Evolution never sTOPS!
La più antica amputazione risale a 31.000 anni fa circa
Questa ricerca mostra quanto fosse antica la conoscenza dell'uomo della propria anatomia.
UOMO: PRESSIONI EVOLUTIVE E ADATTAMENTOSAPIENS: SUDEST ASIATICO E AUSTRALIA
11/30/20242 min leggere
Sono stati rinvenuti i resti fossili di un bambino che presenta un arto sinistro completamente 'tagliato', privo quindi del piede , e che comunque grazie a questa operazione riuscì a sopravvivere altri 6-9 anni (che non è poco se consideriamo il periodo).
I resti fossili sono stati rinvenuti nella grotta di Liang Tebo, in Indonesia, e sono al momento la prima testimonianza nel record fossile di tale operazione. Pertanto, si può già dire che i primi gruppi di esseri umani moderni dell’Asia sono riusciti a sviluppare conoscenze ed abilità mediche molto avanzate in un ambiente di foresta pluviale tropicale. Questo è interessante perché, fino a quando non si sono formate le prime comunità 'stabili', sedentarie, 𝙃𝙤𝙢𝙤 𝙨𝙖𝙥𝙞𝙚𝙣𝙨 utilizzava strumenti adatti a questo tipo di ambiente.
Questo ritrovamento retrodata la "nascita" della medicina, diciamo come noi la intendiamo, con la nascita/comparsa che coincideva con l'emergere delle società agricole stanziali attorno a 10.000 anni fa. Periodo nel quale incominciò una grande rivoluzione dal punto di vista delle innovazioni tecnologiche.
Non si sa se la perdita dell'arto sia dovuta ad un incidente, o ad una malattia, ma gli studiosi ritengono che sia stata un'operazione rudimentale, condita con l'utilizzo di piante e medicinali naturali ma che comportava comunque una discreta conoscenza dell'anatomia degli arti, dei sistemi muscolari e vascolari per prevenire la perdita di sangue e le infezioni.
Inoltre, quello che permette di capire che forse potrebbero essere avvenute altre operazioni più antiche, è che una tale operazione, quindi l'asportazione di un arto (o una parte di essa), poteva permettere all'individuo di poter continuare a vivere seppur con le difficoltà del tempo. Non si esclude che vi sia stata anche l'assistenza di altri "paleoinfermieri" per un'operazione così delicata, e anche per la vita post-operazione: lavaggio e pulizia della ferita (con le risorse botaniche locali che fornivano anestetici per alleviare il dolore), movimento per prevenire le piaghe da decubito, ecc.
Ci sono due supposizioni su come sia nata questa tecnica:
O si è sviluppata per tentativi ed errori, per un lungo periodo di tempo, ed è stata trasmessa da generazione in generazione (attraverso apprendimento orale), raggiungendo un certo grado di competenza;
Oppure, si tratta di un caso isolato nella storia del Pleistocene di questa regione.
È difficile, senza altre prove fossili, capire fino in fondo queste pratiche 'medico-socio-culturali'. È una tecnica che si è affinata man mano? Un altro punto di vista è che la colonizzazione delle antiche foreste pluviali del Borneo abbia stimolato, e anche facilitato, i primi progressi tecnologico-medici, unici in questa regione. Quest'ultima ipotesi può essere tenuta in considerazione in quanto, per esempio, i rapidi tassi di infezione delle ferite ai tropici potrebbero aver permesso lo sviluppo di nuovi farmaci (es. gli antisettici), sfruttando le ricche proprietà mediche che la biodiversità vegetale locale offriva.
Fonte immagine e della ricerca: Maloney, T.R., Dilkes-Hall, I.E., Vlok, M. et al. Surgical amputation of a limb 31,000 years ago in Borneo. Nature 609, 547–551 (2022).


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