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A monkey is perched in a lush green tree.

La masturbazione nei primati è antica circa 40 milioni di anni

Per molte persone è un tabù, ma è una caratteristica molto diffusa nei primati. Ed anche molto antica.

NOTIZIE EVOLUTIVE SUI PRIMATI

8/30/20254 min leggere

Per quanto la sessualità e il sesso in generale siano ancora una sorta di tabù, sia dal punto di vista culturale che religioso, parliamo comunque di un fenomeno naturale che ci accompagna da sempre.
In questa recente ricerca (che trovate nei commenti), i ricercatori hanno retrodatato la comparsa della masturbazione a circa 40 milioni di anni fa. Insomma, prima della comparsa della nostra specie e di altri ominini antichi, come le australopitecine o l'antenato comune tra il nostro lignaggio e quello degli scimpanzé, questa pratica autoerotica già caratterizzava ogni forma di primate.
Qui, se Facebook non si offende, entriamo comunque nel campo evoluzionistico in quanto, come per qualsiasi carattere (a meno che non sia una macromutazione), questa pratica non è comparsa "dall'oggi al domani", ma è legata a una serie di funzioni biologiche che si sono sviluppate nel corso del tempo.

La ricerca è nata grazie alla raccolta di centinaia di pubblicazioni scientifiche (e non solo!) e hanno, sostanzialmente, elaborato una sorta di albero genealogico primatologico in base alla presenza della pratica della masturbazione, e il risultato è che tutti i primati la praticano. Insomma, è un tratto che accomuna tutti i primati, compreso l'uomo.

Ma che funzione può svolgere una pratica del genere?
A parte far arrabbiare qualche estremista religioso, dal punto di vista evolutivo ci potrebbero essere alcune spiegazioni molto interessanti. Vediamo cosa suggeriscono i ricercatori:

  • aumenta la possibilità di concepimento. Questo riguarda perlopiù i maschi non dominanti che svolgevano (e svolgono) questa pratica per aumentare l'eccitazione sessuale prima dell'incontro con il partner femminile. Questo, dal punto di vista sessuale, permetterebbe di diminuire il tempo effettivo dell'accoppiamento, anche in previsione di uno "scontro" con i maschi alfa. Insomma: "prima mi sbrigo e più possibilità ho di non essere beccato dal 'capo' e di procreare";

  • permetterebbe di disfarsi dello sperma vecchio, facendo spazio a quello più "fresco". In sostanza, con questa pratica ci si libera di quello vecchio facendo spazio alle nuove riserve di sperma, che risultano essere più veloci e pronti per l'accoppiamento;

  • tiene pulito il tratto genitale e diminuisce la probabilità di trasmissione di infezioni sessuali. Sembra che l'aumento della masturbazione, o meglio la diffusione di questa pratica, sia andata di pari passo con la progressiva comparsa di malattie sessualmente trasmissibili. In questo modo si riduce l'infezione da parte dell'ospite.

Per quanto riguarda l'autoerotismo femminile, invece, si hanno meno informazioni anche per via della minore documentazione rispetto a quello maschile. Verranno svolti sicuramente studi più approfonditi, ma i ricercatori pensano che quello femminile possa aver garantito alle femmine una sorta di controllo sul maschio, decidendo di chi rimanere incinte. A livello biologico, questa pratica sembra rendere la parte interna della vagina meno acida, quindi un ambiente più ospitale per gli spermatozoi.

Approfondimento
Nella parte un po' più divulgativa, faccio riferimento solo alla pratica "funzionale" dell'autoerotismo e dei benefici legati alla fitness; infatti, esistono anche ipotesi non funzionali che ipotizzano come questa pratica possa essere una sorta di sottoprodotto di un'elevata eccitazione sessuale. C'era anche l'ipotesi patologica, ma da questo punto di vista non si riesce a trovare una spiegazione per quanto riguarda i primati selvatici (forse è legata di più alla nostra specie).

Ma, in linea di massima, la masturbazione è un tratto adattativo che caratterizza tutto l'ordine Primates dopo la divergenza tra tarsi e aplorrini. Le ipotesi riguardanti una selezione post-copulatoria sono quelle citate nella sezione divulgativa ed è composta da altre due ipotesi (o sottoipotesi):

  • quella dell'eccitazione sessuale. La masturbazione maschile non eiaculatoria parrebbe accelerare la successiva eiaculazione, avvantaggiando i maschi di rango inferiore che rischiano di essere superati da altri rivali. Questo è un tratto che accomuna molte specie animali, come per esempio nelle iguane marine (Amblyrhynchus cristatus). Nella nostra specie, è legato all'aumento della qualità dello sperma;

  • quella della qualità dello sperma. La masturbazione maschile espelle lo sperma inferiore, migliorando la successiva qualità dello sperma.

Come detto prima, si sa meno sulla masturbazione femminile, ma l'aumento del pH vaginale crea un ambiente più ospitale per lo sperma. La vagina filtra lo sperma e facilita il trasferimento di alta qualità verso l'utero. Le contrazioni associate all'orgasmo femminile possono migliorare il passaggio dello sperma attraverso la cavità uterina, e le secrezioni associate di prolattina facilitano l'immissione dello sperma.

Tutto questo deve essere anche associato alla durata dello sperma in termini di sopravvivenza all'interno del tratto riproduttivo femminile. Non si sa molto sui primati, ma nell'uomo lo sperma può essere ancora vitale per più di 5 giorni; pertanto, sembra probabile che gli individui femminili possano sfruttare la masturbazione (pre e/o post-copulatoria) come strategia per aumentare le possibilità di essere fecondate da un dato maschio (insomma, faciliterebbe la scelta del partner o la scelta dello sperma di un individuo più interessante). Nei primati possono accadere episodi di copulazione imposta, quindi in questo modo non si rischia di rimanere incinte di individui indesiderati.

Un'altra alternativa è che la masturbazione potrebbe fungere da esibizione precopulatoria, o come comportamento di corteggiamento in entrambi i sessi (un comportamento analogo all'"esibizione del pene" da parte degli scimpanzé maschi prima della copula).

L'altra ipotesi riguarda l'evitamento del patogeno: quindi, la masturbazione parrebbe essere una forma di pulizia genitale post-copulatoria, che aiuta a prevenire infezioni sessualmente trasmissibili. Anche questa è una strategia utilizzata da molti mammiferi che si masturbano dopo l'accoppiamento, pulendo il tratto riproduttivo con l'eiaculato.

In generale, si possono considerare la masturbazione e la presenza di agenti patogeni nei maschi (e non nelle femmine) come una sorta di coevoluzione, cioè sembra esserci un legame tra l'aumento della pratica della masturbazione e l'aumento dei patogeni. Quindi, questa pratica svolge una difesa antibatterica per lo sperma una volta raggiunto il tratto riproduttivo femminile (proteggendo anche gli ospiti).

Fonte: Brindle, M., Ferguson-Gow, H., Williamson, J., Thomsen, R., & Sommer, V. (2023). The evolution of masturbation is associated with postcopulatory selection and pathogen avoidance in primates. Proceedings of the Royal Society B: Biological Sciences, 290(1995).