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Quando si estinsero gli ittiosauri? Molto prima della grande estinzione di massa del Cretacico
Come per ogni gruppo del passato, anche l'estinzione degli ittiosauri non è semplice da spiegare, e nemmeno lineare.
ITTIOSAURI & ITTIOPTERIGI
7/28/20252 min leggere
Per quanto possa apparire strano, questi animali si estinsero nel Cenomaniano (100,5 - 93,9 milioni di anni fa circa), ben 30 milioni prima della grande estinzione del Tardo Cretacico che coinvolse dinosauri e una miriade di specie, tra animali e piante. Nonostante i loro profondi adattamenti al regno acquatico, e il loro "apparente" successo durante il Cretacico, questi animali sono stati 'coinvolti' da eventi biotici di minori intensità, rispetto ad una grande estinzione di massa, che in un modo o nell'altro hanno decretato la fine di questi meravigliosi "rettili" marini.
In questo studio, vengono elencate alcune delle probabili cause di estinzione. In primis, gli autori mettono in evidenza il fatto che gli ittiosauri mantennero una ricchezza e disparità elevata, ma in continua diminuzione durante il Cretacico inferiore. A livello fenotipico, però, le differenze tra i vari gruppi non erano estremamente elevate, e in natura gli organismi specializzati risentono molto dei cambiamenti ecologico-ambientali (soprattutto se sono relativamente rapidi in termini geologici). Un cambiamento a livello globale ha sconvolto questo gruppo, riducendo la diversità ecologica di questi organismi, e le nicchie lasciate libere vennero occupate man mano da altri organismi specializzati.
Vediamo un po' nel dettaglio il risultato dello studio.
In precedenza, sono state formulate due ipotesi per spiegare l'estinzione cenomaniana degli ittiosauri:
la competizioni con organismi simili, per esempio mosasauri;
la riduzione delle risorse alimentari, come per esempio i cefalopodi a 'corpo molle'.
Questi scenari possiedono discrepanze a livello geografico e temporale, infatti gli unici a poter competere con gli ittiosauri sarebbero potuti essere i mosasauri per quanto riguarda la "tipologia" di preda, ma questo gruppo comparve nel Cretacico superiore circa 70 milioni di anni fa, e con molta probabilità occuparono solamente la nicchia ecologica lasciata libera dagli ittiosauri. Altri competitori potevano essere i plesiosauri, famosissimi "rettili" dal collo lungo, ma i dati fossili ci indicano la presenza in bacini australiani sia di plesiosauri che di ittiosauri, indicando una 'convivenza' di almeno 19 milioni di anni.
Tralasciando queste ipotesi, scartate sul nascere, la cosa che salta subito all'occhio è che dal Giurassico medio vi è una costante diminuzione della diversità degli ittiosauri, ma la sola componente alimentare non è nemmeno molto attendibile in quanto gli ultimi ittiosauri erano all'apice della catena alimentare e basavano la loro dieta su diversi animali, e non esclusivamente sulle belemniti (come si ipotizzava in passato).
I lenti tassi evolutivi relativi a questo gruppo, sommati ai cambiamenti climatici (veloci), hanno giocato un ruolo fondamentale in tutta questa storia. Nel Cenomaniano avvenne un'importante estinzione che portò gli ittiosauri a presentare una bassa diversità, una scarsa abbondanza e un'areale relativamente ristretto.
La variabilità climatica è la migliore spiegazione a questo fenomeno in quanto, appunto, tra il Cenomaniano e il Turoniano (93,9 milioni di anni fa circa), si sono susseguiti e alternati tanti fenomeni climatici quali:
l'assenza del ghiaccio polare;
i livelli del mare estremamente alti;
la forte anossia e le temperature elevate legate ad un aumento della CO2:
Insomma, 93 milioni di anni fa circa il clima, e di conseguenza gli ambienti, erano molto instabili ed hanno provocato una sorta di 'turn over' biotico. Questo perché, essendosi abbassata la diversità all'interno delle popolazioni di ittiosauri, si sono persi di conseguenza caratteri che avrebbero potuto permettere a questi animali di competere per le "nuove" nicchie, o meglio di occupare e rioccupare le varie nicchie in base ai cambiamenti climatico-ambientali. La perdita della variabilità ha comunque coinvolto la sfera genetica, e con una popolazione ridotta (quindi con minore possibilità che qualche gene che codificava qualche morfologia/adattamento peculiare potesse diventare frequente all'interno di una popolazione), gli ittiosauri hanno incominciato ad avere le ore (in termini geologici) contate.
Infine, possiamo considerare l'estinzione del Cenomaniano-Turoniano come un "colpo finale", in quanto gli autori sono riusciti a capire che si sono verificati anche altri fenomeni climatico-ambientali durante il Cenomaniano, che condussero in modo 'graduale' gli ittiosauri verso l'estinzione.
Fonte: Fischer, V., Bardet, N., Benson, R. et al. Extinction of fish-shaped marine reptiles associated with reduced evolutionary rates and global environmental volatility. Nat Commun 7, 10825 (2016).
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