Evolution never sTOPS!

Un individuo giovanile di ๐ผ๐ช๐จ๐ฉ๐ง๐๐ก๐ค๐ฅ๐๐ฉ๐๐๐๐ช๐จ ๐๐๐๐ง๐๐ฃ๐จ๐๐จ
Quelli nella foto sono i resti fossili di un piede attribuiti ad una "bambina" di ๐ผ๐ช๐จ๐ฉ๐ง๐๐ก๐ค๐ฅ๐๐ฉ๐๐๐๐ช๐จ ๐๐๐๐ง๐๐ฃ๐จ๐๐จ (Lucy), vissuta circa 3,3 milioni di anni fa.
๐ผ๐ช๐จ๐ฉ๐ง๐๐ก๐ค๐ฅ๐๐ฉ๐๐๐๐ช๐จ ๐๐๐๐ง๐๐ฃ๐จ๐๐จ - LOCOMOZIONE
9/4/20253 min leggere
Questa "bambina" aveva circa 3 anni al momento della morte, ed il piede relativamente ben conservato ci fornisce alcune informazioni molto interessanti relative alla locomozione: infatti gli individui giovanili camminavano in modo eretto e possedevano caratteristiche โda bipediโ tipiche degli individui adulti. I bambini possedevano tratti cuneiformi mediali associati a una maggiore mobilitร dellโalluce e un calcagno relativamente gracile, e ciรฒ che ha sorpreso i ricercatori nel 2018 รจ che queste caratteristiche sono assenti negli individui adulti.
Una scoperta del genere ci permette di capire alcuni aspetti ontogenetici, cioรจ come una struttura morfologica si modifica in base a un determinato stile di vita o allโetร , un poโ come nella condizione del โpiede piattoโ, che mostra unโalta variabilitร morfologica. Il piede della bambina di Dikika presenta una caviglia allineata e il ginocchio posizionato sotto il centro di massa, ma in generale mostra morfologie simili anche a quelle della nostra specie, oltre a presentare caratteristiche arcaiche, come le dita capaci di afferrare o trasportare oggetti.
Le ossa del mesopiede sostenevano un arco plantare relativamente basso, ed รจ interessante notare la presenza di un osso posizionato sul lato esterno del piede del bambino, proprio come nella nostra specie, che fungeva da supporto allโarco plantare. Un piede moderatamente arcuato, come quello di Homo sapiens, riduce lo stress fisico e limita le lesioni nella parte inferiore della gamba mentre si cammina in posizione eretta.
E gli individui adulti?
Scarseggiano i resti di piedi tali da poter dire se gli adulti di Australopithecus afarensis avessero piedi con archi bassi o completamente assenti, ma la bambina di Dikika presenta un osso del tallone molto piccolo, a differenza degli adulti che possedevano un tallone molto piรน robusto. Qui sarebbe stato interessante uno studio genetico mirato per capire se lo sviluppo del tallone fosse in qualche modo legato a una componente genetica o se fosse dovuto a una risposta alla camminata regolare durante lโinfanzia. Si propende per quest'ultima ipotesi, infatti ciรฒ suggerirebbe uno stile di vita lontano dagli alberi, nonostante A. afarensis possedesse arti superiori capaci di permettere lโarrampicata sugli alberi.
In sostanza, la bambina di Dikika presenta elementi nuovi nel genere Australopithecus e, come detto prima, ci permette di capire un poโ lโevoluzione dei fenotipi adulti. Come nella stragrande maggioranza dei casi, la selezione (o altri meccanismi evolutivi) agiva direttamente sugli individui giovani. Quindi, per concludere, A. afarensis era caratterizzata da bipedismo abituale ed, anche se gli individui giovani possedevano un alluce relativamente mobile, non sarebbero comunque riusciti a fare qualcosa di diverso rispetto a ciรฒ che sa/sapeva fare un bambino Homo sapiens con i piedi, in quanto non erano abili come gli scimpanzรฉ odierni nella manipolazione di oggetti.
Piccolo recap anatomico del piede e implicazioni paleobiologiche:
Lโarticolazione talocrurale era ortogonale allโasse e si sviluppava lungo la tibia, allineando la caviglia e il ginocchio sotto il centro di massa del corpo.
Le basi metatarsali laterali erano relativamente alte.
Il cuboide era allungato e, assieme alle morfologie citate prima, contribuiva a rendere il mesopiede relativamente rigido, permettendo di aumentare la leva durante la fase propulsiva della deambulazione.
Lโarco longitudinale era poco sviluppato, e la porzione mediale era posizionata piรน โplantarmenteโ rispetto agli esseri umani moderni.
Lโalluce non era abdotto (โlontanoโ rispetto alle altre dita) come in Ardipithecus o nei moderni scimpanzรฉ, ma si mantiene una certa convessitร della faccetta cuneiforme mediale per il primo metatarso sia in etร giovanile che adulta.
La fase di spinta dellโandatura bipede differiva da quella di Homo sapiens.
Una maggiore mobilitร dellโarticolazione dellโalluce (tarso-metatarsale) potrebbe essere stata vantaggiosa durante lo sfruttamento di contesti arborei, sia per lo spostamento che per proteggersi da predatori.
La bambina di Dikika possedeva dimensioni simili a quelle di uno scimpanzรฉ e, con molta probabilitร , era ancora dipendente dai genitori, tanto da essere trasportata attivamente durante i suoi 3 anni di vita (non ci sono modificazioni al calcagno simili a quelle riscontrabili negli adulti che camminavano abitualmente). Trasportare un individuo giovanile comportava un certo dispendio energetico, ma un alluce mobile avrebbe potuto โtamponareโ questo problema.
Fonte testo e immagine: Jeremy M. DeSilva et al. A nearly complete foot from Dikika, Ethiopia and its implications for the ontogeny and function ofAustralopithecus afarensis.Sci. Adv.4,eaar7723(2018).


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