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La longevità dei mammiferi potrebbe essere stata influenzata dai dinosauri
I dinosauri, anche se sono solo colpevoli 'indiretti', hanno in qualche modo influenzato la longevità dei mammiferi del Mesozoico.
SINAPSIDI DEL MESOZOICO
9/19/20252 min leggere
I mammiferi, a parte qualche eccezione come l'uomo moderno (non quello preistorico) e le balene, difficilmente raggiungono un'età ragguardevole, a differenza di alcune specie di rettili e anfibi che non sembrano mostrare i segni dell'età. Questo studio, seppur puramente teorico, propone una teoria scientifica interessante: l'evoluzione dei mammiferi sarebbe stata influenzata dai dinosauri, lasciando segni indelebili in buona parte dei mammiferi.
I mammiferi, nel Mesozoico, erano generalmente piccoli e adattati a un contesto notturno, il che si è dimostrato molto favorevole poiché, in questo modo, evitavano di incontrare questi bestioni durante il giorno. Purtroppo, erano anche animali di breve durata, e i dinosauri, considerati una vera e propria 'pressione evolutiva', hanno comportato la perdita o l'inattivazione di geni o strutture genetiche legate alla longevità. Questa è stata chiamata 'ipotesi del collo di bottiglia della longevità' e ha comportato un aumento di individui con una vita breve capaci di riprodursi velocemente, una strategia comunque vincente per i mammiferi che vissero di notte, lontano dalle fauci dei dinosauri. Nel corso di almeno 100 milioni di anni, se non di più, ciò ha comportato la perdita di geni legati a un'aspettativa di vita più lunga.
Gli antenati più antichi dei mammiferi euteri, cioè quelli dotati di placenta, sembrano aver perso alcuni enzimi nel Mesozoico, il cui ruolo è quello di riparare i danni al DNA causati dalla luce ultravioletta. Anche nel lignaggio dei marsupiali e dei monotremi manca uno dei tre enzimi (fotoliasi) che svolgono un ruolo di riparazione contro i raggi UV. È comunque difficile dire se ciò sia correlato, in qualche modo, a un'aspettativa di vita più breve, ma l'autore dello studio lo ritiene possibile. È una possibilità, anche perché i mammiferi del Mesozoico erano notturni e, quindi, la perdita di questo enzima non ha comportato gravi danni, se non quello della breve longevità e della veloce riproduzione.
L'autore comunque indica che ci possono essere altri segnali a favore di questa teoria, come per esempio i denti. Infatti, molti mammiferi, come l'uomo, cambiano i denti una sola volta nella vita, mentre alcuni rettili cambiano continuamente i denti per tutta la vita. Questo potrebbe essere frutto di questa selezione genetica. C'è anche da dire che non tutti i mammiferi sono caratterizzati da una bassa longevità, come l'uomo moderno (non quello preistorico) e le balene, ma questo aspetto deve essere analizzato in modo più approfondito.
Fonte: de Magalhães, J. P. (2023). The longevity bottleneck hypothesis: Could dinosaurs have shaped ageing in present-day mammals? BioEssays, 46(1), 2300098.
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