Evolution never sTOPS!

La Teoria dell'Evoluzione PER SELEZIONE NATURALE

Molti, erroneamente, anche divulgatori, tendono ad associare la selezione naturale come l'unico motore dell'evoluzione. In realtà, Darwin ha descritto uno dei tanti meccanismi evolutivi, così come la selezione sessuale. Evoluzione non è sinonimo di adattamento!

PILLOLE DI BIOLOGIA EVOLUTIVA

7/13/20253 min leggere

L'evoluzione è sinonimo di cambiamento, non di adattamento o di miglioramento, perché non ha un fine o uno scopo, ma è solamente un processo nel quale avviene una continua modificazione degli esseri viventi. O meglio, l'adattamento è una conseguenza dell'evoluzione. Il problema è che c'è un errore di fondo a livello culturale nel concepire cos'è realmente l'evoluzione biologica, e tendiamo sostanzialmente ad eliminare tutti i passaggi che ci sono tra il concetto di evoluzione e di adattamento. Infatti, la maggior parte delle persone cita Darwin come "colui che ha scoperto l'evoluzione", quando invece ha descritto un meccanismo evolutivo, cioè uno dei tanti modi in cui avviene il cambiamento. E questo porta a pensare che l'evoluzione avvenga esclusivamente per selezione naturale, e che in assenza di essa non avvenga nessun cambiamento.

Punto 1. "Non tutto ha senso, non tutto deve avercelo". Utilizzo questa frase de L'Antico in Dottor Strange perché racchiude molto il mondo dell'evoluzione. In primis compare la mutazione, che può essere casuale, o non casuale se tiriamo in ballo l'epigenetica (anche se è un discorso perlopiù proteico). Le mutazioni non sono necessariamente legate all'ambiente, che al massimo seleziona solo ciò che è già presente (questo lo vediamo al punto 4).

Punto 2. Le mutazioni, per avere una valenza all'interno del contesto evolutivo, devono interessare la popolazione di una specie, non il singolo organismo/individuo. Ciò che ne consegue è che:

  • una mutazione deve essere ereditabile;

  • deve diventare frequente all'interno di una popolazione (frequenza genica o allelica);

  • un organismo può trasmettere ciò se si riproduce;

  • non è detto che tutta la prole riceva le mutazioni dai parentali, quindi la velocità con cui muta una popolazione può essere davvero variabile (in base alla fitness, alla durata della vita di una data specie, ecc.);

Punto 3. L'interazione tra i geni. Parlare di mutazione di un singolo gene non ha molto senso perché, tranne in rari casi, codificano per un solo carattere. Sostanzialmente, i geni codificano un qualcosa assieme e quasi mai singolarmente, quindi alcuni possono anche essere 'disattivati', altri 'attivati', e ciò può avvenire in tempi diversi (magari ci sarà un nuovo gene mutato che innescherà un qualcosa ai geni vicini). Ciò che va ricordato è che comunque, ogni popolazione di una data specie possiede un bagaglio genetico che accumula nel corso del tempo (si possono anche perdere geni lungo il cammino), indipendentemente (non necessariamente) dai meccanismi evolutivi che "smistano" i geni che una data popolazione già possiede.

Punto 4. I meccanismi evolutivi. Essi, senza entrare troppo nei dettagli, setacciano i geni che sono già presenti in una data popolazione, e quindi un fenomeno esterno (come l'ambiente, se si parla di selezione naturale) seleziona gli organismi che casualmente possiedono già mutazioni/geni comparsi in precedenza, e bisogna avere anche un po' di fortuna nel possederli. Se l'ambiente seleziona una data varietà, è perché quella varietà è in possesso di caratteristiche che già possedeva, perché comparse centinaia, migliaia di anni fa.
E lo smistamento può avvenire secondo diversi meccanismi evolutivi:

  • Selezione Naturale, quindi attraverso agenti ambientali (qui ricade il concetto di adattamento);

  • Selezione Sessuale, che setaccia geni/caratteristiche che potrebbero risultare anche negative/sfavorevoli in certi contesti ambientali. Qui l'adattamento non c'entra proprio;

  • Exaptation, o volgarmente conosciuto come "preadattamento". Qui entrano in gioco anche altri fattori che, sostanzialmente, forniscono a un dato organo/ad una data caratteristica altri ruoli che non sono quelli codificati geneticamente. Per esempio, le penne e le piume sono caratteri 'exaptati' perché sono codificati geneticamente per svolgere un ruolo termoregolatore, ma aiutano gli uccelli anche nel volo.

Esistono tanti altri meccanismi evolutivi, e il più delle volte possono anche agire contemporaneamente. Ma possono anche non entrare in azione, ma ciò, fino a qualche tempo fa (colpa anche della scissione dell'antropologia culturale da quella fisica), portava a pensare che in questi momenti di "stasi", privi di qualsivoglia agente esterno, non accadesse nessuna modificazione. Ciò che si ignora è che un organismo (popolazione) muta anche internamente e in modo continuo. Le modificazioni non sono solo esterne o morfologiche, in quanto la comparsa di mutazioni che magari non svolgono nessun ruolo, almeno al momento, è continua. Anche a livello fisiologico si cambia molto. Quindi qui si parla di evoluzione stabilizzante, che potrebbe (non necessariamente) corrispondere a un dato periodo in cui i geni non vengono smistati da nessun tipo di meccanismo evolutivo (oppure agiscono in modi più lievi).

Quindi, definire evoluzione come sinonimo di "adattamento", quindi sinonimo di selezione naturale, non è proprio corretto perché non necessariamente un organismo muta esclusivamente quando entra in atto questo meccanismo (o un altro legato all'adattamento).