Evolution never sTOPS!
Quando l’Europa era un paradiso tropicale...
Durante gli ultimi milioni di anni, il nostro pianeta ha attraversato varie fasi di riscaldamento globale, e il record fossile ci aiuta a capire come avvenivano, in effetti, certi fenomeni simili a quelli che stiamo vivendo oggi.
PALEOECOLOGIA E PALEOBIOLOGIA DELLA CONSERVAZIONE
9/28/20252 min leggere
Premessa: sicuramente qualcuno scriverà qualcosa contro i cambiamenti climatici, del tipo “ci sono sempre stati”, e dico già da ora che non è il posto (né il post) adatto. Questa è una situazione analoga e del tutto naturale.
Dopo questa premessa, possiamo cominciare. Ci troviamo durante il Miocene, tra circa 17 e 14 milioni di anni fa, e il nostro pianeta attraversò una fase di riscaldamento globale nota come Miocene Climatic Optimum (MCO). Questo periodo fu caratterizzato da temperature elevate, un innalzamento del livello del mare e condizioni ambientali favorevoli che favorirono una straordinaria biodiversità marina, in particolare nella regione circum-mediterranea. Uno degli ecosistemi più rappresentativi di questa fase fu il Mare della Paratetide Centrale, un antico mare interno che occupava gran parte dell’Europa centro-orientale. In questo contesto si sviluppò un eccezionale hotspot di biodiversità, soprattutto per quanto riguarda i gasteropodi marini. Tuttavia, con il successivo raffreddamento globale e i cambiamenti geodinamici che segnarono la Middle Miocene Climate Transition (MMCT), la biodiversità subì un drastico declino, culminando in eventi di estinzione su larga scala.
Entriamo leggermente nel dettaglio ed aggiungiamo qualche dato in più. Sono state studiate circa 859 specie, soprattutto gasteropodi marini, che in qualche modo hanno “registrato” questi cambiamenti ambientali e faunistici. Infatti, come accennato poc'anzi, durante il MCO assistiamo a un aumento della biodiversità marina, e questo è dovuto ad alcuni fattori: una sorta di “riorganizzazione tettonica” che ha permesso di creare un arcipelago che, assieme a un aumento della temperatura di circa 3-6 °C superiori a oggi, ha permesso a molte specie tropicali e subtropicali di vivere in questo “nuovo mondo”.
Si sono sviluppate così barriere coralline complesse, che hanno permesso di ospitare un gran numero di specie diverse tra loro e, di conseguenza, un aumento di eterogeneità per quanto riguarda gli habitat, anche nelle loro dimensioni. Questo picco di biodiversità verrà raggiunto attorno ai 15-14 milioni di anni fa circa, nella Paratetide meridionale. Tra i taxa dominanti troviamo diverse famiglie appartenenti all’ordine Neogastropoda, come Conidae, Muricidae, ecc. In sostanza, la diversità in questo periodo era superiore a quella del Mediterraneo attuale di circa 2,5 volte.
Alla fine, però, nel Miocene Medio si verificheranno degli abbassamenti di temperatura globale che comporteranno l’espansione dei ghiacci antartici e un abbassamento del livello marino di circa 50 metri. Molte specie andranno incontro all’estinzione; infatti, avremo, per esempio, un evento locale chiamato estinzione di metà Badeniano (MBEE), che comporterà la perdita di circa il 67,2% delle specie tra Langhiano e Serravalliano, circa 13 milioni di anni fa. Tra queste, le famiglie più colpite saranno Architectonicidae, Coralliophilinae, Mathildidae.
Ma non è finita qui, in quanto assisteremo anche a quella che viene chiamata crisi zooplanctonica (post-MMCT / BSEE). Qui avviene il collasso dello zooplancton, con la riduzione delle specie planctotrofiche che sopravvissero tra le famiglie citate prima, a favore delle specie non planctotrofiche, come i Nassariidae.
In tutto questo, anche le specie di acque profonde hanno risentito di questo cambiamento. Tra circa 13 e 11 milioni di anni fa, infatti, si assiste a un declino del 57% delle specie, dovuto a un cambiamento dell’ossigenazione dei mari e della loro circolazione, fino ad arrivare alla quasi totalità di estinzione delle faune profonde in tempi successivi.
In parole povere, questo hotspot di biodiversità durò circa 3 milioni di anni, ed è un intervallo temporale relativamente breve rispetto, per esempio, agli hotspot attuali come quello del cosiddetto “Triangolo dei Coralli” (situato tra Indonesia, Filippine e Australia).
Fonte testo e immagine: Harzhauser, M., Landau, B., Mandic, O. et al. The Central Paratethys Sea—rise and demise of a Miocene European marine biodiversity hotspot. Sci Rep 14, 16288 (2024).


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