Evolution never sTOPS!

satellite photo of islands

La nostra specie arrivò veramente in Europa circa 54.000 anni fa?

L’arrivo di Homo sapiens in Europa è avvenuto nelle ultime fasi di una grande migrazione che ha caratterizzato la nostra specie negli ultimi 100.000 - 150.000 anni. E forse la nostra specie potrebbe essere arrivata prima di quanto ipotizzato.

L'ARRIVO DEL SAPIENS IN EUROPA

9/28/20255 min leggere

L’arrivo di Homo sapiens in Europa è avvenuto nelle ultime fasi di una grande migrazione che ha caratterizzato la nostra specie negli ultimi 100.000 - 150.000 anni. Parlare ora di tutte le tappe geografiche del sapiens è difficile, ma possiamo dire che l’Europa, assieme all’America, è stato l’ultimo continente ad essere toccato dal sapiens. Infatti, l’arrivo del sapiens in America è ormai datato tra i 30.000 e i 35.000 anni, mentre in Europa i resti indicano che arrivò circa 40-45.000 anni fa.

Nel 2022, tuttavia, c'è stata una retrodatazione dell’arrivo della nostra specie in Europa, poiché alcuni reperti sono stati rinvenuti a Mandrin, in Francia, e datati circa 54.000 anni. Questo significa che il suo arrivo è più antico di quanto ipotizzato precedentemente; infatti, si pensava che il suo arrivo in Europa occidentale fosse avvenuto tra 45.000 e 43.000 anni fa.

Questa scoperta, in primis, indica che potrebbero esserci stati maggiori contatti con i Neanderthal in Europa. Infatti, il sito di Mandrin è caratterizzato da strati archeologici sovrapposti che mostrano un’alternanza tra occupazioni neanderthaliane e sapiens. Qui è molto importante lo strato E, in quanto contiene attualmente il primo fossile attribuito con certezza alla nostra specie, ma quello che colpisce di più è l’associazione dello strato E con la cultura neroniana, caratterizzata da piccole punte in selce standardizzate, probabilmente utilizzate per costruire delle frecce. Questa cultura è diversa da quella mousteriana (neanderthaliana) e la particolarità è che non sembra esserci stato nessun “scambio culturale” tra le diverse specie (assenza di contaminazioni tecnologiche tra gli strati).

La presenza di H. sapiens è datata tra 56.800 e 51.700 anni fa. Le implicazioni di questa scoperta sono molteplici anche per quanto riguarda la relazione con i Neanderthal. Le occupazioni alternate e le rapide sostituzioni tra Neanderthal e Sapiens si possono riassumere così: a livello archeologico, per quanto riguarda gli insediamenti, la sostituzione non è avvenuta in un unico evento, ma è stato un processo ciclico e molto complesso. Inoltre, le culture Mousteriana e Neroniana non si “influenzano”, pertanto sembra che il sito sia attribuibile ad un’altra specie e non a quella neanderthaliana.

Di conseguenza, i ricercatori pensano che il fiume Rodano sia stato una sorta di corridoio naturale che ha permesso di collegare il Mediterraneo e l’Europa settentrionale, con Mandrin che rappresenta un nodo cruciale per la diffusione di H. sapiens nel bacino del Mediterraneo.

Arriviamo ora a una scoperta che può in qualche modo confermare questo antico insediamento. Nel 2024, infatti, uno studio afferma che i primi sapiens che si insediarono nella penisola iberica arrivarono nel Paleolitico superiore, tra 36.000 e 31.000 anni fa. La scoperta è avvenuta nel sito dell’Abrigo de la Malia a Tamajón (Guadalajara). Questa scoperta sfida in parte quello che si pensava scientificamente su questa regione, cioè che a quel tempo fosse inospitale per la nostra specie a causa delle condizioni climatiche avverse.

Infatti, prima si pensava che la penisola iberica, soprattutto la zona centrale, non fosse così ospitale per la nostra specie, considerando questa regione come inospitale per almeno 15.000 anni dopo la migrazione o la scomparsa del Neanderthal. Sono stati trovati segni di taglio e attività umana associata alla cultura auriacense, e in generale i sedimenti assieme ai resti biologici indicano che a quel tempo il clima fosse freddo e arido, con ambienti che risultavano più aperti e poca acqua a disposizione.

Il sapiens in queste zone riuscì a sopravvivere grazie alla caccia e alla raccolta di legna, il che confuta in qualche modo il pensiero precedente che vedeva l’interno della penisola iberica come una regione desertica. Invece, i reperti indicano che l'Iberia centrale fosse utilizzata da gruppi di cacciatori anche durante l’ultima glaciazione.

Ciò dimostra un'ottima capacità di adattamento della nostra specie anche in ambienti estremi e poveri di risorse, indicando che non è così improbabile pensare che sia entrato "tranquillamente" in Europa e prima di quanto ipotizzato. Di conseguenza, bisogna ampliare la visione che abbiamo sulle migrazioni umane e accettare che forse H. sapiens potrebbe essere arrivato prima in Europa, oltre a sapere vivere in contesti davvero difficili e in ambienti aperti.

Alcune questioni spinose, però, riguardano la scoperta del 2022, soprattutto per quanto riguarda queste punte di freccia e il probabile arrivo del sapiens in Francia. Alcuni ricercatori a Tubinga hanno descritto e studiato i resti attribuiti a un H. sapiens datato circa 210.000 anni fa. Non si sa se il popolamento di quelle aree relativamente vicine alla Turchia e al Medio Oriente sia un caso o una sorta di tentativo "andato male" del popolamento dell’Europa, e che magari ha spinto i sapiens più verso l’Asia, ma questo non esclude che il sapiens possa essersi spinto prima in Europa.

I resti di Mandrin, tuttavia, non sono stati studiati dal punto di vista genetico; infatti, senza questa prova, è difficile dire se i resti appartengano a Homo sapiens anatomicamente moderni o a Neanderthal. Si tratta pur sempre di un solo dente e di utensili in pietra associati al Neroniano. Vediamo separatamente le problematiche:

  • Uno studio del 2023 indica che potrebbe esserci un collegamento tra le popolazioni del Levante e quella della valle del Rodano.

  • Lo stesso Slimak, autore dello studio principale, ha battezzato "Neroniano" gli utensili della grotta di Mandrin.

  • Alcuni di questi reperti sono stati attribuiti a frecce (quelli piccoli) e giavellotti (quelli un po’ più grandi). Le frecce non sono così antiche, così come è rischioso basare tutto lo studio su un dente di un bambino di H. sapiens.

  • I reperti descritti da Slimak sembrano assomigliare ad alcuni rinvenuti in Libano. Questo porta a pensare che ci sia un collegamento con il Levante, secondo Slimak. Ma questi reperti somigliano anche a quelli prodotti da cacciatori-raccoglitori sia in Africa che in Asia (60.000-80.000 anni circa).

  • La presenza di queste punte potrebbe avere una spiegazione più funzionale, poiché, se attaccate a una base in legno, diventano armi formidabili oltre ad essere vantaggiose durante la caccia. Ma ciò non toglie che anche il Neanderthal abbia potuto produrli. Senza contare che anche il Neanderthal ha popolato le zone del Levante. Ci sono prove che anche altri Neanderthal producessero schegge o strumenti piccoli.

  • Questa scoperta dovrebbe retrodatare anche la comparsa dell’arco e delle frecce a circa 54.000 anni, che somigliano però a quelli recenti. C’è da dire che, se uno strumento funziona ed è efficiente, non c’è bisogno di migliorarlo, ma questo aspetto rimane quello più problematico, anche perché non sono stati trovati al momento frecce e archi paleolitici nel percorso che unisce il Rodano e il Levante.

  • A livello biogeografico, però, grazie alla scoperta nella penisola Iberica, non sembra così improbabile la presenza del sapiens nei pressi della Francia circa 54.000 anni fa.

Fonti:

  • Harvati, K., Röding, C., Bosman, A. M., Karakostis, F. A., Grün, R., Stringer, C., Karkanas, P., Thompson, N. C., Koutoulidis, V., Moulopoulos, L. A., Gorgoulis, V. G., & Kouloukoussa, M. (2023). Apidima Cave fossils provide earliest evidence of Homo sapiens in Eurasia. Nature, 594, 234–239.

  • Ruebens, K., Sinet-Mathiot, V., Talamo, S., et al. (2022). The Late Middle Palaeolithic Occupation of Abri du Maras (Layer 1, Neronian, Southeast France): Integrating Lithic Analyses, ZooMS, and Radiocarbon Dating to Reconstruct Neanderthal Hunting Behaviour. Journal of Paleolithic Archaeology, 5(4).

  • Sala, N., et al. (2024). Nobody's land? The oldest evidence of early Upper Paleolithic settlements in inland Iberia. Science Advances, 10, eado3807.

  • Slimak, L., et al. (2022). Modern human incursion into Neanderthal territories 54,000 years ago at Mandrin, France. Science Advances, 8(7), eabj9496.

  • Slimak, L. (2023). The three waves: Rethinking the structure of the first Upper Paleolithic in Western Eurasia. PLOS ONE, 18(5), e0277444.