Evolution never sTOPS!

A table topped with candles and plates of food

Il più antico rituale aborigeno etnograficamente documentato risale a 12.000 anni fa circa

Si tratta, forse, di una scoperta molto interessante, in quanto rappresenta un "rituale fossilizzato" di cui abbiamo prove dirette.

SAPIENS: ARTE E SOCIETÀ

9/23/20254 min leggere

Quando parliamo di società senza scrittura, le tracce più antiche di rituali etnograficamente noti sono molto rare e difficilmente molto antiche; al massimo si può risalire a qualche centinaio di anni. Qui c’è da fare una premessa: non si parla del rituale più antico perché, come ben sapete, tracce di rituali esistono e sono ben più antiche, ma le tracce paleontologiche e paletnologiche sono relativamente scarse, quindi bisogna sempre comporre un piccolo puzzle per ipotizzare la tipologia di rituale. Qui, invece, ci sono prove ben più solide.

I ricercatori in questione hanno chiesto, in primis, il permesso agli anziani aborigeni Gunaikurnai di scavare nei loro territori, e per la precisione nella grotta di Cloggs, ai piedi delle Alpi australiane. Si sa che non veniva utilizzata per viverci, almeno fino alla metà del diciannovesimo secolo, ma era una sorta di rifugio isolato che veniva usato per rituali da uomini e donne di medicina aborigena chiamati “mulla-mullung”. Proprio qui sono stati scoperti delle sorte di caminetti in miniatura sepolti e risalenti a un periodo compreso tra 11.000 e 12.000 anni fa, e vicino ad essi sono stati trovati manufatti in legno di 𝘾𝙖𝙨𝙪𝙖𝙧𝙞𝙣𝙖 (una pianta pioniera) ricoperti di grasso animale o umano. Questi reperti sono il frutto di una cultura e di pratiche rituali trasmesse per 500 generazioni, e ciò che ne consegue è che si tratta, in primis, della prima pratica rituale etnograficamente documentata caratterizzata dalla presenza dei più antichi manufatti in legno australiani. Ma la storia che c’è dietro è molto interessante.

Ma andiamo con ordine e non perdiamo dati per strada.

Questa notizia è molto interessante perché non si tratta di una semplice trasmissione culturale associata alla “copiatura” di un oggetto: vedo come si realizza un oggetto da una persona, imito il gesto e lo riproduco. Qui si tratta di una sorta di “libretto d’istruzione” tramandato nel corso di generazioni e trasmesso solo da poche persone, quelle che si occupavano del rituale. Insomma, si tratta di strumenti creati attraverso uno scambio di informazioni intenzionale.

La struttura è particolare, in quanto si tratta di un piccolo caminetto con all’interno un bastone di legno ricavato dal tronco di un albero di 𝘾𝙖𝙨𝙪𝙖𝙧𝙞𝙣𝙖 𝙨𝙥.. Ogni bastone era stato lavorato tagliando o raschiando i rametti fino a rendere la struttura sostanzialmente liscia, e la particolarità è che ogni bastone era spalmato di tessuto adiposo.

Ogni bastone, quindi, è stato posto in uno di questi caminetti con un fuoco a bassa temperatura che ha bruciato per un tempo limitato, senza arrivare alla combustione completa dei rami intagliati. La particolarità è che le installazioni sono state realizzate nella profondità della grotta, in un contesto isolato, forse inaccessibile agli altri membri del gruppo, in quanto non ci sono tracce di altre attività lavorative quotidiane. Ma ciò che gioca a nostro favore è che, dopo questo rituale, ogni caminetto con il legno intagliato è stato subito seppellito, e questo, a livello tafonomico, è un bene perché il legno, in queste condizioni, si deteriora facilmente. Inoltre, non sono stati più toccati fino al 2020.

Ma la particolarità risiede proprio nell’attuale popolazione: anche se non più usate, queste tradizioni sono state trasmesse oralmente di generazione in generazione, con l’eccezione di altri camini utilizzati nel diciannovesimo secolo nello stesso modo. Insomma, una pratica culturale che per circa 12.000 anni non ha subito grosse modificazioni ed è stata tramandata oralmente e che, cosa molto importante, non ha subito influenze dalle pratiche di copiatura. I rituali si svolgevano in luoghi appartati, e nessuno vedeva come si preparavano questi oggetti, come raccontato dai Gunaikurnai. E, come detto prima, le componenti in legno si deterioravano nel giro di pochi anni o al massimo decenni, e ciò impediva che venissero visti (e copiati) dal resto della popolazione.

Anche la grotta di Cloggs ha la sua importanza, in quanto contiene una serie di caratteristiche archeologiche tipiche delle installazioni e delle pratiche rituali dei Gunaikurnai. Le seguenti caratteristiche rituali risalgono a vari periodi che, insieme, abbracciano circa 23.000 anni, indicando che la grotta è stata utilizzata per una serie di attività rituali in questo arco di tempo. Come testimoniato dalle stalattiti rotte, i primi rituali potrebbero essere antichi anche di 25.000 anni, come dimostrano i bulk (ciottoli), il groggin e il kiin (cristalli). Secondo gli attuali Gunaikurnai, ciascuno di questi oggetti possedeva un “potere magico” utilizzato anche nell’ambito medico. Come (non) documentato dal sito, la grotta è stata frequentata dai cosiddetti mulla-mullang, donne e uomini di medicina che praticavano magia e rituali in luoghi appartati.

Oltre alle installazioni rituali, è stato trovato anche, a bordo del caminetto, un singolo escremento tipico del wombat (𝙑𝙤𝙢𝙗𝙖𝙩𝙪𝙨 𝙪𝙧𝙨𝙞𝙣𝙪𝙨), l'unica specie di wombat nota per aver vissuto nell'Australia sud-orientale durante il Pleistocene terminale e l'Olocene. Il V. ursinus è un graminivoro fossorio (che si nutre principalmente di erba) che defeca più escrementi contemporaneamente e normalmente non occupa grotte. L'escremento è intero e non bruciato ed è l'unico escremento di wombat nell'intero deposito. La sua posizione, immediatamente sul bordo del caminetto, indica che è stato posizionato manualmente lì come parte dell'installazione del caminetto con bastone.

Il caminetto era costituito da rocce calcaree bruciate in modo irregolare, con un diametro massimo di 15-20 cm e solo una ventina di minuscoli pezzi di carbone. I due bastoni di legno rifilati associati ai caminetti hanno ciascuno una punta leggermente carbonizzata. Sono entrambi di 𝘾𝙖𝙨𝙪𝙖𝙧𝙞𝙣𝙖 𝙘𝙪𝙣𝙣𝙞𝙣𝙜𝙝𝙖𝙢𝙞𝙖𝙣𝙖 𝙤 𝘾𝙖𝙨𝙪𝙖𝙧𝙞𝙣𝙖 𝙜𝙡𝙖𝙪𝙘𝙖. Come detto prima, i bastoni sono stati deliberatamente alterati e quindi utilizzati per alimentare un piccolo fuoco o sono caduti nel fuoco prima che si verificasse la carbonizzazione completa. L'atto di tagliare ordinatamente i rametti più piccoli a filo con lo stelo, per rendere la superficie del bastone liscia e dritta, è insolito. Se il bastone fosse stato usato solo per accendere o alimentare un fuoco, non ci sarebbe stato bisogno di rimuovere questi rametti più piccoli.

I lipidi ricoprono l'area di colore più chiaro non carbonizzata del legno, probabilmente proteggendo questa sezione del bastone nel processo. Le analisi chimiche con cromatografia liquida e gassosa-spettrometria di massa (LC-MS e GC-MS) hanno identificato 16 acidi grassi, tra cui quelli presenti in abbondanza nel grasso animale o umano e acidi grassi tipici di alcune specie animali australiane. I caminetti in miniatura sono insoliti nell'archeologia australiana, sia per le loro piccole dimensioni sia per la loro associazione con un singolo bastone dritto, leggermente bruciacchiato ma in gran parte non bruciato.

Fonte: David, B., Mullett, R., Wright, N. et al. Archaeological evidence of an ethnographically documented Australian Aboriginal ritual dated to the last ice age. Nat Hum Behav 8, 1481–1492 (2024)