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Come l'uomo sopravvisse all'eruzione del vulcano Toba circa 74.000 anni fa
Alcuni reperti, ritrovati in Etiopia e datati a circa 74.000 anni fa, ci forniscono alcune interessanti informazioni su come l'uomo sopravvisse a questa grandissima eruzione.
𝙃𝙤𝙢𝙤 𝙨𝙖𝙥𝙞𝙚𝙣𝙨: LE ORIGINI
9/16/20252 min leggere
Alcuni reperti, ritrovati in Etiopia e datati a circa 74.000 anni fa, ci forniscono alcune interessanti informazioni su come l'uomo sopravvisse a questa grandissima eruzione, che influenzò le vite di tutti gli esseri viventi a quel tempo. Infatti, l'eruzione avvenne dal vulcano situato nell'attuale isola di Sumatra, tanto da creare una caldera di circa 60 km di diametro, occupata oggi dal lago Toba. In generale, questa grandissima eruzione causò un drastico cambiamento climatico che decimò le popolazioni umane (e non solo!).
La particolarità è che non tutti risentirono di questi cambiamenti, e lo sappiamo grazie proprio ad alcuni reperti rinvenuti nel sito di Shinfa-Metema 1, nell'Etiopia nord-occidentale. Questi reperti testimoniano la presenza di un'antica comunità di cacciatori-raccoglitori che visse durante il periodo dell'eruzione, e si tratta di migliaia di ossa di gazzelle, di giraffe, facoceri ed altri mammiferi che venivano sistematicamente cacciati. Oltre a questi, sono state trovate anche uova di struzzo che, molto probabilmente, vennero mangiate o i gusci vennero utilizzati per bere e conservare l'acqua. Gli umani presenti lì in Etiopia riuscirono, quindi, a sopravvivere all'eruzione cambiando un po' le loro abitudini, soprattutto dal punto di vista alimentare.
L'eruzione rese il clima più secco, e ciò coincide a livello paleontologico con un aumento della quantità di pesci rispetto ad altri resti di animali, con il trend che tornò alla normalità immediatamente dopo l'eruzione del Toba, senza che avvenisse nessuna estinzione di massa. Sostanzialmente, si allungò la stagione secca e ciò spinse i pesci in piccole pozze d'acqua, permettendo agli uomini di pescare con una certa facilità, compensando la scarsità di prede e di altri animali terrestri cacciati dall'uomo che, con la siccità, se ne andarono altrove. Durante l'eruzione, le pozze d'acqua della stagione secca e pochi laghi offrirono acqua dolce disponibile, perciò le persone e gli animali si concentrarono vicino alle pozze d'acqua e risultarono essere vulnerabili all'uomo, ed una volta "terminati" i pochi animali superstiti, l'uomo trovò sostentamento con il pesce, e se questo finiva migravano anche loro verso un'altra pozza d'acqua durante la stagione secca. Ciò potrebbe essere stato uno dei tanti fattori che portarono l'uomo (di nuovo) a migrare attorno ai 74.000 anni fa, anche fuori dall'Africa.
Quindi, i ricercatori pensano che le migrazioni possano essere avvenute anche in condizioni di clima secco, e non solo in periodi di grande umidità, e proprio la specializzazione dell'uomo nella pesca di pesci in piccole pozze d'acqua afferma quanto la nostra specie sia stata flessibile durante i grandi e rapidi cambiamenti climatici del Paleolitico medio. L'uomo migrava sia in periodi di grande umidità sia durante climi secchi, come indicato dai resti del sito etiope. Chi riusciva ad adattarsi ai climi secchi rimaneva, altrimenti migrava attraverso il Mar Rosso o lungo il Fiume Nilo, che non sembra essersi prosciugato durante i climi secchi ed aridi.
Ciò comunque permette di rivalutare l'entità dell'eruzione del Toba che, almeno sulle lunghe distanze, sembra non essere stata così devastante a livello globale. Alcuni ricercatori sostengono che l'eruzione abbia avuto un impatto minimo sul clima globale e sulle popolazioni umane, mentre altri indicano che questo evento abbia comportato un abbassamento globale delle temperature e la decimazione delle popolazioni umane, con conseguente collo di bottiglia. I dati ricavati in Etiopia indicano che potrebbero essersi verificate delle crisi demografiche solo in certe parti del mondo, e che grazie alle pozze ricche di pesci le popolazioni umane africane non sono state decimate, forse solo quelle che non erano in grado di pescare il pesce.
Fonte: Kappelman, J., Todd, L.C., Davis, C.A. et al. Adaptive foraging behaviours in the Horn of Africa during Toba supereruption. Nature 628, 365–372 (2024).
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