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Dal prossimo anno cambieranno un po’ di regole legate alla tassonomia e alla classificazione

E questo grazie al Congresso Botanico Internazionale tenutosi a Madrid nel 2024.

MUSEOLOGIA NATURALISTICAPALEONTOLOGIA GENERALE: NOMENCLATURA E CLASSIFICAZIONE

9/28/20252 min leggere

Dal prossimo anno cambieranno un po’ di regole legate alla tassonomia e alla classificazione, e questo grazie al Congresso Botanico Internazionale tenutosi a Madrid nel 2024. In sostanza, i botanici hanno votato per la prima volta di cambiare tutti quei nomi scientifici che sono ritenuti razzisti e offensivi. Su circa 556 partecipanti, il 63% ha deciso per questo cambiamento. Naturalmente il voto è stato segreto, e questo ha un po’ gettato alcune ombre sull’effettiva votazione, ritenuta a tratti controversa.

Per esempio, si rimuoverà completamente il termine “caffra”, che caratterizza oltre 300 nomi scientifici, e verrà sostituito con “affra”, questo perché “caffra” è un insulto razzista usato durante l’Apartheid in Sudafrica. Dovyalis caffra, per esempio, diventerà Dovyalis affra. In sostanza, l’obiettivo è quello di eliminare termini razziali denigratori dalla nomenclatura scientifica, questo perché in primis un nome con un termine razziale e denigratorio porterebbe le persone a non fidarsi né della scienza né degli scienziati, oltre naturalmente a rendere più rispettosi i nomi delle specie che provengono dall’Africa.

Tutto questo entrerà in vigore dal 1° gennaio 2026, oltre ad avere un comitato apposito che valuterà se i nuovi nomi siano culturalmente offensivi. Inoltre, non si applicherà il tutto retroattivamente, quindi i nomi esistenti, a meno che non abbiano qualche problema simile a “caffra”, rimarranno invariati.

Questo però preoccupa alcuni botanici, in quanto potrebbe esserci un contrasto tra sensibilità sociale e scienza (o meglio la necessità di apportare nuove modifiche). In primis, il problema riguarda i database, e personalmente, lavorando con specifici software in ambito museale, potrebbe essere difficile modificare i nomi dei vari reperti in tutti i musei. Si creerebbe confusione nei vari database. Alcuni pensano che questo cambiamento possa avere degli impatti sulle leggi ambientali e sulla protezione di specie in pericolo. Inoltre, non è da sottovalutare il costo e i vari problemi logistici: già di per sé i fondi scarseggiano o sono mirati, difficilmente potrebbero essere stanziati dei fondi per finanziare questa tipologia di lavoro.

Oltre alla questione razziale, al congresso si sono soffermati anche sugli eponimi, cioè determinare una specie in base al nome di un personaggio storico realmente esistito. Diciamo che questo è un grosso problema, perché negli ultimi anni sono stati assegnati dei nomi assurdi. Ve ne elenco qualcuno:

  • Aleiodes shakirae: solo perché i movimenti di quest’ape ricordavano la celebre cantante;

  • Agra schwarzeneggeri: uno scarabeo che forse assomiglia all’attore (?);

  • Anophthalmus hitleri: uno scarabeo delle caverne slovene;

  • Aha ha: è una specie di imenottero.

Esistono tanti nomi, e alcuni hanno volente o nolente una rilevanza storica, e qui il discorso sfocerebbe nella cancel culture. Ma da uno che si occupa tuttora di collezioni, cambiare un nome, anche solo una vocale o una consonante, mi manderebbe nel panico. E proprio al congresso hanno parlato del valore degli eponimi, soprattutto quelli legati a figure controverse come Hitler.

Tanti sono contro questa decisione, come per chi si occupa di zoologia. Infatti, la Commissione Internazionale di Nomenclatura Zoologica (ICZN) ha deciso di non modificare alcun nome, anche se offensivo, per una semplice questione: praticità. Mentre la botanica si sta muovendo nella direzione opposta, a favore di cambiamenti più etici.