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La (non) estinzione del Neanderthal...

L'estinzione del Neanderthal ha sempre affascinato i ricercatori, ma alcuni sostengono che non si sia trattata di una vera e propria estinzione.

NEANDERTHAL: LE CAUSE DELL'ESTINZIONE

9/24/20252 min leggere

L'estinzione del Neanderthal ha sempre affascinato i ricercatori, in quanto paradossalmente non si conosce l’effettiva causa che ha comportato la scomparsa di quest’affascinante specie umana. Alcuni collegano la loro estinzione a una scarsità di risorse e di individui che, man mano, sono diminuiti; altri pensano che la competizione con il Sapiens abbia contribuito alla loro scomparsa (anche se ormai sono pochi a pensarlo), mentre altri ritengono che effettivamente non si sia estinto, ma che sia stato “assorbito” a livello genetico dalle popolazioni sapiens.

Questa è un’idea che ha sempre accompagnato i ricercatori, anche perché, comunque, Sapiens e Neanderthal si sono accoppiati, hanno occupato le stesse aree per millenni, come in Medio Oriente, e si sono scambiati pareri culturali. Tutto questo, comunque, si incastra benissimo con l’assimilazione genetica da parte del Sapiens, ma andiamo con ordine.

Grazie a Svante Pääbo sappiamo che noi Sapiens possediamo una percentuale di DNA neanderthaliano (es. gli europei ne possiedono 1–3%), ma è anche stato dimostrato che il Neanderthal possedeva una percentuale di genoma Sapiens compresa tra il 2.5% e il 3.7%.

Che si siano scambiati geni, lo sappiamo grazie a quel processo chiamato introgressione: due specie o popolazioni entrano in contatto, si accoppiano, nascono ibridi fertili (seppur rari, in questo caso), e gli ibridi fertili, al posto di accoppiarsi tra di loro creando una nuova popolazione, si accoppiano con individui parentali (individui non ibridi appartenenti a una delle due popolazioni). Questo comporta una sorta di “furto di geni” senza che avvenga una vera e propria fusione popolazionistica.

Secondo i ricercatori (Liming et al., 2024), in certe finestre temporali sono avvenuti dei flussi genici bidirezionali, cioè Sapiens e Neanderthal si sono influenzati geneticamente a vicenda. Queste ondate di flusso avvennero in tre periodi ben specifici:

-Circa 200.000 anni fa: è quella considerata “più massiccia”, in quanto si potevano trovare individui caratterizzati da almeno il 10% di genoma neanderthaliano.

-Tra 100.000 e 120.000 anni fa circa: è considerato il flusso più debole, con Sapiens caratterizzati solo dallo 0.5% circa di genoma neanderthaliano.

-Circa 60.000–50.000 anni fa: anche se non considerato un vero e proprio flusso, in questo periodo alcuni individui Sapiens possedevano fino al 10% di genoma neanderthaliano.

Ciò che emerge è che le popolazioni neanderthaliane erano relativamente piccole; infatti, si stimano circa 2.500 individui divisi in piccole tribù isolate, riducendo le stime precedenti che erano nettamente maggiori. Quindi c’erano meno individui di quanto ipotizzato, oltre a essere suddivisi in tribù isolate. Pur volendo, la popolazione difficilmente sarebbe potuta aumentare in tempi relativamente brevi. Inoltre, l’inbreeding, cioè l’accoppiamento tra parenti stretti, era molto frequente, quindi c’era qualche problema di consanguineità.

Per quanto riguarda la nostra specie, i vantaggi adattativi sono stati notevoli, come per esempio la resistenza al freddo, ma i geni neanderthaliani ci hanno esposti anche a molti virus, come quello della SARS-CoV-2. Ma la cosa interessante che emerge da questo studio è che i maschi ibridi ricevessero una minore percentuale di DNA neanderthaliano sul cromosoma X, e ciò suggerisce problemi di sopravvivenza. Magari quell’ibrido maschile non ha ricevuto i geni capaci di sopravvivere al freddo, e in un ambiente gelido sarebbe morto in poco tempo.

L'ultimo dato molto importante è che pare che l’ultimo Neanderthal (si intende la popolazione, non il singolo individuo), vissuto circa 40.000 anni fa, non possedesse più DNA Sapiens recente, arrivando a una conclusione: il Neanderthal è stato “assimilato geneticamente”. Infatti, le popolazioni del Sapiens erano più numerose, sia per quanto riguarda il numero di tribù che di individui, erano anche maggiormente connesse, e gli ultimi Neanderthal, nel corso di millenni, vissero in queste tribù venendo così assimilati. Si può dire che è stato un processo progressivo, abbastanza complesso, e non è stato nemmeno lontanamente violento (così forse alcuni smetteranno di pensare che ci sia stata qualsivoglia guerra tra le due specie).

Fonte: Liming Li et al. ,Recurrent gene flow between Neanderthals and modern humans over the past 200,000 years.Science385,eadi1768(2024)