Evolution never sTOPS!

Circa 13.000 anni fa, una concatenazione di incendi causò una serie di estinzioni in America

A quel tempo, la cosiddetta Megafauna era già in crisi, e una serie di eventi diedero (letteralmente) il compo di grazia ad alcune specie.

MEGAFAUNA: ASCESA E DECLINOIL GENERE 𝙃𝙤𝙢𝙤

9/19/20252 min leggere

A quel tempo, la cosiddetta Megafauna era già in crisi, nel senso che i cambiamenti climatici resero vulnerabili gli ecosistemi mondiali e portarono queste grandi bestie sull'orlo dell'estinzione, il tutto 'grazie all'aiuto' dell'uomo che causò una serie di incendi che non diedero scampo a questi animali.

I fossili in questione sono stati rinvenuti a La Brea Tar Pits, nel sud della California, un sito caratterizzato da pozze di catrame che intrappolarono una moltitudine di animali, come le tigri dai denti a sciabola. È una situazione analoga a quella attuale, con una moltitudine di incendi che si innescano per via delle alte temperature, causando una serie di crisi biologico-ambientali. Fino a questa scoperta, i ricercatori non conoscevano l'effettiva causa dell'estinzione dei grandi mammiferi locali alla fine del Pleistocene, ma sapevano che l'ecosistema è cambiato in pochissimo tempo e che questi animali, come le tigri dai denti a sciabola, scomparvero improvvisamente. Tra i tanti animali rinvenuti nelle pozze di catrame ci sono coyote, bisonti, il leone americano, ecc.

Questi resti sono stati sottoposti alla datazione con il radiocarbonio, e si è rivelato molto utile perché le ossa non hanno subito i classici processi diagenetici; il catrame ha preservato il collagene delle ossa, rendendo precisa anche la datazione. Tra i resti animali abbiamo anche quelli vegetali, come il polline, e una moltitudine di tracce legate a incendi, indicando che questo cataclisma coincide con l'arrivo dell'uomo in zona. Infatti, la popolazione umana sembra essere cresciuta in poco tempo nel momento in cui l'ambiente venne sottoposto a una grave siccità.

Si svilupparono incendi estremi. La vegetazione, prima ricca di specie quali querce e ginepri, resistenti alla siccità, fu sostituita da erba e arbusti che facilitarono la manifestazione e l'espansione degli incendi, soprattutto tra i 14.000 e i 13.000 anni fa. Durante questo periodo si registra un clima estremamente caldo e secco, con un aumento della temperatura dell'aria di circa 5,6 °C. Quindi, sostanzialmente, gli incendi hanno comportato l'eliminazione di ginepri e querce, sostituiti da pini e chaparral (arbusti) più resistenti al fuoco. Ciò ha comportato l'eliminazione di ripari e nascondigli, e di conseguenza delle ombre che permettevano ai grandi animali di ripararsi dal caldo. Inoltre, questo sconvolse anche le catene alimentari: i flussi d'acqua vennero alterati, modificando anche le rotte migratorie degli animali.

L'uomo, arrivato in questi ecosistemi già resi vulnerabili dai cambiamenti climatici, ha innescato incendi che hanno comportato in primis l'eliminazione dei grandi erbivori. Fecero fatica a contenere il fuoco, soprattutto perché questa situazione permise al sottobosco infiammabile di creare una sorta di reazione a catena. L'incendio durò appena 200-300 anni, quindi potete solo immaginare come tutto l'ambiente circostante andò a fuoco, causando l'estinzione della Megafauna locale.

Fonte: F. Robin O’Keefe et al. ,Pre–Younger Dryas megafaunal extirpation at Rancho La Brea linked to fire-driven state shift.Science381,eabo3594(2023).