Evolution never sTOPS!
Umani e iene (giganti), probabilmente, erano in competizione per le carcasse
Gli umani non hanno avuto vita facile, soprattutto nella caccia e nella raccolta del cibo. E dovevano lottare con bestie non proprio...docili.
IL GENERE 𝙃𝙤𝙢𝙤
9/2/20254 min leggere
In questo interessante studio emerge che circa 1 milione di anni fa esisteva, potenzialmente, una competizione per il dominio delle carcasse tra gli esseri umani e altri grandi predatori, come le iene giganti. La caccia "attiva", con strumenti complessi, ancora non caratterizzava le vite di questi antichi umani e, come suggeriscono i ricercatori di questo studio, un cacciatore di successo nel regno animale è anche uno spazzino.
Questa pratica non era sconosciuta agli antichi umani in quanto sarebbero sopravvissuti, in parte, nutrendosi anche di carcasse abbandonate da grandi felidi, o comunque da grandi predatori. "L'unione fa la forza", e in questo contesto ci azzecca benissimo proprio perché, per avere qualche chance, questi antichi umani dovevano unirsi in gruppo per proteggere e difendere il loro "bottino", anche e soprattutto dalle iene giganti (Pachycrocuta brevirostris). Le iene, come ben sappiamo, sono ottime cacciatrici ma non disdegnano ogni tanto un pasto "facile".
Sono state svolte una miriade di simulazioni al computer, con lo scopo di capire se lo scavenging (di routine) fosse una strategia di successo tra questi antichi esseri umani. In primo luogo, i ricercatori cercano di far capire che anche questa pratica è a tutti gli effetti una pratica tipica dei predatori, molto diffusa nel regno animale. Esiste questa sorta di diatriba anche per quanto riguarda le abitudini del predatore per eccellenza, almeno nella cultura popolare, ossia di Tyrannosaurus rex. Infatti, per alcuni è impensabile che un bestione con uno dei morsi più potenti nel regno animale possa essersi nutrito di carcasse.
Quindi, prima di continuare con il testo, vi pongo questa domanda: è meglio nutrirsi "facilmente" senza sprecare troppe energie, oppure spenderne molte per cacciare (con la consapevolezza che non tutti i colpi andranno a segno)?
Comunque, nutrirsi di carogne è una sorta di "flessibilità comportamentale" che ha caratterizzato anche la storia degli ominini. Sono stati considerati per questo studio predatori al top della catena alimentare come "le tigri dai denti a sciabola" (Megantereon in questo caso) che solevano nutrirsi di antilopi, rinoceronti lanosi o comunque di pasti nutrienti.
La domanda è: gli ominini sono stati in grado di trarre vantaggio da azioni del genere?
Avrebbero potuto superare altri animali spazzini come la iena gigante?
Ritorniamo alla simulazione. Sono stati costruiti dei modelli che hanno simulato le condizioni ecologiche e le varie competizioni tra varie specie durante il Pleistocene Superiore nella Penisola Iberica Settentrionale (tra Portogallo e Spagna, per intenderci). È stata stimata in primis la quantità di carne e grasso lasciata sulle carcasse dai grandi felidi, come Megantereon. I ricercatori hanno provato ad ipotizzare che, se questo genere di animali avesse cacciato una preda a settimana, avrebbe consumato solo 1/3 dell'energia disponibile per via dei suoi denti conici, lasciando il resto a spazzini opportunisti.
Bene, abbiamo un po' di carne disponibile, e da qui in poi sono stati inseriti ominini e iene giganti nella simulazione, stimando sia i costi energetici che il possibile dispendio di energia dovuto alla caccia attiva, tenendo conto del numero delle popolazioni di prede e predatori che hanno determinato il numero di carcasse disponibili.
In generale, quando erano presenti pochi felidi dai denti a sciabola, gli ominini non riuscivano spesso a procurarsi abbastanza carcasse per sopravvivere (magari integrando con la caccia "attiva"), mentre per quanto riguarda le iene giganti, sopravvivevano solo pochi individui.
Siamo abituati ad associare la caccia ad utensili complessi, ma con la simulazione si vuole dimostrare che questa pratica sia comparsa prima, accompagnata da altre pratiche integrative (come lo scavenging). I ricercatori sostengono che hanno solo cercato di dimostrare che gli umani avrebbero potuto svolgere questa pratica in determinate condizioni, non che fosse la normalità. Il fattore più importante, in aiuto di questa pratica (e viceversa), è la socialità: infatti gli esseri umani avrebbero potuto prendere il sopravvento sulle iene solo quando organizzati in grandi gruppi, così da respingere i concorrenti.
Vediamo brevemente i risultati:
È stato stabilito che un gruppo composto da almeno 5 individui avrebbe potuto scacciare le iene giganti (in genere solitarie);
Un gruppo minore di 5 individui, le popolazioni di iene prendevano il sopravvento;
Se il numero di predatori era elevato, la disponibilità di carcasse era maggiore e quindi gruppi umani composti da meno di 5 individui erano comunque in grado di nutrirsi di carcasse;
Quando gli ominini si unirono in gruppi composti da più di 5 individui (fino a 13), le popolazioni di iene diminuirono (con la sopravvivenza, comunque, delle stesse). Con un numero maggiore di 13, le simulazioni suggeriscono che la disponibilità di carne diminuiva, ed un gruppo così corposo era capace di prevalere in modo assoluto sulle popolazioni delle iene (quindi, essere un gruppo così numeroso comportava certi vantaggi non di poco conto).
Insomma, la cooperazione in questi casi avrebbe potuto svolgere un ruolo fondamentale per la "caccia alle carogne", ma qui i ricercatori mettono in evidenza come questa pratica sia complessa quanto la caccia attiva. La cooperazione era necessaria per scacciare la iena gigante e, allo stesso tempo, lo scavenging avrebbe promosso (in parte) l'organizzazione sociale. Infatti, se Homo therium (utilizzato nelle simulazioni) non fosse stato un animale solitario, come suggeriscono alcuni scienziati, i gruppi di questi grandi predatori avrebbero potuto lasciare poca carne sulle ossa per gli spazzini. Del resto, è ciò che accade anche alle iene moderne: lo scavenging è un fenomeno parallelo alla caccia, e questi animali utilizzano la tecnica più efficace in base alla situazione.
Così anche Homo erectus era opportunista, cacciatore e onnivoro. Quindi, era in grado di cacciare ma anche di organizzarsi in gruppo per "conquistare" una carcassa, e questo fino a quando gli umani in generale non sono stati in grado di potenziare sia l'arsenale in loro possesso, affinare tecniche di caccia, raccogliere verdure o "sfornare" qualche prodotto a base di vegetali. Insomma, bisogna abbandonare l'idea che l'attività di spazzino sia una pratica poco complessa, in quanto avrebbe potuto richiedere comportamenti, comunicazioni piuttosto complesse e sofisticate capacità cognitive non di poco conto. Insomma, è meglio che qualcuno "uccida per te" che correre rischi durante la caccia.
Fonte: Rodríguez, J., Hölzchen, E., Caso-Alonso, A.I. et al. Computer simulation of scavenging by hominins and giant hyenas in the late Early Pleistocene. Sci Rep 13, 14283 (2023).
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