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Quando arrivò la nostra specie in Australia? E che impatto ebbe sulla fauna locale il nostro arrivo?

Il sapiens nelle ultime decine di migliaia di anni ha letteralmente colonizzato il pianeta, ed arrivò in Australia prima di quanto ipotizzato.

SAPIENS: SUDEST ASIATICO E AUSTRALIA

12/2/20242 min leggere

La nostra specie arrivò in Australia 80.000-65.000 anni fa, ed il nostro arrivo incominciò ad avere un forte impatto ambientale. La nostra specie è stata capace, grazie alle sue 'camminate', di arrivare in ogni continente e, grazie ai mutamenti climatici, soprattutto a quei periodi non proprio così caldi, è stata in grado (come anche altre specie) di raggiungere isole o luoghi che in genere sono raggiungibili, come l'Australia.

I primi uomini, secondo i vecchi studi (come quello sulle analisi relative al DNA mitocondriale), arrivarono circa 45.000-50.000 anni fa, e questo provocò l'estinzione di molte specie locali. Questa parte la tratteremo più tardi, ora concentriamoci sull'arrivo della nostra specie in Australia.

Nel Kakadu National Park, a nord dell'Australia, sono stati trovati reperti datati almeno a 65.000 anni fa, mentre altri suggeriscono addirittura una datazione di 80.000 anni. Questa ricerca venne pubblicata nel 2017, quindi ancora non si sapeva che il sud-est asiatico fosse già una sorta di "ponte" tra l'Asia e l'Australia già 86.000 anni, quindi questo studio del 2023 (di cui ho parlato l'altro ieri) rende coerenti queste "vecchie" datazioni.

Rimanendo saldi alla datazione dei reperti oggetti di pubblicazione del 2017, si può retrodatare l'arrivo della nostra specie ad almeno 15.000 anni. Tra i reperti troviamo 'pastelli' di vari colori, come l'ocra, importantissimi dal punto di vista simbolico e artistico. Inoltre, è stato rinvenuta anche la mascella della cosiddetta 'Tigre della Tasmania' (𝙏𝙝𝙮𝙡𝙖𝙘𝙞𝙣𝙪𝙨 𝙘𝙮𝙣𝙤𝙘𝙚𝙥𝙝𝙖𝙡𝙪𝙨) ricoperta di un colore rossastro.

Bene, arrivati a questo punto arriviamo ad un argomento che crea scalpore, infatti ci sono segni di impatti ambientali antichi 65.000 anni circa.

Ormai sappiamo, grazie anche soprattutto ai fossili, che 𝙃𝙤𝙢𝙤 𝙨𝙖𝙥𝙞𝙚𝙣𝙨 incominciò migliaia di anni fa ad avere un forte impatto sull'ambiente, portando molte specie (alcune già in declino) all'estinzione.

Sono stati trovati resti di gusci di uova che, come ben sappiamo, sono strutture minerali e ciò ha permesso di preservare ed intrappolare certe proteine. Esse hanno permesso di stabilire che le uova sono state deposte da un gruppo più antico del genere 𝙋𝙧𝙤𝙜𝙪𝙧𝙖 (il principale gruppo a cui venne associato inizialmente i gusci d'uova).

Questo antico gruppo appartiene al genere 𝙂𝙚𝙣𝙮𝙤𝙧𝙣𝙞𝙨, e si tratta di giganteschi uccelli alti più di due metri appartenenti alla famiglia Dromornithidae e dotati di un grande e robusto becco. Inizialmente, i cambiamenti climatici e la relativa desertificazione (che non significa "formazione di deserti") nel continente australiano, erano considerati i fattori principali che portarono all'estinzione di questo gruppo, avvenuta 50.000 anni fa.

Ma, la rapida estinzione, ha allontanato ogni dubbio: la colpa è da attribuire all'arrivo della nostra specie sul suolo australiano.

Grazie al ritrovamento di gusci delle uova di questi uccelli, si è capito che i primi australiani si nutrirono di uova. Questo è normale, perché 𝙃. 𝙨𝙖𝙥𝙞𝙚𝙣𝙨 non conosceva le abitudini e i comportamenti delle specie locali, pertanto predarle con una caccia attiva sarebbe stato troppo dispendioso dal punto di vista energetico. Ci sarebbe voluto molto tempo per studiare questo nuovo ambiente. Le uova risultavano essere un pasto proteico, e facile da recuperare. Si trattava di grandi furti, e non di qualche prelievo che avveniva ogni tanto, e questo ha provocato il declino della popolazione di questo gruppo in meno di 15.000 anni. Praticamente, un battito di ciglia a livello geologico.

Fonti:

  • Clarkson, C., Jacobs, Z., Marwick, B. et al. Human occupation of northern Australia by 65,000 years ago. Nature 547, 306–310 (2017);

  • B. Demarchi, J. Stiller, A. Grealy, M. Mackie, Y. Deng, T. Gilbert, J. Clarke, L.J. Legendre, R. Boano, T. Sicheritz-Pontén, J. Magee, G. Zhang, M. Bunce, M.J. Collins, G. Miller, Ancient proteins resolve controversy over the identity of Genyornis eggshell, Proc. Natl. Acad. Sci. U.S.A. 119 (43) e2109326119,