Evolution never sTOPS!
Il cerchio, forse, è l'antenato dell'arte preistorica
Per molti potrebbe non c'entrare nulla, eppure tutto potrebbe essere partito dal cerchio.
SAPIENS: ARTE E SOCIETÀ
9/16/20252 min leggere
Chi di voi ricorda la pubblicità della Mediolanum? C'era un signore che, con un bastone (credo!), creava un cerchio attorno a lui su quello che sembra essere sabbia, o comunque un substrato che la ricorda. Bene, in Sudafrica sono stati rinvenuti cerchi "fossili" nella sabbia che potrebbero essere una sorta di opere artistiche associate alla nostra specie. Questi cerchi si formano anche in condizioni ventose, che possono creare queste strutture, soprattutto quando l'estremità di un oggetto viene ruotata passivamente sui sedimenti.
La prima descrizione di questi cerchi risale addirittura al 1886, ma solo tra il 2018 e il 2024 sono stati fatti notevoli passi avanti nella spiegazione di questi cerchi, datandoli tra i 600 milioni e i 60 milioni di anni fa. Sono stati realizzati su superfici del Pliocene e del Pleistocene, e sembra che, in primo luogo, i cerchi o i graffi abbiano, invece, appena 100.000 anni. Tuttavia, non tutti i cerchi sembrano essere stati creati dall'uomo. Infatti, esistono casi documentati di piante che creano strutture circolari, ma anche altri segni presenti su pareti rocciose e perpendicolari alle superfici di piano di stratificazione.
Esistono due possibili spiegazioni per queste strutture relativamente profonde e circolari. Come detto prima, un caso è tipico di una pianta e l'altro riguarda ominini ancestrali che hanno lasciato tracce nella sabbia su roccia conosciuta come eolianite (una roccia formata per litificazione dei sedimenti depositati da processi eolici). I ricercatori ipotizzano che questi antichi umani abbiano potuto trarre ispirazione dalla pianta e, per imitazione, abbiano tentato di riprodurre cerchi sulla sabbia. Questa potrebbe essere la più antica prova di paleoarte, ovvero della creazione di forme d'arte antiche e primitive.
La costa meridionale del Capo è ricca di opere artistiche preistoriche, come ad esempio la famosa grotta di Blombos. Il più antico ammoglifo è datato a circa 139.000 anni fa e realizzato attraverso una tecnica conosciuta come Luminescenza Otticamente Stimolata (OSL). Quindi, sembra probabile che questi primi artisti abbiano utilizzato la sabbia come una sorta di "proto-tela", che risultava essere più semplice rispetto alla creazione di pitture sulle pareti delle grotte. È anche probabile che utilizzassero frammenti di roccia, alberi, conchiglie e ossa. Un po' come i bambini che compongono piccole composizioni con le conchiglie sulla battigia delle spiagge.
Ciò confermerebbe comunque che gli antichi umani fossero consapevoli del loro ambiente, imitando ciò che incontravano. È un chiaro esempio di biomimetica. Per questo non sembra impensabile che questi antichi umani abbiano notato le forme circolari rilasciate dalle piante e poi provato a replicare queste forme sulla sabbia. Questo sarebbe stato possibile ancorando un’estremità di un bastone biforcuto nella sabbia e facendo roteare l’altra estremità, creando così un cerchio semi-perfetto. Si potevano creare forme simili inginocchiandosi e mettendo il gomito sulla sabbia, ma la posizione del gomito e la flessione o l’estensione del polso compromettevano la simmetria, come indicato da quello che gli autori chiamano "ammoglifo di De Hoop", che suggerisce proprio questo meccanismo.
L'arco creato dalle piante è più perfetto, e la tecnica del bastoncino permette di avvicinarsi alla "perfezione" delle forme naturali. Stando alla struttura dell'ammoglifo di De Hoop, è stato possibile stimare la lunghezza dell'avambraccio, arrivando alla conclusione che potrebbe essere stato creato da un bambino o da un adolescente, o al massimo da un adulto di piccole dimensioni. Non si tratta di creazioni spettacolari, ma è probabile che queste forme abbiano potuto innescare tutte le tecniche utilizzate successivamente nelle pitture rupestri. Si può dire che l'imitazione sia il precursore dell'arte così come la conosciamo, e che nel corso dei secoli abbia influenzato il suo sviluppo.
Charles W. Helm, Robin M. Catchpole, Hayley C. Cawthra, Richard M. Cowling, Jan C. De Vynck, Mark G. Dixon, Renée Rust, Willo Stear, Guy H.H. Thesen, Scratch circles and circular purported ammoglyphs: Novel observations from the Cape south coast of South Africa, Proceedings of the Geologists' Association, Volume 135, Issue 3, 2024, Pages 247-259, ISSN 0016-7878.
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