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Incisione di camelidi a grandezza naturale

Queste incisioni sono a grandezza naturale, e oltre a rappresentare l'estro artistico della nostra specie, ci forniscono anche informazioni dal punto di vista ecologico.

SAPIENS: ARTE E SOCIETÀ

9/3/20252 min leggere

Come ben sapete, la fossilizzazione è un processo raro e, il più delle volte, è difficile capire come, dove e quando sia vissuto un certo gruppo. Alcune volte, però, rappresentazioni preistorico-artistiche come queste ci riescono a dare un grossa mano in questi casi.
Parliamo di incisioni di camelidi a grandezza naturale scolpite nella roccia e rinvenute vicino al confine meridionale del deserto del Nafud, in Arabia Saudita. Sono una dozzina di camelidi selvatici a grandezza naturale, una specie ormai estinta che un tempo vagava in questa zona del deserto della penisola arabica migliaia di anni fa e che non ha mai ricevuto un nome scientifico.

Sono state incise ben prima del cosiddetto “Optimum climatico dell’Olocene”, periodo nel quale aumentarono le temperature, le glaciazioni diventarono un lontano ricordo e l’uomo incominciò a stabilirsi in certe zone addomesticando un gran numero di animali.
Il primo fatto curioso è che le incisioni oloceniche, antiche almeno 6000-8000 anni, rappresentano bestiame addomesticato, mentre in quelle pre-oloceniche (quindi del Tardo Pleistocene) non se ne sapeva molto.

Infatti, qui ci troviamo davanti a incisioni di animali non addomesticati, sovrapposte ad altre immagini neolitiche di pecore “moderne”, oltre al fatto che sono stati rinvenuti strumenti litici range datati tra il Tardo Epipaleolitico (Mesolitico) e il Preceramico del Levante. Le datazioni al radiocarbonio indicano che la zona fosse stata occupata ripetutamente a Sahout tra la fine del Pleistocene e l’Olocene medio, rispecchiando in parte la sequenza dell’arte rupestre.
Nell’Arabia settentrionale, la produzione rupestre potrebbe essere iniziata prima di quanto si pensasse in precedenza. La ricerca, infatti, suggerisce un’estensione geografica più ampia delle occupazioni umane prima del periodo “umido” dell’Olocene. L’esistenza, quindi, di una ricca tradizione regionale di arte rupestre, prima dell’arrivo del bestiame addomesticato, suggerisce che una popolazione locale fosse già presente nella regione.

Nell’arte rupestre sono stati identificati rari esempi di stili ancora più antichi con fasi multiple, comprese raffigurazioni di donne che ricordano le Veneri paleolitiche, mostrate a volte con teste di uccelli, o con grandi equidi e cammelli selvatici.
Non si sa, però, quando vennero incise queste rappresentazioni, ma è innegabile il fatto che si notino differenze nella tecnica e nello stile, testimoniando che le antiche incisioni sui cammelli furono create da diversi gruppi di persone vissute in periodi diversi. Inoltre, le immagini mostravano specie di camelidi estinte, e i ricercatori sapevano che un tempo vivevano nella penisola arabica nonostante la scarsità di resti dal punto di vista fossile.

Le incisioni a volte richiedevano fino a 10 giorni di lavoro, e le grandi distanze tra questi siti di incisione suggeriscono l’elevata mobilità di questi antichi artisti. È improbabile, quindi, che queste incisioni siano un tributo ai cammelli come animali da soma o da commercio.
La maggior parte dei camelidi raffigurati sono maschi, che in genere non sono adatti per la cavalcatura a causa del loro temperamento e della minore resistenza rispetto alle femmine.

Le incisioni del Camel Site, nella provincia di Jawf (Arabia Saudita), mostrano anche scanalature, o quelle che riesco a tradurre come “cupole” (non conoscendo il termine esatto, non citerò più questa caratteristica). Indicano che queste zone avrebbero potuto avere una funzione simile a quella degli antichi egizi, cioè produrre e raccogliere polvere di arenaria per rituali o per pratiche mediche. In tempi più recenti, la venerazione per i cammelli è profondamente radicata nella penisola arabica, essendo considerati sacri e usati nei sacrifici sia in epoca islamica che preislamica.

Fonti testo e immagine:

  • Charloux, G., Guagnin, M., & Norris, J. (2020). Large-sized camel depictions in western Arabia: A characterization across time and space. In Proceedings of the Seminar for Arabian Studies (Vol. 50, pp. 85–108).

  • Guagnin, M., Shipton, C., Stileman, F., Jibreen, F., AlSulaimi, M., Breeze, P. S., Stewart, M., Hatton, A., Drake, N., Jha, D. K., Al-Tamimi, F., Al-Shamry, M., Al-Shammari, M., Kay, A., Groucutt, H. S., Alsharekh, A. M., & Petraglia, M. (2023). Before the Holocene humid period: Life-sized camel engravings and early occupations on the southern edge of the Nefud desert. Archaeological Research in Asia, 36, 100483.