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Un gigante tra i tetrapodi del Permiano

Scoperto in Namibia e datato a circa 280 milioni di anni fa, questo tetrapode basale lungo fino a 3 metri mostra tratti primitivi e una distribuzione globale dei primi vertebrati terrestri.

TETRAPODI: LA CONQUISTA DELLA TERRAFERMA

9/28/20251 min leggere

I tetrapodi, dal punto di vista paleontologico, sono molto importanti perché si tratta di quel gruppo che, tra un tentativo e un altro, è riuscito a popolare la terraferma, seppur inizialmente attraverso pozze d’acqua, e da loro poi si origineranno i gruppi legati agli anfibi e agli amnioti (tartarughe, coccodrilli, dinosauri, ittiosauri, mammiferi, ecc.). Lo scorso anno è stato identificato un nuovo taxon chiamato Gaiasia jennyae e si tratta di un tetrapode gigante basale rinvenuto nella valle del fiume Ugab (Damaraland), in Namibia. È datato a circa 280 milioni di anni fa e poteva raggiungere i 3 metri circa di lunghezza; si tratta, al momento, del più grande tetrapode basale “con dita”.

A livello anatomico è una specie abbastanza particolare, in quanto presenta un cranio poco ossificato ma fortemente ornamentato, e un palato debolmente articolato. Inoltre, le zanne interdentali (così come i coronoidi, relativamente grandi) erano rivolte all’interno, ma in linea di massima si può dire che presenta una bocca con una morfologia unica rispetto a quella di altri tetrapodi noti. Ma questo fossile ci fornisce alcune importanti informazioni:

  • Presenta tratti più primitivi rispetto ai temnospondili (tetrapodi anfibi);

  • I tetrapodi primitivi vissero e si diversificarono anche in Gondwana, quindi possiamo dire che questo fossile contraddice l’ipotesi secondo cui i tetrapodi basali fossero confinati al paleoequatore (Laurussia). Ciò suggerisce una distribuzione globale dei tetrapodi continentali nel tardo Paleozoico.

Fonte: Marsicano, C.A., Pardo, J.D., Smith, R.M.H. et al. Giant stem tetrapod was apex predator in Gondwanan late Palaeozoic ice age. Nature 631, 577–582 (2024).