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Una falange del pollice di un Neanderthal colpita da osteoartrite
Questo reperto è stato rinvenuto a Moula-Guercy (Francia) e si tratta dell'estremità distale della falange del pollice, con la patologia che ha ridotto la forza di presa tra il pollice e l'indice.
MALANNI NEANDERTHALIANI
9/23/20253 min leggere
Questo reperto è stato rinvenuto a Moula-Guercy (Francia), una scogliera calcarea che si trova in prossimità della riva occidentale del fiume Rodano, e si tratta dell'estremità distale della falange del pollice, con la patologia che ha ridotto la forza di presa tra il pollice e l'indice. Il sito nel quale venne ritrovata la falange è abbastanza conosciuto, in quanto i primi scavi avvennero nel 1975 ed è molto importante perché è testimone di tre fasi climatiche corrispondenti allo stadio isotopico MIS 6-4. Il sito ha anche restituito resti di ominini datati all'inizio del MIS 5, circa 120.000-130.000 anni fa, quando l'Europa era abitata dal Neanderthal. Proprio tra questi resti è stata rinvenuta una falange prossimale patologica.
È già noto che molti individui del Pleistocene presentano numerose patologie, tra cui l'osteoartrite, molto diffusa nelle popolazioni umane odierne, soprattutto tra gli anziani, ed è caratterizzata da una degenerazione articolare che coinvolge tutti i tessuti dell'articolazione sinoviale (o diartrosi), che comprende anche l'osso metafisiario o subcondrale e tutti i muscoli e legamenti che si estendono attraverso l'articolazione. Tra le tante morfologie caratteristiche del Neanderthal ci sono le gambe relativamente corte, caratteristica che sembra essere legata a una maggiore prevalenza di artrite, in particolar modo l'osteoartrite. Questo è al momento il primo (e unico) pollice neanderthaliano affetto da osteoartrite, nonostante questa fosse diffusa largamente all'interno delle popolazioni neanderthaliane.
Questa patologia deve aver avuto un effetto sulle attività quotidiane del Neanderthal in questione, ma andiamo con ordine. La falange presenta un'eburneazione asimmetrica sull'epifisi distale ed è associata a un osteofita sulla superficie palmare, indicando che si tratta proprio di osteoartrite. L'origine è multifattoriale ed è generalmente collegata all'obesità, alle infezioni, all'eccessivo uso della componente anatomica, ai traumi, alle degenerazioni dovute all'età, alla genetica, alle funzioni metaboliche ed endocrine, e alla dieta.
Per il Neanderthal sono state escluse come cause sia l'obesità sia la mancanza di vitamina C, poiché l'obesità era estremamente rara tra le popolazioni di cacciatori-raccoglitori e la vitamina C abbondava nelle popolazioni neanderthaliane. Il modello di distribuzione della patologia sulla falange indica, inoltre, che la causa dell'osteoartrite non può essere associata a un'infezione o a un trauma. L'artrite settica è un'infiammazione articolare che, in genere, è causata da batteri, funghi o virus e che si forma fuori o in prossimità dell'articolazione, per poi raggiungerla in un secondo momento. Sembra improbabile proprio perché è rara e potenzialmente letale, e senza antibiotici o trattamenti moderni non può essere curata. La struttura ossea interna indica che le trabecole dell'osso spugnoso sono spesse e che la superficie articolare risulta essere regolare; pertanto, anche l'infezione cronica e il trauma possono essere esclusi.
La presenza di eburneazione (la sovrapproduzione di osso compatto) indica osteoartrite da sovraccarico o degenerativa. Infatti, la degenerazione articolare è associata il più delle volte all'invecchiamento e non è un fenomeno sconosciuto ai Neanderthal o ad ominini che muoiono in età avanzata o che utilizzano in modo eccessivo le mani. Non sembra essere legata a fattori genetici, bensì a una predisposizione genetica connessa alla lunghezza degli arti del Neanderthal.
Ormai sappiamo benissimo che le competenze tecniche del Neanderthal erano molto complesse, ed è estremamente difficile stabilire quale possa essere stata l'attività che ha comportato la comparsa di questa atipica osteoartrite. Ciò non esclude, però, che possa derivare dalla presa pollice-indice. Infatti, le dita del Neanderthal mostrano cambiamenti entesiali allineati proprio con l'uso di prese di precisione forti, legate, per esempio, alla scheggiatura o ad altre attività abituali come la disarticolazione delle carcasse o attività che prevedevano il taglio delle ossa o della carne. Durante la scheggiatura, infatti, la mano non dominante tiene fermo il nucleo che viene colpito dallo strumento impugnato dalla mano dominante. I movimenti ripetitivi e le vibrazioni derivate dalla scheggiatura possono essere all'origine di alcune patologie, quali l'osteoartrite.
Anche altre attività ripetitive possono portare all'osteoartrite, ma al momento non è possibile sapere quale. La cosa certa è che l'individuo deve aver provato un forte dolore e che, con il passare del tempo, la presa si è man mano ridotta proprio perché ad essere colpita è stata l'estremità distale della falange. Quindi, la patologia ha limitato la funzionalità dell'articolazione distale del pollice della mano sinistra, rendendo per questo Neanderthal difficili anche altre attività.
Fonte: Silvana Condemi, Michel Panuel, Kathia Chaumoitre, Maria Giovanna Belcastro, Fonte: Annalisa Pietrobelli, Jean-Luc Voisin, A pathological Neandertal thumb phalanx from Moula-Guercy (France), International Journal of Paleopathology, Volume 42, 2023, Pages 14-17, ISSN 1879-9817
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