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Quando è arrivato l'uomo in Sicilia?

La Sicilia dal punto di vista paleoantropologico è sempre stata un po' "misteriosa". Si sa che l'uomo sarebbe potuto arrivare in tempi antichi, mentre le tracce indicano un popolamento relativamente recente. Ma è proprio così?

L'ARRIVO DEL SAPIENS IN EUROPA: IL POPOLAMENTO DELLE ISOLE

9/23/20253 min leggere

In paleoantropologia, la presenza dell'uomo in Sicilia ha sempre diviso la comunità scientifica, poiché nel corso degli ultimi 5-6 milioni di anni, anche grazie, ad esempio, alla famosa Crisi di Salinità del Mediterraneo, un gran numero di specie continentali è arrivato in Sicilia attraverso passaggi naturali. Di conseguenza, ci si è chiesti quando effettivamente il genere Homo sia giunto in Sicilia. O meglio, oltre al Sapiens in tempi relativamente recenti (almeno 16.000 anni fa), è possibile che altre specie umane siano arrivate sull'isola? Il Sapiens è davvero arrivato così "tardi"?

Questa ricerca italiana è molto interessante perché tenta di fare una sorta di resoconto su alcune scoperte che retrodaterebbero l'arrivo dell'uomo in Sicilia, fornendo anche possibili spiegazioni sul popolamento dell'isola. Si tratta di speculazioni, certo, ma quando i reperti scarseggiano e si hanno a disposizione solo dati geologici e archeologici, supportati dalle conoscenze odierne, non si può fare altrimenti. Questo lavoro fungerà da riferimento per le future ricerche.

Si sa che i primi gruppi umani arrivarono in Sicilia alla fine dell'Epigravettiano, circa 16.000 anni fa, e l'isola era caratterizzata da una forte instabilità climatica, con un'alternanza di fasi calde e fredde, che portò alla formazione di ambienti steppici tra i 12.900 e 11.700 anni fa circa. In questo periodo, l'uomo popolò l'isola, ma non in modo uniforme, poiché le popolazioni si distribuirono principalmente lungo le coste orientali e settentrionali. Sostanzialmente, questo primo (forse) popolamento è testimoniato da prove concrete, come quelle genetiche, che indicano che quelle popolazioni erano caratterizzate da una bassa diversità genetica, suggerendo che fossero di piccole dimensioni. Queste popolazioni arrivarono, probabilmente, attraverso qualche ponte naturale che si formò nell'attuale Stretto di Messina, permettendo così uno scambio faunistico nel Paleolitico medio e superiore.

E prima? Non si hanno prove concrete, anche se sono stati ritrovati una serie di strumenti litici che, se non associati a una fauna o a un certo strato geologico-sedimentario, non forniscono informazioni certe. Anzi, i reperti litici privi di un contesto geologico possono restituire una datazione errata e creare una marea di problemi. Tra i tanti autori del passato che hanno contribuito alla retrodatazione dell'arrivo dell'uomo in Sicilia, non posso non citare Paolo Orsi che, nel 1899, dichiarò di aver trovato uno strumento litico, probabilmente un'ascia, nelle zone di Trapani, attribuendolo al Paleolitico inferiore, anche se successivamente fu attribuito al Neolitico. Furono trovati ciottoli di quarzite e altri reperti associati al Paleolitico inferiore in più di 20 siti. Si ipotizza che i bifacciali siano giunti in Sicilia durante il Paleolitico inferiore, durante la glaciazione Mindel (circa 600.000-400.000 anni fa) e quella del Riss (circa 320.000-140.000 anni fa).

In uno studio del 2012, sono state identificate tre fasi migratorie avvenute durante il Paleolitico inferiore:

  • durante la cosiddetta Pebble Culture (Olduvaiano), datata almeno 850.000 e 500.000 anni fa circa in Italia;

  • la seconda fa riferimento all'industria Clactoniana e risalirebbe ad un periodo compreso 400.000 e 180.000 anni fa circa;

  • la terza fa riferimento all'industria Acheuleana.

Tutti i reperti datati al Paleolitico inferiore, però, nel corso degli anni, sono stati accolti con scetticismo, soprattutto perché non sono stati associati ad alcun complesso faunistico e non esistono (al momento) prove ossee di popolazioni umane più antiche di 16.000 anni. Forse attraversarono sporadicamente lo Stretto di Messina, forse altre tracce sono andate perdute; al momento non ci è dato saperlo. Sappiamo che nei periodi citati poc'anzi, in Europa erano presenti svariate specie e popolazioni umane, come anche nella vicina Calabria. Infatti, anche questa regione venne abitata dal Neanderthal, ma in Sicilia non abbiamo trovato industrie associate a questa specie. È possibile che le specie umane presenti in Calabria abbiano valutato la possibilità di spostarsi in Sicilia, ma forse non c'erano le condizioni per attraversare lo Stretto.

Lo Stretto, infatti, come detto prima, ha permesso un interscambio faunistico con il continente europeo grazie all'abbassamento del livello del mare durante le glaciazioni, con un abbassamento di circa 120 metri nell'ultima glaciazione. Quella zona è sempre stata attiva dal punto di vista geologico e, di conseguenza, si sono create condizioni favorevoli per l'interscambio faunistico, forse attraverso lembi di terra più o meno ampi e discontinui, che comparvero grazie all'abbassamento del livello del mare.

I dati paleontologici indicano che vari interscambi sono avvenuti tra la Sicilia e l'Europa (in passato si pensava anche con l'Africa attraverso il Canale di Sicilia), ma non tutti gli strumenti sono attribuibili al Paleolitico inferiore. Abbiamo pochi dati paleontologici, nessun reperto osseo (a parte quelli delle popolazioni Sapiens più recenti), ma il DNA antico e altri strumenti indicano che un popolamento pre-epigravettiano della Sicilia da parte almeno di H. sapiens originari dell'Europa sia avvenuto. Non ci resta che aspettare qualche ritrovamento che possa rafforzare questa ipotesi.

Fonte: Portaro, C., Varotto, E., Sineo, L., & Galassi, F. M. (2024). The presence of Homo in Sicily: Evidence, hypotheses, and uncorroborated ideas. An archaeo-anthropological perspective. Anthropological Review, 87(1), 93–107