Evolution never sTOPS!
Un banco di pesci vissuti 50 milioni di anni fa circa
SI tratta un fossile straordinario, che immortala un banco di pesci vissuti 50 milioni di anni fa circa (Eocene). E racconta anche qualcosa dal punto di vista etologico.
ACTINOPTERYGII: LOCOMOZIONE
8/31/20252 min leggere
Si tratta di una fuga di 259 pesciolini che si spostarono in massa prima di trovare la morte, ma ciò comunque testimonia che lo spostamento in massa è una strategia antichissima. I pesci sono preservati in una lastra di roccia calcarea (55 cm per 38 cm) proveniente dalla Green River Formation (Nord America).
La specie in questione è estinta e si chiama 𝙀𝙧𝙞𝙨𝙢𝙖𝙩𝙤𝙥𝙩𝙚𝙧𝙪𝙨 𝙡𝙚𝙫𝙖𝙩𝙪𝙨, e si sa che gli adulti raggiungono/raggiungevano in media i 6,5 cm circa di lunghezza, ma nella lastra sono presenti individui che non hanno raggiunto la piena maturità in quanto non superano i 2 cm di lunghezza. Se nella roccia è stato "scolpito" questo comportamento collettivo, c'è anche da dire che, anche per via dell'eccezionale fossilizzazione, si capisce che questi pesci vennero seppelliti velocemente. Rimane un rebus la causa della morte, ma le possibilità sono due:
nuotando in acque poco profonde, forse, crollò improvvisamente una duna di sabbia che ricoprì ed uccise sul colpo i pesci;
oppure, anche se è meno probabile, si ipotizza fossero già morti al momento del seppellimento e, nel corso del tempo, l'accumulo singolo e graduale dei resti sembra ricordare un banco sulla lastra.
Non sembra, ma fossili del genere possono aiutarci a capire antichi comportamenti che, ahimé, non si preservano nel record fossile. La densità all’interno del gruppo era maggiore nella zona centrale, ed inferiore ai margini del gruppo, dove i predatori spesso attaccano. Diciamo che in questi ambienti lacustri ed intermontani non mancavano forti pressioni evolutive e selettive da parte dei predatori. Infatti, sono stati rinvenuti un sacco di predatori quali il pesce gatto e il luccio nella stessa formazione geologica, oltre al fatto che circa il 50% delle specie ittiche esistenti si riuniscono in banchi già da giovani, quando sono più vulnerabili alla predazione. Pertanto, un approccio del genere, legato alla mortalità di massa, ci fa un po' capire come funzionassero le reti trofiche ed alimentari in un sistema d'acqua dolce nel passato.
I ricercatori, quindi, hanno condotto una serie di simulazioni dei movimenti dei pesci, e questi fossili "rispettano" le semplici regole che governano le interazioni di ciascun individuo con i suoi vicini, regole che permettono un comportamento di gruppo coordinato come negli attuali pesci: la repulsione verso gli individui vicini e l'attrazione verso gli individui vicini senza che essi si scontrino tra di loro.
Non è chiaro, come detto prima, quali siano le cause della morte di questi pesci, ma ciò che ne consegue è che questa serie di semplici regole comportamentali caratterizzava già alcuni pesci almeno dall’Eocene e permetteva a questa sorta di "unica entità" (il banco) di evitare i predatori, considerati in questo caso la pressione selettiva che ha selezionato individui capaci di "cooperare". Insomma, questa strategia risulta essere di successo tutt'ora nei nostri mari.
Fonte testo e immagine: Mizumoto Nobuaki, Miyata Shinya and Pratt Stephen C.,2019: Inferring collective behaviour from a fossilized fish shoal. Proc. R. Soc. B.28620190891


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