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Vi svegliate presto? Forse è colpa del Neanderthal

Cosa non abbiamo ereditato dai nostri "cugini"? Forse anche la capacità di alzarci e svegliarci presto.

OMININI: INCROCI E GENETICASAPIENS: EREDITÀ "ESTERNE"

9/16/20253 min leggere

Cosa non abbiamo ereditato dai nostri "cugini"? Tra adattamenti al freddo e malattie come il lupus e il diabete di tipo II, ora si aggiunge un altro tassello: la propensione a svegliarsi presto. Parrebbe che il Neanderthal possedesse alcune varianti genetiche associate proprio a questo adattamento, che risultava essere vantaggioso per sfruttare la luce del sole.

Sono stati identificati 28 geni dai quali sono state rilevate molte varianti arcaiche capaci di influenzare lo splicing e la regolazione dei geni circadiani, come ad esempio i geni CLOCK, PER2, RORB, RORC e FBXL13. Queste varianti, quindi, sarebbero in grado di alterare il ritmo circadiano correlato alla regolazione del sonno. Chi possiede queste varianti, tende ad alzarsi presto. Lo studio ha coinvolto mezzo milione di abitanti del Regno Unito e, molto probabilmente, le condizioni climatiche dell'epoca hanno selezionato e favorito queste varianti e un ritmo circadiano ridotto. Insomma, vi è stata una sorta di rapido allineamento tra gli stimoli ambientali e una rapida alternanza tra veglia e sonno.

Il Sapiens, proveniente dall’Africa, visse in un contesto in cui i climi non erano rigidi, le giornate non erano brevi e le risorse non scarseggiavano. Grazie agli accoppiamenti vari e al fenomeno dell’introgressione, queste varianti hanno permesso alla nostra specie di adattarsi a queste condizioni climatico-ambientali estreme, consentendoci di vivere in un nuovo ambiente.

Un'osservazione interessante emersa da questa ricerca è che non tutti i Neanderthal possedevano queste varianti, ad esempio quelli che vissero sui monti Altai o in latitudini inferiori. Questo adattamento ha permesso ad entrambe le specie di adattarsi in contesti estremi, anche in tempi recenti per quanto riguarda il Sapiens. Tuttavia, sembra che non sia solo una questione di genetica, poiché molti fattori come quelli psicologici, fisici, le condizioni di stress e sociali, oltre all'età, possano influenzare il ritmo circadiano.

  • Fonte: Keila Velazquez-Arcelay, Laura L Colbran, Evonne McArthur, Colin M Brand, David C Rinker, Justin K Siemann, Douglas G McMahon, John A Capra, Archaic Introgression Shaped Human Circadian Traits, Genome Biology and Evolution, Volume 15, Issue 12, December 2023

Siccome esiste un po' di confusione per quanto riguarda il concetto di specie biologica (e/o morfologica) e tuttò ciò che concerne questo evento, dobbiamo riprendere un paio di termini: introgressione e inbreeding.

Inbreeding o inincrocio: Con questo termine noi indichiamo l'incrocio tra individui strettamente imparentati o consaguinei e qui si verifica il primo "problema" per chi vuole a tutti i costi considerare il Neanderthal come una nostra sottospecie: il DNA mitocondriale delle due specie ci indica che non c'è stato in pratica nessun incrocio, mentre il DNA nucleare sí. Pertanto, considerando che il DNA mitocondriale viene trasmesso dalla sola madre ai figli (le figlie a loro volta lo possono trasmettere alle generazioni successive), questo potrebbe farci capire che l'accoppiamento poteva avvenire prevalentemente tra maschi Neanderthal e donne Sapiens, forse anche tra i sessi opposti ma in percentuale minore. Quindi da qui capiamo il punto centrale del discorso: l'inbreeding tra le due popolazioni era molto basso. Cioè, non c'era un continuo incrocio tra le due specie e viene stimato che in un arco temporale di 10.000 anni siano avvenuti appena 200-400 eventi di ibreeding.

Introgressione: Come detto poc'anzi, queste due specie si sono sporadicamente accoppiate, questo perché potrebbero esserci state delle barriere riproduttive (come anche la distanza genetica tra le due popolazioni) che hanno limitato gli accoppiamenti. Quei pochi e rarissimi ibridi che nascevano, se fertili, si riproducevano con uno dei due parentali (non con il genitore, sia chiaro, ma con un altro individuo 'non ibrido' appartenente al lignaggio Sapiens o Neanderthal). Quindi, le popolazioni non si 'mischiavano' e non diventavano omogenee a livello genetico, ma un ibrido riaccoppiandosi con un parentale permetteva di "rubare" i geni dell'altra popolazione. Bene, grazie a questo fenomeno è stato possibile ‘rubare’ alcuni geni neanderthaliani (quel famoso 1-3% presente nelle popolazioni Eurasiatiche, e in percentuale minore anche in popolazioni africane): alcuni di questi hanno svolto un ruolo fenomenale per la nostra sopravvivenza, infatti ci hanno permesso di sopravvivere al freddo o a certi virus; altri ci espongono maggiormente a certe malattie (alcune ereditate proprio dal Neanderthal) come Lupus, Diabete di tipo II, il morbo di Dupuytren, ecc.

Fonti:

  • Mathias Currat and Laurent Excoffier, Strong reproductive isolation between humans and Neanderthals inferred from observed patterns of introgression. Edited by Svante Pääbo, Max Planck Institute of Evolutionary Anthropology, Leipzig, Germany, and approved August 3, 2011 (received for review May 10, 2011), September 12, 2011, 108(37), 15129-15134.

  • Armando G. M. Neves and Maurizio Serva, "Extremely Rare Interbreeding Events Can Explain Neanderthal DNA in Living Humans." Published: October 24, 2012.