una parziale distorsione dovuta a fratture e deformazioni plastiche, ma grazie alla paleontologia virtuale, i problemi sono stati risolti. Questo ha confermato che Sahelanthropus รจ una specie caratterizzata da un mosaico di morfologie, sia derivate (come nelle australopitecine) che primitive, e che probabilmente era bipede (anche se non in modo obbligato o abituale). Questo ha permesso di stabilire un collegamento tra Sahelanthropus e gli altri ominini menzionati precedentemente, ma il risultato suggerisce che potrebbe non essere direttamente imparentato con loro. Vediamo ora alcune di queste caratteristiche morfologiche:
La lunghezza, la proiezione del viso, la posizione anteroposteriore relativa del forame magno e delle fosse mandibolari, e la lunghezza e l'altezza della volta cranica avvicinano Sahelanthropus alle australopitecine.
Rispetto a Pan e Gorilla, Sahelanthropus presenta una faccia piรน verticale con un rostro antero-posteriore relativamente piรน corto e una base cranica posteriore in una posizione piรน anteriore.
Il contorno mediosagittale del neurocranio e lโaltezza relativa della faccia superiore separano Sahelanthropus da A. afarensis, Paranthropus boisei e da Australopithecus africanus.
La forma della volta cranica assomiglia a Pan troglodytes e Gorilla gorilla per via del contorno superiore basso e lungo del neurocranio, soprattutto nella parte anteriore all'apice della volta.
Il piano nucale di Sahelanthropus, tuttavia, รจ relativamente lungo, piatto e ruotato verso l'orizzontale come in A. africanus e A. afarensis.
L'altezza facciale relativa (dalla nasion alla prosthion) in Sahelanthropus รจ simile a quella di A. africanus e A. afarensis e H. habilis, ma piรน corta di quella di G. gorilla e P. troglodytes.
Sahelanthropus presenta alcune differenze, forse derivate, dai crani di Australopithecus e delle scimmie antropomorfe africane, in particolare nella faccia superiore (comprese le sovrastrutture orbitali, la glabella e il nasion), che sporge sostanzialmente davanti al neurocranio. Inoltre, la faccia di Sahelanthropus ha una premascella relativamente corta senza diastema e un prognatismo subnasale ridotto rispetto non solo a Pan e Gorilla ma anche ad alcuni rappresentanti cranici dell'Australopithecus.
Gli aspetti della struttura complessiva del viso di Sahelanthropus, ovvero faccia superiore sporgente e prognatismo sottonasale ridotto, assomigliano a quelli di H. habilis.
Sahelanthropus condivide molte caratteristiche apparentemente primitive con Pan e Gorilla, in particolare nel palato e nelle regioni della volta cranica diverse dal piano nucale. Ha anche un volume endocranico stimato di 360โ370 cc, il piรน piccolo finora documentato per un ominino adulto, ma compreso nell'intervallo degli scimpanzรฉ.
Sahelanthropus mostra diverse sinapomorfie da ominino tra cui un piano nucale lungo e piatto che รจ piรน orientato orizzontalmente rispetto alle scimmie africane; un basioccipitale accorciato; e un forame magno posizionato piรน anteriormente. Inoltre, la faccia di Sahelanthropus ha una premascella relativamente corta senza diastema e un prognatismo subnasale ridotto rispetto non solo a Pan e Gorilla ma anche ad alcuni rappresentanti cranici dell'Australopithecus.
Sahelanthropus condivide anche diverse caratteristiche craniche derivate con gli ominini successivi, specialmente nella volta cranica posteriore e nella base cranica, diverse da qualsiasi Australopithecus conosciuto. Molte di queste caratteristiche, come lโaltezza sottonasale, la protrusione palatale e la relativa proiezione facciale superiore, possono essere derivati in modo diverso rispetto a quelli dell'Australopithecus. Altri sono probabilmente primitivi o convergenti con Homo. Ad esempio, le porzioni superiori e mediane del volto di Sahelanthropus sono simili in larghezza, come in Pan e Homo, ma diversamente dalla configurazione a forma esagonale dell'Australopithecus, in cui la parte mediana del volto รจ piรน larga di quella superiore.
La forma cranica tridimensionale suggerisce che S. tchadensis si raggruppi feneticamente con gli ominini successivi piuttosto che con Pan, ma nel complesso non รจ piรน simile a qualsiasi altra specie di ominini piรน derivata. Si presume, quindi, che faccia parte di un clade di ominini primitivi ancestrali di tutti i generi successivi, inclusi Australopithecus e Homo. Altri membri di questo clade includono potenzialmente Ardipithecus e Orrorin. Inoltre, vi รจ anche il problema della paleobiogeografia degli ominini del Miocene superiore. Pertanto, sebbene Ardipithecus e Orrorin siano entrambi conosciuti nell'Africa orientale (rispettivamente in Etiopia e in Kenya), Sahelanthropus รจ stato rinvenuto nell'Africa centrale (Ciad), a circa 2.500 km a ovest della Rift Valley. Questo modello solleva interrogativi interessanti sulla filogenesi degli ominini. Infatti, tra Libia e Ciad ci sono stati scambi faunistici 7 milioni di anni fa, come attestano alcuni mammiferi, ma non sembra ci sia traccia di scambi faunistici tra il Ciad e lโAfrica Orientale. Tutti quegli interrogativi del tipo โรจ un ominino o un ominide, oppure uno scimpanzรฉโ servono proprio a far capire che, nonostante una moltitudine di dati, non รจ facile collocare una data specie in un determinato gruppo. Chi ha svolto questo lavoro, per esempio, indica che si tratta chiaramente di un ominino caratterizzato da un complesso mosaico di caratteristiche, a differenza del lavoro del 2020 che colloca Sahelanthropus in una sorta di limbo. A questo studio, possiamo aggiungerne un altro che riguarda la ricostruzione virtuale del cranio quasi completo, dei denti e di 3 frammenti mandibolari di S. tchadensis. Il cranio รจ interessante dal punto di vista della sistematica e ciรฒ che ne consegue รจ che questa specie รจ a tutti gli effetti un ominino e non รจ piรน strettamente imparentato con le grandi scimmie africane. L'analisi del basicranio, inoltre, indica che S. tchadensis potrebbe essere stato un bipede eretto, suggerendo che il bipedismo era presente nei primi ominini conosciuti e probabilmente sorse subito dopo la divergenza tra i lignaggi degli scimpanzรฉ e degli umani. Anche se ciรฒ non basta a capire se fosse un bipede abituale o obbligato, sappiamo almeno che era capace di stare in piedi.
Il cranio, analizzato virtualmente, รจ stato "smontato" lungo le principali crepe, liberato dalle deformazioni tafonomiche e ricostruito per rappresentare la sua forma originaria. Si nota innanzitutto che il cranio nel suo complesso appare piรน largo, con un contorno occipitale del sagittale piรน arrotondato e un piano nucale orientato in modo piรน orizzontale. Le orbite sono piรน grandi e di forma piรน circolare, mentre la faccia รจ piรน alta nella direzione supero-inferiore. Mostra diverse caratteristiche derivate condivise con gli ominini successivi, come una faccia relativamente verticale con una premascella corta anteroposteriore, un forame magno posizionato anteriormente collegato a un basioccipitale relativamente corto e un piano nucale relativamente piatto, ampio e orientato orizzontalmente. Queste caratteristiche, insieme ad altre caratteristiche dentali come lo spessore dello smalto, supportano la conclusione che Sahelanthropus sia un ominino. L'ipotesi che Sahelanthropus fosse bipede, una caratteristica importante degli ominini, รจ un po' azzardata da fare perchรฉ sono le componenti post-craniali, come il femore, a fornire maggiori informazioni sulla locomozione. Tuttavia, ciรฒ non esclude che il cranio possa fornire alcune informazioni biomeccaniche sulla specie in questione, ad esempio riguardo all'orientamento del collo. Esistono differenze sostanziali nell'orientamento del collo tra gli esseri umani e i primati non umani. Entrambi i gruppi riescono a muoversi con i loro piani orbitali, cioรจ attraverso la linea che unisce il margine inferiore e superiore delle orbite, approssimativamente perpendicolari al suolo. I primati, inoltre, orientano le vertebre cervicali superiori in modo piรน o meno perpendicolare al piano del forame magno, con un intervallo limitato di circa 10ยฐ di flessione ed estensione possibile a livello dell'articolazione cranio-cervicale. Nel caso degli esseri umani, l'angolo tra il forame magno e il piano orbitale รจ quasi perpendicolare (103,2 ยฑ 6,9), mentre in P. troglodytes e in altre specie con posture pronograde, รจ di 63,7 ยฑ 6,2ยฐ. In S. tchadensis, questo angolo รจ di circa 95ยฐ ed รจ simile a quello degli esseri umani e dei successivi ominini come A. afarensis ed A. africanus. Considerando che come quadrupede richiederebbe un angolo del collo molto esteso rispetto al piano del forame magno. Nonostante l'aumento di volume cerebrale rispetto alla lunghezza della base del cranio sia stato implicato nella rotazione orizzontale della base cranica posteriore, Sahelanthropus possedeva una capacitร cranica di 360-370 cc, una delle piรน piccole nel lignaggio umano, risultando simile a quella dello scimpanzรฉ. Tuttavia, il piano nucale piatto e orientato a circa 36ยฐ rispetto all'orizzontale di Francoforte lo avvicinano molto ad Homo e ad Australopithecus, allontanandola da Pan. Ciรฒ, perรฒ, non fornisce molte informazioni sulla locomozione di questa specie.
Vediamo cosa dice lo studio del 2005 sui denti. Il corpo del frammento mandibolare di S. tchadensis รจ piรน gracile, con una larghezza massima del corpo a primo molare inferiore perpendicolare all'altezza del corpo di 14,5 mm, rispetto ad altri esemplari. Presenta un grande foro mentale situato nella parte centrale del corpo sotto il quarto premolare mandibolare. Il margine anteriore della sinfisi รจ verticale, con la parte inferiore inclinata posteriormente. Il piano alveolare della sinfisi รจ inclinato di circa 45ยฐ rispetto al piano alveolare del corpo. I tori trasversali inferiore e superiore sono debolmente sviluppati (quello superiore รจ piรน grande) e delimitano una fossa genioglossa poco profonda con un ampio foro genioglosso. La corona del canino รจ piccola con un contorno asimmetrico in vista occlusale a livello della cervice, rotta apicalmente e usurata distalmente. La corona del canino รจ corta, ma la sua radice รจ sorprendentemente lunga. Il quarto premolare mandibolare รจ subrettangolare, con un talonide ben sviluppato distolingualmente e un trigonide allungato, parzialmente conservato, con un metaconide distinto posizionato distalmente. Il terzo premolare mascellare presenta un contorno della corona occlusale ovale, con una leggera concavitร sulla superficie mesiale sotto la cresta marginale. La superficie mesiale dello smalto mostra una faccetta di usura canina interprossimale ben delimitata sotto la cresta marginale mesiale, confermando l'assenza di un diastema tra il primo canino inferiore e il terzo premolare inferiore. Lo spessore dello smalto cuspidale postcanino in questi esemplari di S. tchadensis รจ intermedio tra i valori degli scimpanzรฉ e le australopitecine.
Sahelanthropus comprende ora un minimo di sei individui (un massimo di nove) provenienti da tre siti in una piccola area dell'unitร di antracoteridi. S. tchadensis condivide importanti caratteristiche derivate con altri ominini, tanto da essere considerata come tale. La specie risulta essere vicina all'ultimo antenato comune degli scimpanzรฉ e degli esseri umani. Nella dentatura, questi caratteri anatomici costituiscono un complesso canino-terzo premolare inferiore non levigato; assenza di diastema tra canino e terzo premolare inferiore; una sinfisi verticale con deboli tori trasversali; canini con corona piccola e radice lunga, corona canina inferiore con grosso tubercolo distale, entrambe le spalle molto basse; un terzo premolare superiore con superficie vestibolare fortemente inclinata; denti postcanini con spessore massimo dello smalto radiale intermedio tra scimpanzรฉ e le australopitecine; e morfologia occlusale postcanina bulbosa e leggermente crenulata. Tutti gli esemplari di premolari mandibolari di ominino provenienti da Toros-Menalla hanno lo stesso modello di radice, con due radici e tre canali pulpari separati in ciascun premolare (uno mesiale e due distali) che mantengono la presunta condizione primitiva per il clade Pan-Homo. I caratteri anatomici del nuovo materiale di S. tchadensis, come una corona canina inferiore con una distinta cresta marginale mesiale e una striscia di usura scanalata distale che termina su un grande tubercolo distale, confermano le differenze morfologiche della specie del Ciad rispetto alle scimmie africane e le sue affinitร morfologiche con il clade degli ominidi.
Bibliografia:
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Cranio di Sahelanthropus tchadensis. (A) visione frontale, (B) visione laterale, (C) visione dorsale, (D) visione basale (Brunet et al., 2002)


Breve elenco di alcune caratteristiche primitive e derivate di Sahelanthropus tchadensis


Posizione geografica del Chad


Mappa del sito fossilifero di Toros-Menalla. Modificata da Vignaud et al., (2002)






Ulna di Sahelanthropus tchadensis (Daver et al., 2022)
Femori di Sahelanthropus tchadensis, uomo moderno, scimpanzรฉ. scimpanzรฉ e orango. (A) visione anteriore, (B) visione posteriore, (C) visione laterale e (D) posteriore (Daver et al., 2022)
Femore di Sahelanthropus tchadensis rappresentato virtualmente (Daver et al., 2022)


Femore di Sahelanthropus tchadensis (Macchiarelli et al., 2020)




Analisi fenetica delle affinitร tra Sahelanthropus tchadensis e Pan, Gorilla e Homo (Guy et al., 2005)
Questo รจ un grafico scritto in inglese nel quale sono state aggiunte altre possibili specie, non ancora riconosciute come tali. Differisce da quello che si trova in genere sui libri del Paleoantropologo Giorgio Manzi, ma comunque mostra le varie affinitร morfologiche delle varie specie e il susseguirsi di esse nel corso del tempo. Essendo la nostra specie l'unica del genere Homo in vita, viene utilizzata come metro di comparazione e, quando una specie presenta delle affinitร , si troverร piรน a sinistra; se mostra caratteristiche differenti e divergenti, la specie tenderร ad essere posizionata verso destra. In questo caso, Sahelanthropus tchadensis si trova in una posizione particolare in quanto รจ molto "lontano" dalle morfologie tipiche di Homo, se non per alcune caratteristiche, ma nel complesso non รจ una specie distante quanto P. boisei. (Wood et al., 2020)


Sovrapposizione GLS e dei crani lateralmente. Gorilla(A), Pan troglodytes(B), Australopithecus afarensis (C), Australopithecus africanus (D), Sahelanthropus tchadensis (E), Homo habilis (F), Guy et al,, 2005


Ricostruzione del cranio di Sahelanthropus tchadensis e quello non ricostruito confrontati con quelli di uomo e scimpanzรฉ in orientamento orizzontale con la linea di Francoforte (Wolfpoff et al., 2006)




Alcuni denti di Sahelanthropus tchadensis (Brunet et al., 2002)
Porzione mandibolare con la serie dentale che parte dal terzo premolare al terzo molare. A destra la ricostruzione avvenuta attraverso la tomografia computerizzata. La barra misura 4 cm (Brunet et al., 2005)


(a) vista frontale, (b) corona posteriore del canino sinistro (capovolta orizzontalmente), (c), Vista vestibolare sinistra. (d), Scansione mediosagittale della sinfisi (M, mesiale; D, distale). (e) vista occlusale. (f) Ricostruzione tridimensionale ; Vista disto-linguale del canino sinistro (g) e disegno (h) che mostra la posizione della striscia di usura distale e della rientranza. Barra della scala, 4โcm (Brunet et al., 2005)


Terzo premolare mascellare destro. (a) visione occlusale e (b) visione mesiale (Brunet et al., 2005)
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