Evolution never sTOPS!

a person's mouth with teeth

Abbiamo dei denti...neanderthaliani?

Alcuni geni ereditati dai neanderthal influenzano ancora oggi la forma e le dimensioni dei nostri denti. Un'eredità antica che si nasconde...nel sorriso.

ANTROPOLOGIA FISICA: IL CRANIO

9/27/20252 min leggere

Secondo voi i nostri denti sono derivati, quindi comparsi di recente? Oppure si tratta di un’eredità antica? Beh, la risposta non è semplicissima e non è nemmeno scontata, ma ci sarebbe una forte componente... neandertaliana.

Cerchiamo di fare un piccolo ripasso per poi entrare nel dettaglio. In una ricerca pubblicata su Current Biology è stato rivelato un sorprendente legame tra la genetica neandertaliana e la morfologia dentale degli esseri umani moderni. Analizzando i dati genetici e dentali di oltre 880 persone, i ricercatori hanno scoperto che alcune varianti genetiche, ereditate dai Neanderthal, influenzano la forma e la dimensione dei nostri denti, una caratteristica che sembra banale, ma che può fornire preziose informazioni sull'evoluzione umana.

Quindi, queste regioni del genoma umano, sono legate allo sviluppo dei denti, e in particolar modo una è una variante genetica di origine neandertaliana. Questa variante, presente solo negli europei, influisce sulla “grossezza” degli incisivi, rendendoli più piccoli e sottili. Gli scienziati hanno scoperto che alcune variazioni dentali, come quelle legate a popoli asiatici, influenzano anche la forma e la larghezza dei denti. Un’eredità del genere però sembrerebbe non fornire nessun tipo di vantaggio, ma comporterebbe comunque qualche problemino indiretto a livello fisiologico.

Tra le 18 regioni genetiche identificate, 17 di queste erano precedentemente sconosciute, mentre una regione conteneva una variante neandertaliana. La particolarità è che alcuni geni dentali sono esclusivi di certe popolazioni umane e, come detto prima, i geni asiatici influenzano la forma degli incisivi e la larghezza dell’arcata dentale. Questo spiega in primis le variazioni anatomiche che ci sono tra le popolazioni.

Le regioni, comunque, comprendono il gene EDAR (varianti) che appunto ha un impatto sulle dimensioni dentali, specialmente nelle popolazioni asiatiche ed amerindie. L’EDAR mostra un effetto significativo sulla larghezza mesiodistale dei denti, influenzando maggiormente gli incisivi e i canini rispetto ai premolari e ai molari.

Ma anche altri geni sono molto importanti, infatti. Per esempio, il PITX2, che è fondamentale nello sviluppo dentale ed è coinvolto nella morfogenesi e nella dimensione dei denti. E i geni HS3ST3A1 e HS3ST3B1, che sono implicati nell’enzima della sulfatasi che regola la formazione della matrice della dentina, influenzando le dimensioni delle corone dentali.

Tra questi, il gene HS3ST3A1 è stato identificato come un gene che ha ricevuto varianti attraverso l’introgressione da Neanderthal, suggerendo che la variazione nelle dimensioni dei denti potrebbe essere stata influenzata dall’incrocio tra esseri umani moderni e Neanderthal, ed è comune nelle popolazioni europee.

Tutto questo è stato convalidato attraverso studi effettuati su topi knockout, cioè topi geneticamente modificati a cui viene disattivato un gene specifico, e i risultati sono molto interessanti (e in generale anche sull’uomo):

  • I topi con mutazioni in PITX2 e HS3ST3A1/HS3ST3B1 hanno mostrato alterazioni nelle dimensioni e nella forma dei molari, supportando il ruolo di questi geni nello sviluppo dentale.

  • PITX2 nei topi knockout causa arresto dello sviluppo dentale ai primi stadi, con molari ridotti e deformati.

  • HS3ST3A1/HS3ST3B1 nei topi knockout hanno mostrato anomalie nei molari, indicando l’importanza di questi geni nella morfogenesi dentale.

  • I denti si sviluppano in una sequenza antero-posteriore, con i denti anteriori (incisivi) che si sviluppano prima e quelli posteriori (molari) che si formano più tardi.

  • Le dimensioni dei denti variano tra popolazioni umane moderne, con evidenti differenze tra popolazioni africane, asiatiche ed europee, in gran parte dovute alla differente frequenza di varianti genetiche come quelle di EDAR e HS3ST3A1.

  • Le variazioni delle dimensioni dentali sono correlate ad adattamenti evolutivi, ma anche a fattori evolutivi neutrali che non sono necessariamente il risultato di selezione naturale.

Fonte: Qing Li, Pierre Faux, Emma Wentworth Winchester, et al. 2025: PITX2 expression and Neanderthal introgression in HS3ST3A1 contribute to variation in tooth dimensions in modern humans. Cell Reports, Volume 35, Issue 1, pp. 131–144.e6.