Evolution never sTOPS!
Che cos'è Appesi a un Phylum?
Appesi a un Phylum è un progetto senza scopo di lucro curato da un Naturalista e Antropologo Fisico. Con una formazione in Museologia Naturalistica e un dottorato (in corso) in Paleontologia dei Vertebrati, questa pagina ha un obiettivo divulgativo chiaro: parlare di evoluzione, paleontologia e biologia con rigore, evitando semplificazioni che rischiano di distorcere i concetti e alimentare disinformazione. I contenuti nascono dall’esperienza maturata nel percorso accademico e di ricerca, affrontando temi che spaziano dalla genetica alla geologia, fino alle varie discipline delle scienze naturali, per offrire una panoramica completa e accurata.


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"Evoluzione è sinonimo di cambiamento, non di miglioramento"
Gli ultimi articoli
Biologia e Genetica
L’evoluzione è un concetto complesso, spesso ridotto erroneamente a “adattamento” o, peggio, a “miglioramento”. Tradizionalmente rappresentata con la scala evolutiva, questa visione è una fake news. In questa sottosezione esploriamo il pensiero di "autori classici" come Darwin fino ai più recenti come Gould e Dawkins, per capire tutti gli aspetti di questo fenomeno biologico, e di tutti i meccanismi evolutivi che entrano in gioco come la Selezione Sessuale, la Selezione Naturale, Gli equilibri punteggiati, ecc.
Paleontologia Generale
La paleontologia non è solo lo studio dei fossili: è un modo per leggere la storia della vita attraverso il tempo. Dalle nomenclature e classificazioni dei grandi gruppi biologici fino alla tafonomia, che analizza i processi di fossilizzazione, ogni ramo di questa scienza contribuisce a ricostruire il passato con precisione sempre maggiore. La datazione dei reperti, le analisi di paleobiogeografia e lo studio degli icnofossili degli invertebrati permettono di comprendere non solo cosa viveva in un’epoca remota, ma anche come e dove lo faceva.
Dal passato al presente, la paleontologia offre chiavi di lettura fondamentali per capire le estinzioni di massa, l’evoluzione della biodiversità e i cambiamenti climatici che hanno modellato la Terra. Tra storie e curiosità paleontologiche, questo spazio racconterà come i fossili, anche i più piccoli, possono parlare del futuro quanto del passato.
Paleobotanica
La paleobotanica studia il mondo vegetale del passato, dalle alghe unicellulari che hanno colonizzato gli oceani primordiali fino alle piante complesse che hanno trasformato l’atmosfera terrestre. Attraverso resti fossili, pollini e impronte, è possibile ricostruire come la vita vegetale si sia adattata a climi e ambienti in continua evoluzione, rivelando strategie riproduttive e adattative straordinarie che si sono trasformate nel corso di milioni di anni.
Dalle angiosperme alle gimnosperme, dalle prime piante terrestri alle foreste fossili, la paleobotanica mette in dialogo presente e passato, mostrando come l’evoluzione vegetale abbia influenzato la vita animale, i cicli biogeochimici e perfino il clima. Un viaggio attraverso le radici più antiche del mondo verde.
Paleobiologia degli Invertebrati
Prima ancora degli animali complessi, la Terra era popolata da una moltitudine di forme di vita microscopiche. Virus, batteri, archei e funghi rappresentano i primi protagonisti della storia biologica del pianeta. Studiare la loro evoluzione e i loro fossili molecolari ci aiuta a comprendere come la vita sia emersa, si sia diversificata e abbia costruito le basi per ecosistemi sempre più complessi. Dall’origine dei primi organismi pluricellulari fino all’esplosione del Cambriano, la paleobiologia esplora questo passaggio cruciale: il momento in cui la vita ha iniziato a lasciare tracce visibili nella roccia.


Due dei gruppi più antichi e di successo del regno animale, i molluschi e gli artropodi hanno attraversato centinaia di milioni di anni di storia evolutiva. Dai trilobiti cambriani ai moderni crostacei, dagli ammoniti mesozoici ai molluschi attuali, questi organismi mostrano una straordinaria varietà di forme, strutture e adattamenti. Le loro conchiglie, esoscheletri e tracce fossili ci raccontano non solo la loro biologia, ma anche i mutamenti degli ambienti marini e terrestri nel corso delle ere geologiche.
Sotto la definizione di “invertebrati” si nasconde un mondo immenso di phyla, ciascuno con la propria storia evolutiva. Dai celenterati come meduse e coralli ai echinodermi, dagli anellidi ai platelminti, la loro diversità testimonia le infinite vie dell’evoluzione. I deuterostomi, gruppo che include anche gli antenati dei vertebrati, rappresentano un passaggio chiave nella comprensione della complessità animale. Analizzare le loro forme, i loro piani corporei e le loro relazioni filogenetiche ci permette di ricostruire le origini profonde del nostro stesso lignaggio.
Paleontologia e Paleobiologia dei Vertebrati
L’Anatomia Comparata è una disciplina fondamentale per comprendere l’evoluzione delle forme viventi: analizza somiglianze e differenze strutturali tra organismi per ricostruirne le relazioni evolutive. Tra i protagonisti della storia vertebrata troviamo gli Gnatostomi, animali dotati di mandibola e mascella mobili, una novità evolutiva che ha rivoluzionato la predazione e l’alimentazione. Prima di loro, gli Agnati (vertebrati privi di mascella) dominavano i mari paleozoici.
Con i Tetrapodi i vertebrati conquistano la terraferma anche se gli Anfibi, tuttavia, mantengono un legame stretto con l’acqua. Gli Amnioti sono i primi tetrapodi ad allontanarsi dalle pozze d'acqua, grazie soprattutto all’uovo amniotico, in quanto riproduce in sé le condizioni acquatiche, permettendo uno sviluppo completamente terrestre. Tra essi, gli Anapsidi, come le tartarughe, rappresentano una linea particolare, riconoscibile dalla struttura del cranio, diversa da quella degli altri gruppi principali di rettili in quanto il loro non è caratterizzato dalla presenza di di finestre post orbitali.
Gli Euryapsidi, un tempo dominatori dei mari mesozoici paleozoici, comprendono "rettili marini" oggi estinti come ittiosauri e plesiosauri, adattati alla vita acquatica.
I Diapsidi, invece, rappresentano un gruppo più vasto e longevo, comprendente lucertole, serpenti, coccodrilli e molti altri rettili. Le differenze nella struttura del cranio, con due aperture temporali, raccontano una lunga storia di specializzazioni ecologiche e strategie evolutive.


Pterosauri, dinosauri e uccelli sono tutti Diapsidi, ma con storie evolutive differenti. Gli Pterosauri dominarono i cieli del Mesozoico, mentre i Dinosauri colonizzarono ogni ambiente terrestre. Da un "ramo" particolare di questi ultimi si originarono gli Uccelli, oggi gli unici dinosauri viventi. La loro storia è davvero complessa e variegata!
I Sinapsidi, un tempo confusi con i rettili, rappresentano in realtà un ramo evolutivo a cui appartengono i mammiferi. La loro storia attraversa estinzioni di massa, adattamenti climatici e trasformazioni anatomiche profonde: dal cranio e dalla dentatura fino alla postura.
Dai terapsidi paleozoici ai mammiferi moderni, questo ramo racconta l’evoluzione di tratti unici: peli, ghiandole mammarie e cervelli complessi, elementi che hanno reso i mammiferi tra gli organismi più diffusi del pianeta, dopo la grande estinzione del Cretacico.
Evoluzione Umana e dei Primati
Studiare l’evoluzione dei primati e dell’essere umano significa indagare le nostre origini biologiche, non per cercare “chi siamo” in senso filosofico, ma per comprendere come si è formata la nostra specie nel tempo. Conoscere l’evoluzione dei primati permette di leggere con maggiore consapevolezza la diversità umana, le sue radici e le sue relazioni con il resto del mondo animale. Oggi la ricerca primatologica integra genetica, etologia e paleoantropologia, fornendo un quadro sempre più preciso dell’evoluzione cognitiva, sociale e biologica dei primati.
L’antropologia fisica (o biologica) studia la variabilità umana nel tempo e nello spazio, integrando dati anatomici, genetici e paleontologici. È una disciplina chiave per comprendere i processi evolutivi che hanno portato alla diversità delle popolazioni attuali e di quelle estinte. Tuttavia, l’evoluzione umana è stata spesso rappresentata in modo errato attraverso la “scala del progresso”, un modello ascientifico che suggerisce un avanzamento lineare e gerarchico. In realtà, l’evoluzione è un processo ramificato, con molte linee parallele, estinzioni e adattamenti: un mosaico complesso, non una marcia trionfale verso l’uomo moderno.
Il genere Australopithecus rappresenta una fase cruciale ed interessante dell’evoluzione degli ominini: sono bipedi, ed erano caratterizzati anche da altre caratteristiche arcaiche, come mostrano i celebri resti di Lucy (A. afarensis).
Accanto a loro, il genere Paranthropus, adattato a una dieta più specializzata e dotato di possenti apparati masticatori, costituisce una “linea sorella” rispetto al genere Homo.




Il genere Homo racchiude numerose specie, spesso difficili da collocare filogeneticamente (incertae sedis) a causa di resti frammentari o dati genetici incompleti. Si sa che sono ominini, ma non si sa altro. Lo studio delle loro diete, adattamenti ecologici e comportamentali unisce discipline come la paleontologia, l’archeologia e l’ecologia umana.
È importante ricordare che i primi strumenti litici intenzionali non appartengono necessariamente al genere Homo: anche Paranthropus e altri ominini li utilizzavano. Ed è anche per questo che entrano in gioco La Teoria della Costruzione di Nicchia e l'Ecologia Umana.
I primati comprendono una grande varietà di specie, suddivise in base a caratteristiche morfologiche e fisiologiche, come la presenza o assenza del rhinarium (la porzione umida del muso). All’interno di questo gruppo, circa 7–8 milioni di anni fa, avviene la separazione tra il lignaggio che porterà ai Pan (scimpanzé e bonobo) e quello che comprende tutte le specie "umane" come Sahelanthropus, Orrorin, Ardipithecus, Australopithecus e Homo.
Chiamare quest'ultimi “ominidi”, così come scimpanzé e gorilla, è impreciso: gli ominini rappresentano un ramo specifico all’interno della famiglia degli ominidi, e che non comprende più il lignaggio degli oranghi in quanto è stato caratterizzato da una storia abbastanza diversa.
Due specie strettamente imparentate, protagoniste di un periodo di coesistenza e contatto in Eurasia e in Medio oriente. Le evidenze archeologiche, paleontologiche e genetiche mostrano che Neanderthal e Sapiens condividevano capacità cognitive complesse, pianificavano le risorse e producevano oggetti simbolici.
Gli incroci occasionali tra le due specie hanno lasciato tracce genetiche tuttora presenti in parte della popolazione umana moderna, geni che in alcuni casi si sono rivelati vantaggiosi, in altri potenzialmente deleteri.
Un Naturalista attorno al mondo
In questa sezione parlo in modo più libero e personale di tutto ciò che ruota intorno al mondo della Museologia Naturalistica, ai musei scientifici che ho visitato e ai libri che considero fondamentali per comprendere la storia della vita e delle scienze naturali.
La museologia naturalistica non è solo esposizione di reperti, ma un vero strumento di comunicazione scientifica: ogni vetrina, ogni allestimento racconta un frammento della storia del pianeta, intrecciando ricerca, conservazione e divulgazione.
Qui condivido anche le mie esperienze dirette nel campo scientifico e divulgativo come riflessioni su mostre, incontri, viaggi di studio, esperienze personali e letture che hanno in qualche modo influenzato il mio passato, e che influenzeranno anche il mio futuro.
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Collaborazioni e contributi nel mondo della divulgazione e dell'informazione scientifica

Entropy for Life (Homo floresiensis)

Entropy for Life (Il baculum)


Entropy for Life (Homo naledi)
Entropy for Life
Homo naledi #2








Per Biopills ho scritto un bel po' di articoli di paleontologia
E' la famosissima organizzazione creata da Piero Angela. Ho recensito tre libri e un articolo per i Darwin Days 2025
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