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La più antica impronta associata alla nostra specie è datata circa 153.000 anni

Questo articolo del 2023 mostra quelle che sono, al momento, le tracce più antiche associate alla nostra specie..

LE IMPRONTE DEL SAPIENS

8/30/20253 min leggere

Gli icnofossili sono delle vere e proprie impronte fossili e il campo che se ne occupa si chiama icnologia (o paleoicnologia). In sostanza, gli organismi del passato facevano qualche scampagnata, e le impronte lasciate durante queste scampagnate si sono preservate in particolari contesti geologici. Attraverso le impronte si può studiare la locomozione di un individuo, capire anche se è stato affetto da qualche patologia, comprendere la direzione del movimento, ecc. Il problema, però, è che tranne in rari casi è impossibile risalire alla specie che ha lasciato l’impronta.

Le eccezioni riguardano le impronte lasciate dalle australopitecine e dal genere Homo, per via di tratti anatomici particolari (uniti, naturalmente, ad altri elementi come la datazione e quelli paleoantropologici, come ossa o utensili).

Vediamo cosa ci dice questo recente studio.

Fino a qualche anno fa, le impronte associate alla nostra specie erano datate a circa 50.000 anni fa, ed erano 4 i siti segnalati in tutta l’Africa (un po’ pochini, in effetti):

  • 2 provenivano dal Sudafrica, dai siti di Langebaan e Nahoon. Quest’ultimo è il primo sito nel quale, nel lontano 1966, vennero segnalate le prime impronte di ominino;

  • le altre due provengono da Laetoli (Tanzania) e da Koobi Fora (Kenya).

Le recenti tracce, con lo studio pubblicato recentemente (trovate la fonte nei commenti), si sommano sia ai siti precedenti che a quelli africani. Infatti, in questo continente (al momento) si contano ben 14 siti antichi di almeno 50.000 anni circa (senza contare che anche fuori dall’Africa, come nella Penisola Arabica e nel Regno Unito, ci sono almeno un’altra decina di siti).

Insomma, se prima le impronte umane scarseggiavano, ora incominciamo ad avere un buon record icnologico.

Per quanto riguarda la nuova ricerca, negli ultimi 5 anni sono stati rinvenuti 5 siti sulla costa meridionale del Capo (Sudafrica). In tutto, in Sudafrica, ora abbiamo 9 siti.

Tra le tracce rinvenute, la più recente associata alla nostra specie risale a circa 71.000 anni fa, mentre la più antica (al momento, in assoluto) è datata a circa 153.000 anni fa.

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Sono state studiate e datate 7 impronte rinvenute sulla costa meridionale del Capo. Le stime dell’età vanno dal MIS 6 al MIS 4, età coerenti con gli studi di datazione precedenti.

Nello studio è stata utilizzata la tecnica della luminescenza ottica stimolata (OSL), che si basa sulla stima del tempo trascorso da quando il feldspato (o i grani “duri” di quarzo), nei pressi delle tracce fossili (o delle impronte, in questo caso), è stato esposto l’ultima volta alla luce solare. In sostanza, le superfici dove questi antichi Homo sapiens camminarono vennero rapidamente coperte e non videro più la luce del sole fino all’analisi con la tecnica OSL.

Le tracce sono posizionate su 7 percorsi, e proprio grazie a questa tecnica è stato possibile datare la traccia più antica appartenente alla nostra specie (153.000 anni, con un margine di errore di 10.000 anni).

L’età è quindi compresa tra MIS 6 e MIS 4. Questa sigla, MIS, significa Marine Isotope Stages (o stadio isotopico marino), e nel corso degli ultimi 800.000-1.000.000 di anni vi è stata un’alternanza di periodi caldi e freddi. Quest’alternanza viene dedotta grazie al rapporto degli isotopi Ossigeno-18 e Ossigeno-16, presente nei resti fossili e sedimentologici, e varia al variare della temperatura.

In questo caso, come potete leggere dal paragrafo precedente, la tecnica di datazione utilizzata è un’altra, ma per capire il contesto climatico possiamo dire che l’isotopo O-18, quello più pesante, è più abbondante nelle acque fredde. I MIS dispari corrispondono a grandi quantità dell’isotopo O-18, quindi in questo caso ci troviamo a cavallo tra due periodi relativamente caldi (con uno freddo in mezzo).

Oltre alla presenza di impronte, sono stati rinvenuti quelli che parrebbero essere ammoglyphs (ammoglifi), termine che si riferisce a qualsiasi modello fatto dagli esseri umani che si è conservato nel tempo. Quindi, questi siti hanno registrato non solo il movimento dei nostri antenati, ma anche alcune delle loro attività. Sembra che queste tracce siano state lasciate anche da ornamenti (come gioielli), ma questo aspetto verrà sicuramente approfondito con altri studi.

Fonte testo e immagine (Via Google): Helm, C. W., Carr, A. S., Lockley, M. G., Cawthra, H. C., De Vynck, J. C., Dixon, M. G., … Thesen, G. H. H. (2023). Dating the Pleistocene hominin ichnosites on South Africa’s Cape south coast. Ichnos, 30(1), 49–68.