Evolution never sTOPS!

Alcune persone possiedono più DNA neanderthaliano rispetto ad altre

Come ben sappiamo, le popolazioni eurasiatiche possiedono circa 1-3% di DNA neanderthaliano, eppure non tutti possiedono la stessa quantità di geni.

OMININI: INCROCI E GENETICA

9/19/20252 min leggere

Come ben sappiamo, le popolazioni eurasiatiche possiedono circa 1-3% di DNA neanderthaliano, una percentuale non altissima dovuta in primis ai saltuari accoppiamenti tra le due specie e al fenomeno dell'introgressione: nei rari casi in cui nasceva un ibrido fertile, questo non si accoppiava con un altro ibrido, ma con uno dei due parentali, permettendo alle due specie di "rubarsi a vicenda" alcuni geni. Alcuni di questi geni hanno svolto un ruolo durante la resistenza al freddo glaciale, altri ci espongono a malattie, e così via.

Recentemente alcuni ricercatori hanno fatto una scoperta interessante: sembrerebbe che le popolazioni dell'Asia orientale possano raggiungere anche il 4% di DNA neanderthaliano, una differenza significativa rispetto all'1-3% riscontrato nelle popolazioni eurasiatiche in generale. Questo risultato è emerso da uno studio condotto su circa 4000 genomi di popolazioni umane antiche, datati fino a 40.000 anni fa. È particolarmente strano perché in Europa sono stati trovati la maggior parte degli individui neanderthaliani, mentre in Asia centrale abbiamo solo poche tracce genetiche e alcuni resti provenienti dai Monti Altai.

Come mai esiste questa discrepanza?

Tempo fa parlai di un argomento analogo, cioè come mai è rimasta stabile la percentuale di DNA neanderthaliano nelle popolazioni sapiens. È stato scoperto che molti di questi geni ancora portano benefici alle nostre popolazioni, quindi non sono stati completamente persi. Per quanto riguarda la perdita di geni, invece, la "colpa" fu del Neolitico, o meglio della comparsa di civiltà e di popolazioni non più nomadi che pian piano "assorbirono", a livello genetico, le ultime popolazioni di cacciatori-raccoglitori tra i 10.000 e i 5.000 anni fa circa.

I primi agricoltori dell'Anatolia cominciarono a mescolarsi con gli ultimi cacciatori-raccoglitori presenti sia in Europa occidentale che orientale, e proprio questi flussi migratori potrebbero aver giocato un ruolo fondamentale sui geni di origine neanderthaliana. Quando una popolazione migrante si ibrida con una popolazione locale nell'area in cui coabitano, la quota di geni della popolazione locale tende ad aumentare. Se da questa "nuova" popolazione migrano altrove altre piccole popolazioni o gruppi, nel corso del tempo questi ultimi incominceranno a presentare differenze rispetto alla popolazione originaria. Più ci si allontana dall'Africa, luogo dove si originò in Sapiens, maggiore sarà la quota di DNA proveniente dal Neanderthal.

Tutto ciò ha comportato una minore percentuale di DNA neanderthaliano dal Neolitico in poi rispetto alle popolazioni asiatiche che non sono state interessate da grandi flussi migratori, conservando una quota maggiore di geni neanderthaliani. La diminuzione coincise con l'arrivo dei primi agricoltori provenienti dall'Anatolia e dal Mar Egeo, i quali portarono con sé una percentuale neanderthaliana inferiore rispetto agli ultimi cacciatori-raccoglitori dell'Europa dello stesso periodo. Quindi, mescolandosi tra di loro, diluirono un po' di DNA neanderthaliano.

Fonte: Claudio S. Quilodrán et al. ,Past human expansions shaped the spatial pattern of Neanderthal ancestry.Sci. Adv.9,eadg9817(2023).