Evolution never sTOPS!

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Le razze umane non esistono: un piccolo sguardo ad alcuni eventi del passato

Purtroppo, il concetto di razza è ancora molto diffuso. Al massimo si dovrebbe parlare di sottospecie, ma non esistono sottospecie umane.

EVOLUZIONE UMANA: TRA MITI E FAKE NEWS

8/22/20254 min leggere

Come disse un mio vecchio professore all'Università di Bologna: "gli antropologi non possono essere razzisti, sarebbe come per un prete non credere in Dio", e così dovrebbe valere per lo scienziato in generale. Il punto cardine è la diversità tra organismi della stessa specie, cioè possono esistere differenze genetiche che suddividono una popolazione in più subunità, denominate sottospecie.

Il primo problema in questo discorso è che "razza" è un termine zootecnico, che indica incrocio artificiale tra due o più varietà di una stessa specie. Quindi, quando si parla di razza, è come se stessimo parlando di popolazioni artificiali, create dall'uomo. Si può parlare al massimo di sottospecie, o di etnia se prendiamo in considerazione le differenze culturali, ma tra poco ci arriveremo.

Prendiamo per esempio due popolazioni di un organismo che non si riescono a incontrare per via di barriere geografiche (due isole): dopo tanto tempo, anche se hanno avuto un'evoluzione comune, compariranno nuovi geni tipici esclusivamente delle due popolazioni, così da avere delle differenze genetiche tali da suddividere in sottospecie (solo se la diversità è molto più grande tra queste popolazioni che tra gli organismi all’interno della popolazione).

Naturalmente, con il passare del tempo, le differenze possono essere più consistenti tanto da non parlare di sottospecie ma di specie diverse, ma sarebbe troppo difficile trattare in un unico post tutti questi argomenti.

La popolazione umana può essere considerata come una grande popolazione e la differenza tra gli individui, cioè tra tutti noi, è solo del 15%. In un romano, in un cinese, in un australiano, troveremo sempre quell'85% uguale per tutta la popolazione, una variabilità genetica molto bassa per avere una classificazione in sottospecie. La differenza genetica è molto alta tra l’uomo e le diverse scimmie antropomorfe (quelle simili a noi), ma molto bassa all’interno degli esseri umani, ed è per questo che all'interno delle antropomorfe troviamo sottospecie (la variabilità intraspecifica è molto alta). La differenza tra le "popolazioni" dei continenti non è superiore al 5%, mentre tra i continenti è del 10%. Abbiamo quindi delle differenze tra individuo e individuo, non tra popolazioni.

Ora che abbiamo capito perché non c'è nessuna differenza tra popolazioni, ma solo tra individui, ci saranno 4 punti principali che eliminano il termine "razza umana" dal punto di vista biologico ed evoluzionistico:

  1. Origine comune e recente dell’Uomo moderno.
    La specie 𝙃𝙤𝙢𝙤 𝙨𝙖𝙥𝙞𝙚𝙣𝙨 ha solo circa 300.000 anni. Temporalmente parlando può sembrare tanto, ma in termini di generazioni si tratta solo di circa 8.000. Si tratta di una quantità di tempo molto piccola per poter evolvere differenze sostanziali tra più di una popolazione della stessa specie, soprattutto se consideriamo che gli umani sono piuttosto longevi (ora un po' di più). Un qualsiasi genetista che studia 𝘿𝙧𝙤𝙨𝙤𝙥𝙝𝙞𝙡𝙖, o anche virus e batteri (abbiamo visto come in un paio di anni è cambiato il virus SarsCov-2), in una carriera studia più di 8.000 generazioni (che possono comparire in pochissimo tempo, anche in meno di un anno se parliamo di virus);

  2. Alla base dell’Out of Africa 3: forti crisi demografiche (colli di bottiglia).
    500.000 anni fa circa avvenne la divergenza tra 𝙃. 𝙨𝙖𝙥𝙞𝙚𝙣𝙨 e 𝙃𝙤𝙢𝙤 𝙣𝙚𝙖𝙣𝙙𝙚𝙧𝙩𝙝𝙖𝙡𝙚𝙣𝙨𝙞𝙨, con la nostra specie presente in primis in Africa. Una specie, come detto prima, relativamente giovane, ma che ha subito vari "colpi" e scremature dal punto di vista genetico. In seguito si assiste a una grandissima differenziazione all’interno dell’Africa, fino a un punto critico. Un collo di bottiglia (quando diminuisce il numero di una popolazione e casualmente si salvano solo pochi caratteri/geni, non tutti) restringe criticamente la differenza genetica umana: una grande crisi dell’umanità a cui sopravvivono poche migliaia di individui. Queste poche migliaia di individui sembrano essere resistite anche nel sud dell’Africa, dove il clima, essendo più temperato, permetteva la sopravvivenza senza problemi dell’uomo. Tutte le popolazioni attuali derivano da un piccolo, recente e omogeneo GRUPPO FONDATORE.

    Un altro evento del genere si verificò circa 75.000 anni fa, in seguito all'eruzione della caldera Toba a Sumatra, provocando un raffreddamento del clima di circa 5 gradi. Ecco un altro e recente COLLO DI BOTTIGLIA, che ha scremato un po' di geni accumulati nel corso del tempo. Il nostro genoma, oltre a essere quello di una specie molto giovane, subisce almeno due colli di bottiglia che riducono enormemente la variabilità genetica.

  3. Le migrazioni successive all’Out of Africa 3 hanno impedito nuove forti differenziazioni.
    I flussi genici (migrazioni) negli ultimi 60.000 anni hanno prevalso sulla deriva genetica (isolamento). La diffusione ed espansione della nostra specie e il popolamento dei continenti avvennero solo tra 100.000 e 40.000 anni fa circa, con l'uomo presente sia in Asia orientale che in Europa, contando che arrivò solo circa 30.000 anni fa in America.

    Le popolazioni di Sapiens moderno si sono accresciute rapidamente a partire da 50.000-40.000 anni fa circa, migrando in nuovi territori ed espandendosi ovunque. Se invece fossimo rimasti isolati, sarebbero potute comparire delle differenze tali da diversificarci in più popolazioni.

  4. Le grandi migrazioni del Neolitico (<10.000 anni fa) e il completo popolamento del pianeta.
    Recentemente, in termini geologici, sono avvenute davvero tante migrazioni che hanno sostanzialmente "mescolato" le varie popolazioni, riducendo quel poco di diversità che magari si era formata durante qualche evento di isolamento nel Paleolitico. Senza contare che eventi migratori recenti, come il colonialismo, hanno sostanzialmente accentuato questa "omogeneizzazione genetica".

Le sottospecie, quindi, non possono esistere proprio perché siamo il frutto di migrazioni paleolitiche, neolitiche, coloniali o moderne. Al massimo, se dovessimo isolarci (parliamo comunque di decine di migliaia di anni, se non centinaia), in un futuro lontano potremmo parlare di sottospecie umane, ma attualmente siamo un'unica popolazione che presenta qualche piccola differenza genetica che non permette una distinzione di questo genere.

E al posto di "razza" al massimo si dovrebbe utilizzare il termine etnia, che ha una sua valenza nell'ambito dell'Antropologia culturale in quanto indica differenze, appunto, dal punto di vista culturale.

Fonti:

  • AAI (Associazione Antropologica Italiana)

  • SIAC (Società Italiana di Antropologia Culturale)

  • Associazione Genetica Italiana (AGI)