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gray shark surrounded with fishes

Uno squalo dai denti seghettati...

In Brasile sono stati ritrovati dei denti di squalo, molto particolari, attribuiti ad un gruppo di squali africano.

SQUALI: I DENTI

11/16/20252 min leggere

Gli squali, è inutile negarlo, sono affascinantissimi, e forse non tanto per la loro biologia ma per i loro denti. La diversificazione dei denti, sia dal punto di vista morfologico che funzionale, è incredibile, come questo squalo. Ci troviamo nel cuore del nord-est del Brasile e in antiche rocce datate Giurassico Superiore è stato descritto un raro squalo caratterizzato dai denti seghettati: Priohybodus arambourgi (non si tratta proprio di questa specie, ma lo scoprirete più avanti). Questo animale apparteneva a un gruppo di squali oggi estinti, cioè gli Hybodontiformes, che dominarono sia i mari che le acque dolci tra il Devoniano e il Cretacico. Insomma, non per poco tempo. La scoperta di resti eccezionalmente ben conservati fornisce nuove informazioni sugli squali in generale, soprattutto sull’evoluzione e la distribuzione di questi squali nel Gondwana, rivelando legami sorprendenti tra Sud America e Africa durante il tardo Giurassico. Ma andiamo con ordine.

Ci troviamo nei pressi della formazione Santana, sito che “conosco” perché probabilmente è il luogo da cui deriva il pesce che ho studiato durante la triennale, ma non divaghiamo! L’ambiente deposizionale è quello di un sistema fluviale o lagunare caratterizzato da influssi marini perlopiù episodici. Qui sono stati trovati dei denti isolati assieme a frammenti di mandibole e mascelle e anche scaglie e tracce di cartilagini (naturalmente mineralizzate). E grazie a una serie di confronti è stato possibile capire che questi resti appartenessero a Priohybodus arambourgi, descritto in Africa settentrionale, per la precisione in Tunisia e nel Niger.

I denti sono robusti e caratterizzati da una cuspide principale alta e seghettata, un carattere distintivo del genere, oltre a essere presenti anche cuspidi accessorie laterali, più piccole e orientate obliquamente. Anche la superficie dello smalto è caratterizzata da un’ornamentazione fine e da creste longitudinali poco marcate. Assieme ad altre caratteristiche è stato possibile capire che questi resti sono coerenti, a livello morfologico, con specie africane del genere Priohybodus, con una parentela stretta con Priohybodus arambourgi. In generale i caratteri dentali indicano una posizione basale tra gli hybodontidi del tardo Giurassico.

Questo è importante a livello paleobiogeografico perché denota un collegamento abbastanza diretto e occorrente tra Nord Africa (Tunisia, Niger) e Sud America (Brasile), indicando migrazioni costiere o espansioni di habitat lungo margini marini comuni nel tardo Giurassico. È possibile che la dispersione sia avvenuta attraverso il proto-Atlantico meridionale o attraverso sistemi fluvio-lagunari.

Dal punto di vista paleoecologico si trattava di un predatore opportunista che si nutriva di invertebrati e di piccoli pesci, e proprio questi denti ben seghettati potevano tagliare con relativa semplicità i tessuti molli e forse anche le parti dure dei crostacei. Si trattava comunque di un organismo eurialino, cioè capace di tollerare ampi intervalli di salinità. In parole povere era un organismo capace sia di vivere in acque dolci che in acque marine o salmastre, senza subire danni dal punto di vista fisiologico.

In generale si tratta della prima conferma di Priohybodus nel continente sudamericano e rinforza l’ipotesi di una connessione “faunistica Gondwaniana” durante il tardo Giurassico. Le caratteristiche dentarie in generale dimostrano una convergenza con altri hybodontidi marini e ciò suggerisce una possibile rioccupazione di nicchie costiere durante le regressioni marine.

Fonte testo: Eltink, E., da Silva, K. R., Gallo de França, M. A., Ferrer de Morais, D. M., Soto, M., & Duffin, C. J. (2025). Morphology and paleoecology of a hybodontiform with serrated teeth, Priohybodus arambourgi, from the Late Jurassic of northeastern Brazil. The Anatomical Record.