Evolution never sTOPS!

a black and white photo of a human skull

Il bacino nell’evoluzione umana

Il bacino svolge molte funzioni, ma in questo caso ci concentriamo sulle implicazioni con il parto e con i costi energetici legati alla locomozione

ANTROPOLOGIA FISICA: IL BACINOIL GENERE 𝙃𝙤𝙢𝙤

9/4/20253 min leggere

Anche se è del 2015, questo lavoro parla di come la struttura delle pelvi rifletta alcuni adattamenti che hanno accompagnato gli ominidi negli ultimi circa 7 milioni di anni. Si ritiene in generale che la forma del bacino femminile rifletta una sorta di "compromesso evolutivo", poiché una struttura delicata come questa consente la nascita di un bambino con un cervello grande, mentre un bacino stretto consente un'efficiente locomozione bipede. Questi due punti sono importantissimi perché il genere Homo è caratterizzato proprio dalla comparsa di un cranio di grosse dimensioni, mentre la locomozione bipede è stata di fondamentale importanza sia per noi che per il resto degli ominidi.

Ma ritorniamo a questo compromesso evolutivo. Il parto umano è un evento tanto affascinante quanto difficile a livello biologico e fisico, e una differenza nel bacino potrebbe indicare variazioni nelle prestazioni sportive tra uomini e donne.

A livello teorico, un bacino più ampio negli individui femminili aumenterebbe il costo metabolico legato alla locomozione, diminuendo così l'efficienza dei muscoli abduttori dell'anca, i quali stabilizzano la regione pelvica durante la fase di supporto su una gamba durante la camminata o la corsa, richiedendo quindi più forza a tali muscoli.

I ricercatori hanno voluto verificare questo concetto teorico con veri e propri volontari sottoposti a vari test. Il risultato è che la larghezza del bacino non influenza significativamente la corsa o la camminata e non fornisce informazioni preliminari consistenti riguardo ai muscoli abduttori dell'anca e al costo metabolico sia nelle donne che negli uomini. In sostanza, sia gli uomini sia le donne, nonostante abbiano bacini di dimensioni diverse, sono ugualmente efficienti sia nella camminata che nella corsa.

Quindi, se un canale del parto ampio non aumenta i costi metabolici della locomozione per la donna, si ritiene che un bacino largo sia stato selezionato (o meglio, che siano stati selezionati individui femminili con un bacino largo) poiché sarebbe in grado di sostenere meglio la nascita di un bambino. Inoltre, esistono altri fattori che sembrano influenzare la dimensione del bacino delle donne e quella del feto.

Entriamo leggermente nel dettaglio (per chi vuole approfondire)

Il bacino umano svolge molteplici funzioni: supporta l'individuo nella locomozione, si adatta al clima, gioca un ruolo fondamentale nel parto dei bambini e supporta i visceri. Un bacino largo riduce l'ostruzione del canale durante il travaglio, un fattore che si è rivelato cruciale nel Pleistocene medio. Con l'evoluzione (indipendente) di una capacità cranica maggiore in tempi relativamente brevi, gli ominidi di quel periodo avrebbero potuto incontrare difficoltà nel partorire in modo efficiente. Fortunatamente, è stato sviluppato in epoche precedenti un bacino più ampio, un carattere già presente negli australopitecini.

Le donne sin dall'antichità hanno cacciato e viaggiato per svariati chilometri al giorno, il che rende questo studio di particolare interesse. L'esperimento aveva lo scopo di confermare o confutare l'ipotesi secondo cui una regione pelvica più ampia facilita la nascita di bambini con un grande cranio, mentre un bacino stretto potrebbe aumentare l'efficienza locomotoria.

I primi risultati indicano quanto segue:

  • L'ampiezza biacetabolare non è correlata al costo locomotore e la produzione di forza dei muscoli abduttori dell'anca sembra influenzare solo minimamente i costi metabolici legati alla camminata o alla corsa.

  • Non vi è alcuna differenza significativa nell'efficienza locomotoria tra uomini e donne.

Pertanto, se un bacino largo non aumenta i costi locomotori, ci si chiede perché tale struttura sia risultata efficiente sin dal Pleistocene senza favorire bacini ancora più ampi. Ecco tre possibilità:

  1. La selezione di bacini più stretti potrebbe essere legata a una riduzione di infortuni o all’aumento della velocità. L’efficienza nella camminata o nella corsa tra uomo e donna non cambia, ma il rischio di infortuni al ginocchio risulta essere 4-6 volte maggiore nelle atlete rispetto agli atleti; pertanto le donne parrebbero essere caratterizzate da una corsa un po’ più lenta dovuta a una maggiore concentrazione di tessuto adiposo.

  2. L’ampiezza pelvica potrebbe essere legata alla termoregolazione. L’ampiezza della regione pelvica varia ecogeograficamente e risulta essere più piccola nelle popolazioni che vivono a basse latitudini, poiché sembrerebbe ridurre al minimo la produzione di calore attraverso una massa corporea ridotta. Qui il parto non risulta intaccato, in quanto aumenta il diametro di alcune porzioni antero-posteriori e inferiori delle pelvi.

  3. La diminuzione della statura, l’aumento di malattie, la malnutrizione e l’insufficienza di vitamina D dovuta alla mancanza di esposizione alla luce solare possono comportare una riduzione della crescita della regione pelvica, aumentando notevolmente il rischio di mortalità durante il parto, sia nelle popolazioni arcaiche che in quelle moderne. Inoltre, l’obesità materna (ridottissima nel passato) aumenterebbe la possibilità che il bambino nasca con un peso ≥ 4000 g.

Fonte: Warrener, A. G., Lewton, K. L., Pontzer, H., & Lieberman, D. E. (2015). A wider pelvis does not increase locomotor cost in humans, with implications for the evolution of childbirth. PLoS ONE, 10(3), e0118903.