Evolution never sTOPS!

Quante volte l’uomo ha rischiato di estinguersi?

Per alcuni sembra una cosa impossibile, eppure il nostro genere ha rischiato di estinguersi diverse volte nel corso del tempo.

IL GENERE 𝙃𝙤𝙢𝙤

9/14/20252 min leggere

Questo è un argomento affascinante in quanto il genere 𝙃𝙤𝙢𝙤, oltre ad essersi diffuso in tutto il mondo, ha rischiato più volte l’estinzione, con la popolazione che si è ridotta ripetutamente nel corso della storia. Già di per sé, per i sostenitori (ahimé) delle razze, che ricordo essere un concetto zootecnico indicante organismi selezionati artificialmente e erroneamente usato come sinonimo di sottospecie, l'idea della non esistenza di più sottospecie non è una notizia positiva.

Infatti, questi fenomeni che hanno quasi portato all’estinzione il genere umano hanno ridotto il numero di individui umani e, di conseguenza, hanno causato una diminuzione della variabilità genetica. Questo, attraverso i meccanismi evolutivi noti come "effetto fondatore" e "collo di bottiglia", ha comportato la perdita di geni e di alleli, e l’aumento di frequenza di quelli rimasti. Il più delle volte, ciò ha portato anche all'aumento di geni e/o alleli deleteri che possono mettere a rischio l'estinzione della popolazione in questione. Tuttavia, tutto sommato, possiamo dire che al nostro genere è andata più che bene.

Per esempio, circa 70.000 anni fa, la riduzione di 𝙃𝙤𝙢𝙤 𝙨𝙖𝙥𝙞𝙚𝙣𝙨 avvenne “grazie” all’eruzione della caldera del Lago Toba, che comportò una riduzione di un numero massimo di 10.000 individui (minimo 2000) in tutto il mondo. Oppure, è stato stimato che i sapiens che si spinsero fuori dall’Africa tra i 100.000 e i 45.000 anni fa fossero circa 30.000.

Tra i 930.000 e i 813.000 anni fa, in tutto il mondo erano presenti circa 1300 individui di 𝙃𝙤𝙢𝙤 𝙚𝙧𝙚𝙘𝙩𝙪𝙨, e solo 1280 di questi erano riproduttivi. Questo numero esiguo indica che la popolazione umana è stata sull’orlo dell’estinzione. Tali informazioni sono state rese possibili grazie a uno strumento di calcolo che ha permesso di quantificare l’andamento delle popolazioni umane nel corso del tempo. Questa ”quasi estinzione” è avvenuta in concomitanza di grandi cambiamenti climatici, inclusa una grave siccità che ha portato all’estinzione una moltitudine di mammiferi. Questo impatto è stato sia diretto, come nel caso degli esseri umani, sia indiretto, poiché tali mammiferi erano utilizzati come fonte di cibo proprio dagli esseri umani.

Il modello matematico ha permesso di comprendere quando certi geni sono apparsi nel genoma umano, grazie all'analisi delle sequenze del genoma completo di 3154 persone viventi provenienti da 50 popolazioni umane, di cui 10 africane. Utilizzando la tecnica dell’orologio Molecolare, è stato possibile determinare quando un certo gene è emerso e quanto tempo è trascorso da allora. È importante notare che più tempo è trascorso dalla comparsa di un gene, maggiori sono le varianti presenti nelle popolazioni discendenti da un antenato comune.

Come accennato in precedenza, la drastica riduzione della popolazione ha portato al fenomeno noto come “collo di bottiglia”. Questo evento, che ha causato la perdita di circa il 98,7% degli esseri umani (circa 100.000 individui), ha comportato una significativa diminuzione della variabilità genetica. Per circa 650.000 anni, la popolazione umana è rimasta pressoché stabile. Solo dopo questo periodo, la popolazione ha iniziato a crescere, con i fossili attribuiti ad 𝙃𝙤𝙢𝙤 𝙝𝙚𝙞𝙙𝙚𝙡𝙗𝙚𝙧𝙜𝙚𝙣𝙨𝙞𝙨, l'antenato comune di Sapiens, Neanderthal e Denisova, che indicano questa fase di espansione demografica. Tuttavia, ciò ha portato a un problema significativo. La presenza di un numero così limitato di individui umani ha comportato un basso numero di fossili rinvenuti. Questa scarsità di fossili riflette la realtà statistica della ridotta popolazione umana dell'epoca.

È importante comprendere che evoluzione non è sinonimo di miglioramento o di adattamento, ma piuttosto un cambiamento nel tempo, che sia esso positivo o negativo. Quando si verificano eventi evolutivi come il “collo di bottiglia” o la Deriva Genetica, è impossibile prevedere quali geni saranno persi e quali aumenteranno di frequenza. In tal contesto, i geni o le loro varianti che sopravvivono possono avere avuto un impatto positivo, contribuendo probabilmente alla comparsa di 𝙃. 𝙝𝙚𝙞𝙙𝙚𝙡𝙗𝙚𝙧𝙜𝙚𝙣𝙨𝙞𝙨.

Wangjie Hu et al. ,Genomic inference of a severe human bottleneck during the Early to Middle Pleistocene transition.Science381,979-984(2023).