Evolution never sTOPS!
Comportamenti ritualizzati nei primati non umani...
Studiare tutti gli altri primati ci permette di capire un po’ meglio noi stessi. E a volte è interessante scoprire che molti comportamenti sono simili ai nostri (e viceversa).
INFORMAZIONE SUI I PLATIRRINI
9/24/20252 min leggere
Studiare tutti gli altri primati ci permette di capire un po’ meglio noi stessi. Alcune volte crediamo che alcuni comportamenti siano unici della nostra specie, ma man mano che migliorano gli strumenti e aumentano i dati, si capisce che molti comportamenti che associamo alla nostra specie in realtà sono caratteristici anche di altre specie di primati, e possono essere caratteri che si sono evoluti in modo indipendente (convergenza evolutiva), oppure sono caratteri e/o comportamenti così antichi da essere stati tramandati da generazione in generazione. Come i comportamenti rituali.
Le scimmie cappuccine (Cebus capucinus) in Costa Rica hanno mostrato alcuni comportamenti non funzionali e ripetitivi che ricordavano una sorta di rituale: si mettevano le dita nel naso o nella bocca (dell’altro), si strappavano i peli e anch’essi venivano infilati in bocca, si forzavano le mascelle a vicenda e si scambiavano oggetti “sacri”: o gli stessi peli, oppure altri oggetti come frammenti di corteccia. In generale sono comportamenti che si sono dimostrati essere fastidiosi, e anche pericolosi dal punto di vista sociale.
L’ipotesi è che i rituali agirebbero come una sorta di “test sociali” che permetterebbero di valutare la qualità di un legame, ma anche raccogliere informazioni sull’affidabilità e sulla tolleranza del partner. Nei cappuccini i rituali possiedono caratteristiche ben precise: in genere coinvolgono solo due individui alla volta, possono essere inventati e trasmessi culturalmente e sono focalizzati su oggetti o parti del corpo. La ricerca è basata su 9.260 ore di osservazione e sono stati documentati circa 926 rituali. E la particolarità è che circa l’80% degli individui ha partecipato almeno una volta a un rituale.
Dal punto di vista evolutivo, i rituali nei cappuccini potrebbero essere un “precursore” dei rituali umani, indicando che i rituali sono, se vogliamo, parte integrante dei primati e non solo del genere Homo e di H. sapiens. Esistono tante culture distinte nei primati non umani. Il “problema” è che non si conosce ancora molto bene l’origine dei rituali: se sono stati appresi nel corso del tempo e trasmessi di generazione in generazione, o se esiste una base biologica. E soprattutto, sarebbe interessante scoprire se i rituali, come carattere evolutivo — indipendentemente dal fatto che siano un carattere culturale o biologico — svolgano un ruolo a livello sociale (testare o rinforzare i legami).
È interessante notare che nei rituali sono stati utilizzati tanti oggetti definiti “sacri”, come i peli strappati da altri primati, corteccia, legnetti utilizzati nei modi più disparati. Per esempio, venivano passati ripetutamente tra gli individui e i partner; a volte venivano recuperati con la bocca. Sembra che gli oggetti in sé non abbiano un significato o un valore, ma lo assumano durante questi rituali.
I ricercatori comunque hanno trovato dei parallelismi con alcuni giochi infantili, tipici dei nostri bambini, in cui gli oggetti assumono un’importanza solo se permettono l’interazione con gli altri individui, seguendo una sorta di regole, proprio come nei rituali.
Questi sono in generale i risultati dello studio:
I rituali nei cappuccini non servono a rafforzare dei legami già consolidati ed esistenti, ma servono per verificarli.
I legami sono coerenti con l’ipotesi del test zahaviano dei legami: azioni scomode o rischiose per valutare la forza della relazione.
Mancano segnali chiari di inizio e fine del rituale.
A differenza dell’uomo, il valore simbolico degli “oggetti sacri” non persiste al di fuori del rituale.
Similitudini con i giochi ritualizzati tra bambini: azioni arbitrarie, ripetute, divertenti e senza scopo immediato. Richiedono pratica e attenzione ai dettagli, un indicatore di investimento nella relazione.
I rituali nei cappuccini si basano su attenzione condivisa, uso di oggetti non utilitari e comportamenti rischiosi.
Non sono “rituali” nel senso rigido del termine antropologico, ma forme dinamiche e culturalmente trasmesse di interazione sociale.
Fonte: Perry, Susan e Smolla, Marco (2020). Capuchin monkey rituals: an interdisciplinary study of form and function. Phil. Trans. R. Soc. B 375: 20190422
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