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Le più antiche (probabili) tracce di calzari ‘umani’
Le più antiche (probabili) tracce di calzari ‘umani’ sono state rinvenute in una spiaggia sudafricana
LE IMPRONTE DEL SAPIENS
8/31/20252 min leggere
L’Africa ci offre davvero tante testimonianze, soprattutto per quanto riguarda le tracce fossili. In genere, questa materia, chiamata Icnologia, studia le tracce lasciate dagli organismi nel corso del tempo e, il più delle volte, non ci permette di capire quale specie abbia lasciato queste impronte, in quanto, in situ, difficilmente si ritrovano i fossili appartenenti all’individuo che ha lasciato queste impronte. Nel caso dell’uomo, capire come e quando sono comparse le calzature, o comunque calzari in generale, è sempre stata una sfida ardua, in quanto non è mai stato rinvenuto niente di tutto ciò in questi siti, anche perché sono strumenti deperibili e difficilmente si preservano oggetti archeologici del genere. Tuttavia, queste impronte sono state lasciate da individui che le indossavano e questo, al momento, ci basta. Insomma, ora sappiamo che nel record geologico abbiamo un punto di riferimento per capire da quando, almeno in parte, gli esseri umani si coprivano i piedi con calzari.
Entriamo nel vivo della ricerca
Negli ultimi 15 anni sono state rinvenute tantissime tracce di impronte “umane”, e se volete nei commenti trovate un articolo apposito. Sono tracce di corsa sostenuta o di camminate in senso stretto, ma non sono mai state trovate tracce dirette di “orme con calzatura”, se non in siti antichi più di 30.000 anni fa, in Europa Occidentale. È compreso anche un sito neanderthaliano. Insomma, l’uomo già a quel tempo ha dimostrato di poter costruire oggetti e strumenti in osso e di cucire indumenti, quindi i ricercatori sono ben consci del fatto che, in qualche modo, con le conoscenze del tempo, le calzature debbano essere comparse per far fronte a certe necessità.
La seconda zona, al centro di questo studio, mostra l’esistenza di tracce di calzature lungo la costa del Capo. Qui non ci sono segni diretti; infatti, i ricercatori hanno svolto una serie di esperimenti “fisici” per provare che le tracce rinvenute siano state lasciate da calzature, ed il risultato è che esistono (almeno fino ad ora) 3 siti con impronte lasciate da umani con i piedi "coperti".
In questi siti sono già state rinvenute impronte associate a Homo sapiens (scalzi) lungo la costa del Capo, in particolar modo in siti dunali o in contesti geologici caratterizzati da eolianiti. Per svolgere questi esperimenti, sono state utilizzate calzature tipiche degli indigeni San, del deserto del Kalahari, perché in qualche modo si avvicinano alle possibili calzature antiche. Sono state create, poi, delle piste simili a quelle della costa meridionale del Capo ed il risultato è che una suola aperta e relativamente rigida, su un manto relativamente soffice ma compatto, restituisce impronte molto simili a quelle dei 3 siti, che mostrano impronte con margini netti.
Questo, comunque, non è uno studio conclusivo o esaustivo, in quanto mostra, in parte, che l’uomo utilizzasse calzature già da molto tempo, ma non abbiamo ancora tracce dirette di questa usanza, e ancora non ci è dato sapere come e quando sia comparsa. Infatti, i siti studiati non sono stati datati ed una datazione probabile si aggira tra i 130.000 e i 70.000 anni circa.
Ciò che bisogna considerare è che il Sudafrica, in generale, presenta molte piste che rientrano in questo range temporale, e la presenza di tracce di calzature permette di capire che ad un certo punto l’uomo abbia dovuto coprirsi i piedi, magari per raccogliere e cercare il cibo sulle rocce taglienti che caratterizzano la costa del Capo. Infatti, una lacerazione infetta tra i 130.000 e i 70.000 anni fa significava morte certa. C’è da considerare anche che le calzature potessero essere usate per la protezione dal freddo o dal caldo, utilizzandole prima in modo occasionale, per diventare poi parte integrante degli indumenti che utilizziamo tutt’ora.
Fonte testo e immagine: Helm, C. W., Lockley, M. G., Cawthra, H. C., De Vynck, J. C., Dixon, M. G., Rust, R., … Zipfel, B. (2023). Possible shod-hominin tracks on South Africa’s Cape coast. Ichnos, 30(2), 79–97.


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