Evolution never sTOPS!

Il più antico girino mai scoperto
Questo fossile è stato trovato in Patagonia e mostra che già nel Giurassico gli anuri erano caratterizzati da un ciclo vitale estremamente simile a quello odierno.
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9/27/20252 min leggere
In Patagonia è stata fatta una scoperta davvero molto interessante. Si tratta del più antico girino mai trovato ed è antico di circa 161 milioni di anni. È eccezionalmente preservato ed è stato attribuito alla specie Notobatrachus degiustoi. Ma le sorprese non sono finite qui, in quanto questo fossile ci racconta com’era, a quel tempo, il ciclo delle rane nel Giurassico e... il ciclo è praticamente simile a quello odierno.
Il ciclo era caratterizzato da una prima fase, quella larvale, seguita poi dalla metamorfosi in adulto. Insomma, la comparsa di questa caratteristica è più antica di quanto ipotizzato.
Per essere precisi, N. degiustoi è un “anuro stem-group”, cioè si trova vicino alla “base” di quelli che saranno gli effettivi antenati delle attuali rane. Il fossile è stato ritrovato nella Formazione La Matilde, in Patagonia argentina, e mostra quindi come questo carattere non solo fosse diffuso in gruppi vicini a quelli che daranno poi vita agli anuri odierni, ma è un carattere che si è stabilizzato a livello evolutivo, cioè il ciclo è mutato poco a livello temporale (Evoluzione Stabilizzante).
Il fossile poi si è preservato eccezionalmente, e sono visibili occhi, nervi e tessuti molli. Ciò che si può notare è la presenza di strutture tipiche del sistema di alimentazione “per filtrazione” degli odierni girini. Lo scheletro iobranchiale, infatti, presenta tratti quali commissurae terminales e proximales, ceratohyale con placca orizzontale, proiezioni spinose sui ceratobranchi. Inoltre, anche il meccanismo è simile a quello odierno: infatti, è presente una pompa buccale continua che permette di filtrare le particelle di cibo dall’acqua.
Per quanto riguarda le dimensioni, invece, poteva raggiungere una lunghezza di 159 mm ed era prossimo alla metamorfosi, contando che anche l’adulto presentava dimensioni notevoli, in quanto la lunghezza rostro-cloacale poteva raggiungere i 150 mm. Il gigantismo negli anuri è molto raro ed è un fattore del tutto indipendente da quello degli anuri moderni. Potrebbe essere legato a uno sviluppo prolungato in stagni effimeri (corpi d’acqua temporanei), privi di predatori e ricchi di risorse. Quindi, questa specie probabilmente viveva in stagni d’acqua dolce stagionali, e proprio l’assenza di predatori (pressioni selettive) permetteva uno sviluppo così lungo.
Ciò che ne consegue è che l’evoluzione del corpo larvale, così come dell’apparato filtrante, comparve almeno all’inizio del Giurassico, proprio in presenza di pressioni selettive stabili (es. assenza di predatori, corpi d’acqua relativamente stabili a livello geologico e ambientale), con questi ambienti che hanno modellato il ciclo che possiamo ammirare anche negli anuri odierni.
Fonte: Chuliver, M., Agnolín, F. L., Scanferla, A., Aranciaga Rolando, M., Ezcurra, M. D., Novas, F. E., & Xu, X. (2024). The oldest tadpole reveals evolutionary stability of the anuran life cycle. Nature, 636, 138–142.
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