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Gli enormi "paleo-tunnel" scavati dai cosiddetti 'bradipi giganti' in Sud America
Si tratta di colossali tane e tunnel che, precedentemente, erano state associate agli esseri umani in quanto non sembravano essere strutture naturali.
XENARTRI: ECOLOGIA ED ECOSISTEMI
8/31/20252 min leggere
Si tratta di colossali tane e tunnel che, precedentemente, erano state associate agli esseri umani in quanto non sembravano essere strutture naturali. Ne esistono molte in Sud America, alcune di esse sono datate anche tra gli 8.000 e i 10.000 anni e sono state associate a bradipi giganti terrestri, e ciò è stato possibile dedurlo proprio dalla presenza di tracce di artigli sulle pareti e sul soffitto di queste strutture. In effetti, segni netti del genere su superfici di granito, di arenaria e basalto sono difficilmente associabili ad eventi geologici.
Attualmente sono più di 1.500 i "paleotunnel" presenti solo nel Brasile meridionale e sud-orientale e sembrano essercene due tipi diversi:
quelli più piccoli, che raggiungono fino a 1,5 metri di diametro circa;
quelli più grandi che possono raggiungere i 2 metri di altezza e i 4 metri di larghezza circa.
Possono estendersi fino a 100 metri e occasionalmente diramarsi in camere separate e, riprendendo il discorso della composizione rocciosa delle strutture, si capisce che questi animali hanno prodotto queste strutture in un range temporale che si estende dal Plio-Pleistocene fino a circa 10.000 anni fa. Le pareti interne presentano graffi e solchi lasciati dagli animali che abitavano queste strutture "sinuose" che misurano fino a decine di metri di lunghezza, ed è per questo che a livello ichnologico strutture del genere prendono il nome di Megaichnus, costituito da due ichnospecie finora identificate: Megaichnus major e Megaichnus minor.
La maggior parte delle strutture sono costituite da solchi lunghi e poco profondi, paralleli tra loro, raggruppati e apparentemente prodotti da due o tre artigli. Sono comunque tagli perlopiù lisci, ma alcuni sembrano essere irregolari e potrebbero essere stati prodotti da artigli rotti. A livello statistico, metà delle specie di mammiferi presenti sulla Terra sono classificate come semi-fossorie, cioè trascorrono un po' di tempo all'interno delle tane, ma devono uscire da esse per nutrirsi. Il 3,5% circa delle specie viventi, invece, sono completamente fossorie, cioè trascorrono tutta la vita sottoterra e ciò serve per dire che la presenza di tane nel passato non doveva essere così rara, nonostante l'abbondante rintrovamento di resti di bradipi ed armadilli giganti. Magari questi tunnel preistorici sono crollati nel corso del tempo e solo pochi si sono preservati.
Questi tunnel non sono spiegabili dal punto geologico, o meglio non ci sono fenomeni naturali capaci di produrre tunnel del genere proprio per via della sezione ellittica o circolare delle strutture che si ramificano "scendendo" e/o "salendo" dall'entrata, con le strutture più grandi associate al genere Lestodon. Questo genere era caratterizzato da individui di grossa taglia che potevano raggiungere i 4,5 m circa di lunghezza e un peso complessivo di 2.590 kg, e quindi potete ora provare ad immaginare un po' come sono stati scavati questi tunnel.
Non si sa quale sia stata la funzione di questi tunnel, infatti i ricercatori non sono sicuri che questi vasti tunnel possano esser stati utilizzati per ripararsi dal clima, dall'umidità o dai predatori, ma sembra essere plausibile che questi tunnel possano essere stati "ereditati" dalle generazioni successive ed ampliati nel corso del tempo. Anche questa rimane al momento un'ipotesi, anche perché una tana piccola (come confermano anche altri animali odierni) avrebbe potuto offrire protezione o riparo.
Fonte immagine: Researchgate by Francisco Sekiguchi Buchmann (Renato Pereira Lopes et al., 2016)
Fonte testo: Lopes, R. P., Frank, H. T., Buchmann, F. S. de C., & Caron, F. (2016). Megaichnus igen. nov.: Giant paleoburrows attributed to extinct Cenozoic mammals from South America. Ichnos: An International Journal for Plant and Animal Traces, 24(2), 133–145.


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