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Impronte neanderthaliane provenienti dal Parco Nazionale di Doñana
Queste sono impronte neanderthaliane provenienti dal Parco Nazionale di Doñana e sono antiche circa 150.000 anni.
NEANDERTHAL: ARTE E SOCIETÀDATAZIONE: DALLA TEORIA ALLA PRATICA
9/12/20253 min leggere
Quelle che potete osservare nell’immagine, sono impronte neanderthaliane provenienti dal Parco Nazionale di Doñana e sono antiche circa 150.000 anni.
In primis, questo studio è molto importante perché postdata le impronte di almeno 150.000 anni, infatti uno studio pubblicato nel 2022 le associava ad una specie più antica del Neanderthal. Oltre alla “nuova” datazione, nei pressi del sito sono state ritrovate altre impronte di grandi animali, conviventi della specie umana, e strumenti litici.
Il nuovo sito, chiamato MTS (Matalascañas Trampled Surface), è interessato dalla presenza di tracce di Palaeoloxodon antiquus, elefanti dalle zanne “dritte” simili ai loro attuali parenti africani, ma alti fino a quattro metri; di Sus scrofa, cinghiali tre volte più grandi di quelli attuali e Bos primigenius, enormi bestioni che potevano raggiungere i 2 metri d’altezza e i 1500 kg, ed altri animali più “piccoli” come cervidi e lupi, uccelli ed una moltitudine di invertebrati. Dulcis in fundo, sono state rinvenute tracce di ominini che si rifugiarono nell'Europa meridionale durante la transizione MIS6-5, nel Pleistocene medio.
La datazione, questa volta, si è dimostrata esaustiva grazie alla tecnica della luminescenza otticamente stimolata (OSL), la quale consente di risalire all'ultima volta in cui i granelli di sabbia sono stati esposti alla luce solare. Questo presuppone che tale esposizione sia avvenuta l'ultima volta che i granelli hanno subito un processo di trasporto prima di essere sepolti. Si tratta della stessa tecnica utilizzata nella ricerca del 2022. Tuttavia, un problema può sorgere nei casi in cui il trasporto è stato molto rapido, soprattutto di notte o in un ambiente molto torbido. In tali circostanze, non tutti i granuli potrebbero essere stati esposti alla luce durante l’ultimo trasporto. Se granuli "sbiancati" e "non sbiancati" si mescolano, si possono commettere errori di datazione, sopravvalutando l’età.
Ritorniamo ai nostri Neanderthal. Ci troviamo davanti alle prime tracce ben definite associate a questa specie, e la particolarità è che, in genere, nei pressi delle tracce fossili, non si trovano mai fossili (è davvero raro), ma il discorso non vale per l’industria litica. Si tratta di 126 strumenti musteriani che costituiscono l’unica prova d’interazione diretta con gli animali locali, di cui si nutrivano. I ricercatori pensano che siano stati fabbricati in loco, utilizzando le risorse che l’ambiente offriva come rocce ricche di quarzite, ma la particolarità è che le risorse sono scarse nelle immediate vicinanze. Pertanto, è probabile che questi neanderthaliani abbiano trasportato questi ciottoli con una certa facilità, abbandonandoli dopo l’utilizzo.
Se la fonte del materiale si trova a circa 30 km dal sito in questione, è probabile che quest’ultimo non fosse un insediamento, ma piuttosto un punto di transito per la fauna e per i neanderthaliani, dove abbeverarsi e nutrirsi. Alcuni di essi potrebbero aver svolto attività temporanee, come l’approvvigionamento e la lavorazione della carne. Quindi, i neanderthaliani potrebbero essere stati dei “nomadi stagionali”, nel senso che, come tanti altri animali, si nutrivano e sfruttavano le risorse temporanee e stagionali che la natura offriva. Il sistema lacustre era stagionale, e proprio in quei luoghi si incontravano una moltitudine di animali, con i neanderthaliani che cercavano di sfruttare quest’abbondanza di risorse.
Le impronte, tuttavia, potrebbero essere state prodotte contemporaneamente, o massimo entro qualche ora, dal passaggio dei grandi erbivori. La particolarità è che non sembrano essere state lasciate durante una corsa, ma durante una camminata, indicando un’andatura lenta che potrebbe suggerire che il Neanderthal “stalkerizzasse” (termine usato nella ricerca) le sue prede. Proprio la presenza di strumenti litici, che non sono prove di insediamenti, potrebbe indicare che il sito fosse solo una zona di passaggio, sia per la fauna che per il Neanderthal.
P.s. non mi piace il fatto che abbiano utilizzato il termine stalking, in quanto nel linguaggio comune assume un significato ben diverso. Ciò che gli autori intendevano dire, ed esistono alcune pubblicazioni in merito, è che si trattava di una strategia di caccia che includeva furtività, pazienza e coordinazione del gruppo con lo scopo di avvicinarsi agli animali selvatici e di aumentare le probabilità che la caccia vada a buon fine. Non sempre tutti i termini pubblicati nei paper sono idonei in ambito divulgativo.
Fonte testo e immagine: Neto de Carvalho, C., Muñiz, F., Cáceres, L. M., Rodríguez-Vidal, J., Medialdea, A., del Val, M., Proença Cunha, P., García, J. M., Giles-Guzmán, F., Carrión, J. S., Belaústegui, Z., Toscano, A., Gómez, P., Galán, J. M., Belo, J., Cachão, M., Ruiz, F., Ramirez-Cruzado, S., Finlayson, G., … Finlayson, C. (2023). Neanderthal footprints in the “Matalascañas trampled surface” (SW Spain): New OSL dating and Mousterian lithic industry. Quaternary Science Reviews, 313, 108200.


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