Evolution never sTOPS!

a close up of a monkey holding another monkey

Antichi utensili (2,9 milioni di anni circa) sono stati associati al genere 𝙋𝙖𝙧𝙖𝙣𝙩𝙝𝙧𝙤𝙥𝙪𝙨

I parantropi, i “cugini robusti” dell’uomo, usavano strumenti di pietra e svilupparono la più antica tradizione tecnologica intenzionale.

PARANTHROPUSAUSTRALOPITECINE E UTENSILI

8/23/20253 min leggere

Quando si parla di evoluzione umana, tendiamo sempre a considerare due aspetti fondamentali: l’evoluzione culturale e quella biologica. Si tende a dare il merito sempre al nostro genere (Homo) per aver inventato la cultura, o meglio utensili che fungessero da “protesi” per svolgere funzioni che con il solo nostro corpo biologico non è possibile svolgere. Per esempio, tagliuzzare la carne o elaborare altri oggetti con intenzionalità.

Arbitrariamente facciamo partire la nostra effettiva storia con Homo habilis, documentato in Africa circa 2 milioni di anni fa, ma la capacità di progettare non è una prerogativa del nostro genere (vi allego un vecchio articolo nei commenti).
Infatti, in questo studio vengono associati reperti litici al genere Paranthropus.

Per farla breve, quando si parla di evoluzione si prende in considerazione una sorta di biforcazione che si dirama a partire da un gruppo basale, il cosiddetto “antenato comune”. Nell’evoluzione umana il genere Australopithecus (fino a qualche tempo fa Australopithecus sediba) è considerato l’antenato comune del genere Homo e del genere Paranthropus, che si sono sviluppati in modo parallelo e indipendente occupando, sostanzialmente, nicchie ecologiche diverse. Quindi, i parantropi non sono diretti antenati del nostro genere, ma una sorta di lontani cugini che si sono sviluppati parallelamente.

I parantropi sono conosciuti anche come “australopitecine robuste”, proprio per via di alcuni caratteri particolari: denti grandi, tali da aumentare la superficie di masticazione, e in generale un apparato masticatorio molto robusto, capace di processare cibi duri.

Questa notizia, però, cambia un po’ il quadro della situazione, in quanto anche i parantropi utilizzavano utensili per scopi alimentari, e quindi si sposta, o meglio si “retrodata”, la comparsa della produzione litica intenzionale.

C’è da fare un appunto paletnologico: a differenza di altre testate non ho scritto che si tratta degli utensili più antichi, in quanto il sito archeologico più antico, al momento, è quello di Lomekwi, nel quale sono stati rinvenuti gli utensili in pietra più antichi (circa 3,3 milioni di anni). Come potrete leggere dopo, la scheggiatura parrebbe essere intenzionale ed elaborata, a differenza delle produzioni di Lomekwi che si avvicinano di più alla produzione dei primati moderni. Infatti, qui parliamo di “tradizione tecnologica”, quindi abbiamo a che fare con utensili prodotti con intenzionalità e con un progetto consolidato. Non sarebbe sbagliato dire al massimo “la tradizione intenzionale più antica”, questo perché i resti sono ben più antichi della cosiddetta “tradizione olduvaiana”, la tradizionale tecnologia dell’Africa Orientale.

A parte tutto questo preambolo, questa però non è una novità, perché già in passato era stato ipotizzato che il genere Paranthropus fosse in grado di utilizzare utensili. Un’idea inizialmente scartata perché era un po’ inconcepibile che un genere “poco intelligente” potesse essere in grado di fare ciò, soprattutto perché possedeva denti molto sviluppati, adatti proprio alla masticazione di una grande varietà di cibi duri: quindi, secondo la visione antropocentrica, non avrebbero avuto bisogno di utensili per mangiare.

Comunque, adesso la situazione sta cambiando proprio per i reperti rinvenuti in un sito nel Kenya sudoccidentale, sulle rive del lago Vittoria.

In parole povere, sono stati rinvenuti molari di parantropi assieme a ossa di ippopotamo e a utensili taglienti e modellati. Oltre ai vari studi etologici (li trovate nei commenti) riguardanti alcuni primati odierni che utilizzano utensili anche per scopi alimentari, si rafforza l’idea (finalmente!) che questa capacità non fosse (o meglio, non sia!) una prerogativa del nostro genere, ma anche di altri ominini e primati.

E che tipologie di utensili sono stati rinvenuti? Bella domanda. Nel sito, infatti, sono stati trovati:

  • utensili affilati per raschiare e tagliare;

  • blocchi di pietra da cui sono stati progettati gli utensili taglienti;

  • altri blocchi di pietra utilizzati per produrne altri attraverso colpi/percussione;

  • utensili ricavati da rocce ricche di riolite o quarzo.

Insomma, parliamo comunque di una cultura tecnologica già ben sviluppata, nella quale non si osserva una semplice scheggiatura delle rocce, ma l’applicazione di un progetto ben definito, come dimostrano i vari ruoli che assumono le rocce in base all’utilizzo. C’è anche una buona conoscenza del territorio circostante, e non è un elemento da sottovalutare.

E gli ippopotami?
Si tratta di resti macellati dagli utensili rinvenuti in loco, ma ciò non significa che il genere Paranthropus cacciasse. Infatti, come anche per H. habilis o comunque per le prime specie associate al genere Homo, questi avrebbero incontrato gli ippopotami morti, o sul punto di morire, e così facendo si sarebbero potuti procurare facilmente ossa e carne. Non si disdegna mai una “facile preda”.

Insomma, la produzione litica intenzionale è più antica di quanto studiato precedentemente, e non è a conti fatti una prerogativa del nostro genere.

Fonte testo e immagine: Thomas W. Plummer et al. Expanded geographic distribution and dietary strategies of the earliest Oldowan hominins andParanthropus.Science379,561-566(2023).