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A black and white photo of an animal skull

Come si è evoluta la mandibola moderna umana?

La mandibola è un elemento molto importante quando si parla di evoluzione umana, un tassello importante soprattutto quando si parla della nostra specie.

ANTROPOLOGIA FISICA: IL CRANIOSAPIENS: IL CRANIO

9/4/20252 min leggere

Come molte altre componenti ossee, l'evoluzione della mandibola ha sempre affascinato i paleontologi poiché, a seconda della specie, essa presenta forme e dimensioni molto variabili. Per studiare la variazione di queste caratteristiche, vengono analizzate due o più caratteristiche a un'età fissa, facendo una media degli individui o della popolazione (Allometria Statica). Le mandibole mostrano una morfologia "a mosaico", e le dimensioni variano tra Homo neanderthalensis, il primo Homo sapiens e quelli del Paleolitico superiore. Per condurre questo tipo di studio, sono stati raccolti e rappresentati dei punti sulla mandibola al fine di riprodurre il modello in 3D.

Lo scopo di questo studio è quello di esplorare il trend evolutivo della "gracilizzazione", ossia una mandibola relativamente sottile e leggera che caratterizza molte delle specie del genere Homo, e che è particolarmente evidente nella nostra specie. I primi individui associati alla nostra specie mostrano una mandibola "arcaica", mentre quelli successivi di Homo sapiens presentano una mandibola più "leggera" e sottile. Tuttavia, sia l'Homo sapiens arcaico sia quello moderno condividono alcune morfologie, come una protuberanza che noi conosciamo come "mento" e un'altezza del corpo che diminuisce antero-posteriormente.

La morfologia moderna della mandibola presenta una dimensione ridotta, ma non è stato un fenomeno così "lineare" o "semplice", poiché esistono/esistevano vincoli nella struttura, come l'ampiezza bicondiliare (tra i due condili della mandibola) e l'ampiezza bigoniale (distanza tra i gonion, l'angolo posteriore ad "L" alla fine della mandibola). Come già menzionato, le mandibole dell'H. sapiens primitivo sono più grandi di quelle del successivo H. sapiens e presentano una forma arcaica che, in parte, è spiegata dalla loro allometria statica. L'altezza del corpo mandibolare, che non è correlata alle dimensioni della mandibola, mostra un mento appena accennato e un'altezza del corpo decrescente, caratteristiche tipiche dell'uomo moderno. Ciò porta a comprendere che questi primi sapiens non erano individui di transizione, un "ponte" tra arcaico e moderno, ma piuttosto i primissimi rappresentanti della nostra specie.

Infatti, si osservano già i primi effetti di "gracilizzazione" dell'apparato masticatorio in forma e dimensioni, e ciò potrebbe essere in parte correlato ai cambiamenti dietetici e tecnologici. Un'arcata dentale ridotta, un mento più pronunciato, una piccola gonia e rami stretti sono caratteri che si manifestano maggiormente durante l'Olocene e potrebbero essere legati al Neolitico e successivamente alla Rivoluzione Industriale. Pertanto, la forma "derivata" o "moderna" riflette in gran parte la gracilizzazione attraverso il tempo e i modelli universali dell'allometria statica dell'adulto.

A questo proposito, l'ampiezza bicondilare e bigoniale era predittiva della forma complessiva nella maggior parte dei campioni. Valori grandi, tipici dei primi H. sapiens e dei Neanderthal, corrispondono a rami ampi, tacche mandibolari asimmetriche, condili bassi e gonia espansa, attualmente definite caratteristiche "arcaiche".

Fonte: Bergmann, I., Hublin, J.-J., Gunz, P., & Freidline, S. E. (2021). How did modern morphology evolve in the human mandible? The relationship between static adult allometry and mandibular variability in Homo sapiens. Journal of Human Evolution, 157, 103026.