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Il ruolo delle maree
Che le maree abbiano giocato un ruolo fondamentale nel popolamento dei vertebrati sulla terraferma è più che assodato, ed è interessante analizzare alcuni punti di questa ricerca.
TETRAPODI: LA CONQUISTA DELLA TERRAFERMA
9/16/20252 min leggere
Che le maree abbiano giocato un ruolo fondamentale nel popolamento dei vertebrati sulla terraferma è più che assodato, ed è interessante analizzare alcuni punti di questa ricerca. Le maree trasportarono gli antichi pesci sulla terraferma circa 400 milioni di anni fa, risultando essere più forti e invasive proprio grazie alla vicinanza della Luna che, come ben sappiamo, si allontana ogni anno di circa 4 cm. La Luna, più vicina, generava escursioni di marea ben più ampie rispetto a quelle attuali.
Le maree, sostanzialmente, lasciavano i pesci nelle pozze sulla terraferma o sugli scogli.
C’erano due tipologie di pesci: quelli che riuscivano a sopravvivere qualche giorno in queste pozze e, grazie a qualche balzo o movimento del corpo, riuscivano a ritornare in acqua; e quelli che rimanevano intrappolati permanentemente. Di questi ultimi, alcuni morivano perché non in grado di tornare in acqua, mentre altri, dotati di pinne pettorali con una struttura simile agli arti dei vertebrati terrestri, saltavano da una pozza all’altra o riuscivano a ritornare in acqua, come pubblicato qualche tempo fa.
Circa 400 milioni di anni fa, le linee di costa erano caratterizzate da cicli di marea bisettimanali, con maree che potevano raggiungere anche 4 o 5 metri di altezza. Ciò avrebbe permesso ai pesci di resistere (o di rimanere bloccati) nelle pozze d’acqua lasciate dalla marea per almeno un paio di settimane. Le ampie escursioni di marea hanno giocato un ruolo fondamentale, con la Luna che influiva sia attraverso la sua attrazione gravitazionale che sulla vita del pianeta. Il problema, però, è il fattore tempo, in quanto le escursioni di marea sarebbero state ottimali quando i primi tetrapodi apparvero sulla terraferma, tenendo conto anche della disposizione dei continenti di allora e della profondità delle coste. Sono state svolte due simulazioni: una "ambientata" circa 430 milioni di anni fa, periodo nel quale sono comparsi i primi polmoni nei pesci; un'altra 400 milioni di anni fa, proprio in concomitanza con la comparsa dei tetrapodi sulla terraferma.
Entrambi i periodi sono stati caratterizzati da maree sia con frequenza giornaliera che bisettimanale. Quest'ultima categoria viene generata quando la Luna orbita attorno al nostro pianeta e determina quanto un pesce, potenzialmente, potrebbe rimanere bloccato. Per esempio, se fosse stato depositato dalla marea su uno scoglio all’altezza media di una marea, ci sarebbero voluti 14 giorni per ritornare in acqua (se non avesse avuto pinne ben sviluppate tali da permettergli un ritorno in acqua), acquisendo così maggiori possibilità di sopravvivere.
Alcuni fossili di tetrapodi indicano che pesci con la pinna lobata, come Tiktaalik, sono stati scoperti in luoghi caratterizzati da ampie escursioni di marea. Naturalmente, servono più prove per attestare una relazione tra le grandi escursioni di marea, la cronologia e l’evoluzione dei primi tetrapodi, ma è una pista che non va abbandonata.
Fonte: Balbus S.A. 2014. Dynamical, biological and anthropic consequences of equal lunar and solar angular radii. Proc. R. Soc. A 470: 20140263.
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