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I primati e le "zattere naturali"
Popolare le isole oceaniche attraverso le "zattere naturali", forse, non è un fenomeno così probabile per animali di grossa taglia.
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8/31/20252 min leggere
Ho parlato dell'arrivo dei primati dall'Africa al Sud America attraverso delle "zattere naturali", ammassi di materiale galleggiante strappati da alcuni fenomeni violenti come una tempesta. Se parliamo di micromammiferi, come anche di lucertole, è uno scenario più che plausibile perché sono fenomeni che riusciamo a studiare anche dal "vivo", ma se estendiamo questo discorso ai grandi mammiferi, il discorso si complica, questo perché apparentemente ci sono certe isole che sembrano non aver mai avuto un collegamento con la terraferma, come nel caso del Madagascar.
Questo studio del 2019, condotto da un team dell'Università di Firenze, mette in discussione l'ipotesi delle zattere naturali e propone di studiare i fondali oceanici un po' più a fondo alla ricerca di qualche particolare ed insospettabile ponte continentale del passato. Riprendendo l'esempio del Madagascar, lemuri e carnivori, ma soprattutto ippopotami, non avrebbero mai potuto popolare quest'isola, distante più di 400 km dal continente africano. La situazione si complica proprio perché la separazione dall'Africa avvenne circa 160 milioni di anni fa, e raggiungerla in seguito non sarebbe stato possibile (le varie infraclasse si diversificheranno solo molto tempo più tardi).
Questa ricerca raccoglie tutti i dati e le variabili che devono essere soddisfatte affinché il fenomeno delle zattere naturali si verifichi, ed il tutto è stato elaborato con metodi statistici. Sono state prese in considerazione numerose variabili, come per esempio la velocità delle correnti oceaniche che da più di 20 milioni di anni si dispongono unidirezionalmente (dal Madagascar verso l'Africa, per intenderci). Le altre variabili sono forse quelle più importanti, in quanto tengono in considerazione il tempo durante il quale l'animale può vivere senza acqua e cibo, tenendo conto che alcune specie necessitano di una quantità elevata di alimenti che sarebbe impossibile trasportare per un sacco di tempo in mezzo al mare. Senza contare che alcuni di questi animali che hanno colonizzato il Madagascar pesano alcune tonnellate, quindi sarebbe stato impossibile trasportare grossi ippopotami attraverso resti vegetali ammassati a mo’ di zattera.
Vediamo alcune variabili che devono essere rispettate affinché possa essere sostenibile il trasporto attraverso le "zattere":
Variabili biologiche ed ecologiche. Organismi poichilotermi (es. rettili) possono diffondersi un po' ovunque, in quanto sono caratterizzati da bassi tassi metabolici e non necessitano di grosse quantità di cibo per sopravvivere anche alle attraversate transoceaniche (come per i primati verso il Sud America), ma per organismi omeotermici verso le isole oceaniche risulterà essere molto difficile e problematico;
Le caratteristiche delle zattere e le variabili fisiche. Oltre alla composizione ed alla consistenza, una zattera deve essere sufficientemente spaziosa per ospitare un ampio numero di gruppi di individui, sani e riproduttivi, che possano vivere separatamente per poi "incontrarsi" successivamente in modo tale da prevenire problemi di consanguineità, la deriva genetica e l'estinzione. La struttura in generale deve trasportare provviste sufficienti per sopravvivere al viaggio (giocherebbe un ruolo fondamentale anche la tipologia di vegetale trasportato), deve essere resistente alla forza dell'acqua e alle forti correnti e resistere alle alte velocità. Inoltre, il mare espone gli organismi ad elevate concentrazioni di sale, elevate escursioni termiche e di umidità e, quindi, soggetti alla disidratazione.
Qui entra in gioco la fortuna, in quanto una fortunata combinazione di queste variabili (e di altre non elencate) renderebbe impossibile un trasporto su zattera. I ricercatori concludono dicendo che, con molta probabilità, anche per quanto riguarda il Madagascar, è più probabile che sul fondo dell'oceano possano essere presenti tracce di antichi ponti continentali che hanno collegato le isole oceaniche al continente. Grandi animali come ippopotami e lemuri necessitano di un gran numero di risorse per sopravvivere.
Fonte: Mazza, P. P. A., Buccianti, A., & Savorelli, A. (2019). Grasping at straws: a re-evaluation of sweepstakes colonisation of islands by mammals. Biological Reviews, 94(3), 956–972.
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