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Nuovo approccio per lo studio del dimorfismo sessuale nella nostra specie e negli ominini.

ANTROPOLOGIA FISICA: ARTI E DIMORFISMO SESSUALE

Mattia Papàro

11/17/20243 min leggere

Per dimorfismo sessuale si intende la differenza morfologica che esiste tra gli individui appartenenti alla stessa specie, ma di sesso differente. Per esempio, si può parlare della presenza o assenza di un dato carattere, come per esempio la coda del pavone maschio, oppure della differenza delle dimensioni corporee (l'individuo maschile è più grande di quello femminile, come nella maggior parte degli elefanti, oppure si può notare l'esatto contrario come in molte specie di aracnidi).

Il dimorfismo in Homo sapiens non è così "spettacolare" come in altre specie animali, tanto da rispecchiare il dimorfismo presente in buona parte dei primati (la diversa vocalizzazione e dimensione corporea, un bacino più largo e inclinato per le femmine, ecc.).

Ci sarebbe, però, un altro aspetto da non sottovalutare: il dimorfismo sessuale derivato dalla selezione di tratti muscolo-scheletrici specifici, che consentirebbero un aumento nelle prestazioni da combattimento negli individui maschili.
La "tecnica" più studiata è quella del pugno, quindi secondo questa ricerca, uomo e donna tirerebbero pugni 'differenti' tra di loro.

Gli scienziati hanno tenuto conto di diversi aspetti che hanno confrontato tra i due sessi, come la potenza di avviamento del braccio maschile e femminile (la produzione di energia per colpire con un pugno).

"Tirando" all'indietro il braccio, è stato notato che esiste una pronunciata differenza nella protrazione del braccio per spingere il pugno in avanti.

Allo stesso tempo, però, i ricercatori hanno scoperto che non vi è molta differenza nella forza di trazione dall'alto verso il basso, ovvero nelle abilità di lancio dall'alto.

I dati dello studio suggeriscono che la selezione sessuale si sia verificata sulle prestazioni muscolari associate alla flessione della spalla, e alla potenza di estensione del gomito.

Questa differenza di 'forza' è dovuta a molteplici fattori osseo-muscolari dei maschi rispetto alle femmine:

-in genere possiedono il 20-25% circa di contenuto minerale in più negli arti anteriori, che permettono una maggiore inserzione muscolare. Di conseguenza possiedono il 75-78% in più di massa muscolare;

-la differenza non è alta per quanto riguarda la percentuale di massa muscolare degli arti inferiori.

Non siamo così diversi dalle australopitecine, o dai nostri cugini ominini/ominoidi come scimpanzé, orango, gorilla ecc. Quest'eredità legata a questa serie di caratteri indicano che la selezione sessuale, sulla performance aggressiva maschile, ha svolto un ruolo importante nel sistema muscolo-scheletrico umano e dei primati nell'evoluzione del dimorfismo sessuale.

Questi studi risultano essere coerenti a molti altri studi che mostrano la connessione tra l'intensità dell'aggressività maschile, il dimorfismo sessuale e la specializzazione anatomica per il combattimento. Per esempio, I denti dei carnivori (in senso lato) e dei primati svolgono un ruolo importante nelle aggressioni inter-intra specifiche (tra specie diverse o tra individui della stessa specie). Anche solo mostrare i denti (come un canino ben sviluppato, come è possibile notare nei machaci o nei mandrilli) può rivelarsi un'ottima "arma".

Naturalmente i soli denti non bastano, bisogna aggiungerci anche le braccia del momento muscolare (quando vedete animali in posizione d'attacco, con gli arti anteriori rivolti verso il basso, pronti alla carica) che "chiudono" la mascella e i denti.
Insomma, così un animale risulta essere molto grande, pericoloso e minaccioso con questi arti anteriori capaci di 'afferrare' la preda o l'altro competitore.

La selezione sull'abilita di combattimento porta ad una differenza morfologica tra maschi e femmine in generale: la lunghezza dell'avambraccio e della massa muscolare degli stessi, del torace e delle spalle.

Negli esseri umani, ci si ferisce a vicenda con la protrazione del braccio che accompagna il pugno, che viene utilizzato come arma primaria. Un cranio robusto, gli arti corti, la postura del piede plantigrado e la postura bipede negli ominoidi permettono prestazioni aggressive più sviluppate.

Questo suggerisce che la postura bipede, comparsa in molti gruppi di ominoidi e primati, abbia permesso la specializzazione del pugno, con questa stessa specializzazione che potrebbe essere considerata un preadatamento al lancio dall'alto, che si svilupperà solo successivamente nelle australopitecine.

Fonte: Morris, J. S., Link, J., Martin, J. C., & Carrier, D. R. (2020). Sexual dimorphism in human arm power and force: Implications for sexual selection on fighting ability. Journal of Experimental Biology, 223(2), Article jeb213116.