Evolution never sTOPS!

Può un'attività illegale come il bracconaggio mostrarci l'evoluzione in diretta di grandi vertebrati?

La risposta è sì, e questa ricerca mostra come sia aumentato il numero di individui di elefanti senza zanne.

EVOLUZIONE IN DIRETTA: ZOOLOGIA

1/13/20252 min leggere

Prima di iniziare, vorrei fare una precisazione. Molte pagine che dovrebbero essere divulgative, probabilmente per avere più visibilità, inseriscono titoli del tipo "gli elefanti stanno nascendo senza zanne per scappare dall'uomo". Questo è un concetto abbastanza lamarckiano (anche se in realtà Lamarck afferma tutt'altro) in quanto non compaiono così, " aggratis", nuovi geni/fenotipi in base ad una necessità. Questo perché si selezionano geni/mutazioni già presenti nella popolazione di una data specie, e questa selezione o setaccio avviene attraverso i vari meccanismi evolutivi (Selezione Naturale, Selezione Sessuale, ecc.).Inoltre, nessun organismo decide come evolversi (cambiare) e non ha controllo sui geni, altrimenti io sarei una sorta di Wolverine con le ali.

Ora, iniziamo seriamente. Il biologo evoluzionista Shane Campbell-Staton, dell'università di Princeton, grazie ad alcuni video visti su YouTube, si rese conto che nel Gorongosa National Park molti elefanti femmina fossero prive di zanne. Si recò molti mesi dopo sul posto per contare gli elefanti, confrontando le riprese odierne con quelle del passato. Il risultato?

Il numero di individui femminili con le zanne è diminuito drasticamente in poco più di 30 anni, tra il 1977 e il 2004, mentre gli individui femminili senza le zanne è passato dal 18,5% al 33% della popolazione.

Cosa ci dicono questi dati dal punto di vista evolutivo?

Evoluzione è sinonimo di cambiamento, e non di miglioramento, e in biologia evolutiva il cambiamento non si osserva solo attraverso la comparsa di una nuova mutazione che può essere selezionata o meno dai meccanismi evolutivi, per diventare frequente o meno all'interno di una popolazione, ma si osserva anche grazie alla frequenza genotipica e/o fenotipica di un dato carattere, già presente e fissato all'interno della popolazione. Qui verrebbe da pensare che le zanne siano un carattere dominante mentre l'assenza delle zanne un carattere recessivo, ma non è proprio così e tra poco lo vedremo.

La pressione selettiva del bracconaggio ha selezionato e "favorito" elefanti femminili privi di zanne, proprio perché quelle con le zanne vengono sistematicamente uccise per svariati e discutibili motivi. Uno di questi è lo scoppio della guerra civile nel Mozambico nel 1977 in quanto le zanne vennero utilizzate per sostenere le spese belliche al punto da ridurre, negli anni 90, la popolazione degli elefanti africani presenti in Mozambico del 90%.

Ma una diminuzione degli individui femminili dotati di zanne non è l'unica causa della perdita di queste strutture. L'analisi del genoma di questi animali ha mostrato la presenza di un gene particolare legato al cromosoma X che si trasmette dalla madre alla prole, con effetti diversi in base al sesso:

  • negli individui femminili c'è una tendenza nel perdere le zanne, con la conseguenza che hanno più probabilità di riprodursi rispetto agli individui femminili dotati di zanne, e quindi di trasmettere questo particolare gene;

  • negli individui maschili, questo gene risulta essere letale. Questo spiega perché soltanto gli individui femminili sono privi di zanne.

Le scansioni dell'intero genoma hanno individuato 2 geni che svolgono un ruolo nello sviluppo dei denti dei mammiferi (AMELX e MEP1a), che portano anche alla formazione di smalto, dentina e cemento. Uno di questi loci (AMELX) è associato a questa sindrome maschile-letale dominante, legata all'X nell'uomo, che riduce la crescita degli incisivi laterali mascellari, che sono omologhi alle zanne di elefante. Questo studio fornisce prove, quindi, di una rapida selezione causata dal bracconaggio per la perdita di un tratto anatomico molto vistoso in un gruppo di vertebrati.

Fonte: Campbell-Staton et al., 2021: Ivory poaching and the rapid evolution of tusklessness in African elephants. SCIENCE, Vol 374, Issue 6566 pp. 483-487.